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The Police – La sublime armonia del Rock tra Jazz e Reggae

Se esiste un modo geniale di comporre musica i Police rispecchiano a pieno questo mood, sono considerati tra i primi gruppi New Wave  ad aver ottenuto successo commerciale, tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli ’80, proponendo un sound influenzato dal Jazz, dal Punk Rock e dal Reggae, una miscela vincente e innovativa per l’epoca, in cui la sperimentazione era sempre tra gli argomenti principali nella stesura di una canzone.

Inoltre, i Police sono considerati i capifila della seconda British Invasion. La band  britannica si formò a Londra, la maggior parte della storia orbita intorno alla famigerata figura di Sting, leader vocale, eclettico musicista e bassista sublime, autore della stragrande maggioranza dei brani in discografia, da Andy Summers alla chitarra e dallo statunitense batterista Stewart Copeland.

Gli esordi negli anni’70

E’ proprio da quest’ultimo che l’idea dei Police prese forma. Figlio di un ex agente della CIA, si trasferì a Londra nella metà degli anni ’70, prese parte alla vivace  realtà musicale della capitale inglese militando in varie band, maturando esperienza, nonostante avesse già delle buonissime basi avendo studiato batteria e percussioni  a Beirut in adolescenza. Tra la fine del 1976 e  il 1977 conobbe il cantante bassista Gordon Matthew Sumner, in arte Sting, dopo averlo visto esibirsi con il suo gruppo Jazz “Last Exit”. Dopo che Sting si trasferì a Londra insieme con Henry Padovani, diedero il via al trio Police, con la stesura del primo singolo “Fall Out” (1977) e un budget di 400 sterline.

In quegli stessi anni, parallelamente, Copeland e Sting parteciparono al progetto Strontium 90 organizzato da Mike Howlett dei Gong nel quale militava il chitarrista Andy Summers. Tutta quell’esperienza segnò così positivamente tutti e tre che l’unica cosa da fare fu quella di integrare Summers all’interno dei Police. Solo per un breve periodo il gruppo ebbe un doppio chitarrista ma fu un esperienza  breve. Con l’uscita definitiva di Padovani, il trio con Summers, ormai effettivo alle chitarre, si esibì per la prima volta il 18 Agosto 1977 al club Rebecca di Birmingham.

Lo stile del gruppo apparteneva alla cultura punk in voga all’epoca, ma senza mai abbandonare la vena sperimentale, soprattutto gli schemi del Jazz. Inizialmente fu oggetto di critica da parte dei puristi del genere, ma poi divenne una sorta di marchio di fabbrica tanto da consacrarli a livello planetario.

Il primo album Outlandos D’Amour a budget quasi zero

Gli  inizi non furono sicuramente facili per la band, senza contratto e con budget ridotti, ma la voglia di poter pubblicare qualcosa era più forte di qualsiasi altro ostacolo, venne fuori nel 1978 il primo album Outlandos d’Amour,  che nel tempo è diventato tra le pietre miliari dei Police. Con l’uscita del singolo “Roxanne”, che in seguito divenne tra i brani più popolari del gruppo, Miles Copeland, fratello di Stewart, intuendo le possibilità commerciali dell’intera dimensione Police, decise di prendere in mano le redini della band, di fatto trovando un contratto discografico con la A&M Records. Nonostante tutto, la critica inglese fu molto pesante sia nei confronti di questo singolo sia per il secondo “Can’t stand losing you” che divenne, arrampicandosi lentamente nelle classifiche, la prima hit.

Quando nel 1979 Roxanne fu pubblicata negli Stati Uniti, il boom mediatico fu travolgente, il brano spopolò nelle radio portando i Police ad essere riesaminati anche in patria. Presentarono la canzone al programma Top of the Pops e il brano schizzò al 12° posto della classifica britannica. Di conseguenza anche tutti gli altri brani proposti in precedenza cominciarono ad avere più mercato, fu persino ripubblicato il loro primo singolo di debutto  “Full Out”, anch’esso ben piazzato poi in classifica.

Il secondo album e il successo planetario

Nell’ottobre del 1979 fu la volta del secondo e fortunato album Regatta de Blanc, i due singoli di lancio “Message in a bottle” e “Walking on the Moon” si piazzarono immediatamente in prima posizione, stavolta lo stile innovativo con figure ritmiche caraibiche coniò per sempre un genere solo dei Police il Raggae ‘n Roll, si manifestò essere l’arma vincente. La traccia strumentale “Regatta de Blac” permise ai Police di vincere anche un Grammy per la migliore interpretazione rock strumentale.

Nel  1980 anche il singolo “So Lonely”, che in precedenza non fu accolto bene dalla critica tanto da essere considerato addirittura un flop, ritornò prepotentemente  in classifica e nelle orecchie non solo di tutti gli inglesi ma del mondo intero.

Con l’arrivo degli anni ’80 e la musica che ormai viaggiava alla velocità della luce, vennero fuori  il terzo e il quarto album , rispettivamente Zenyatta Mondatta e Ghost in the Machine, quest’ultimo con la collaborazione del produttore Hugh Padgham. Entrambi gli album furono estremamente belli ed estremamente complessi, ottime sonorità tipicamente Police e soprattutto accettati positivamente dalla critica e dagli ascoltatori. Iniziavano a farsi avanti anche nuovi approcci stilistici con largo uso di synth, tastiere e strumenti a fiato, il risultato fu molto elegante e commercialmente accattivante.

Synchronicity l’album della consacrazione e la fine dei Police 

Nel 1983 fu pubblicato il quinto ed ultimo album dei Police Synchronicity, a parere di molti, capolavoro assoluto della band, album che sancì anche la fine e lo scioglimento del gruppo. Tra i classici di quest’album si ricordano “Every Breath you Take”,”Wrappend Around your  Finger”, “King of pain” e “Synchronicity II”.

L’album rimase in vetta alla classifica Billboard 200 per 17 settimane spezzando il dominio in classifica di “Thriller” di Michael Jackson. Sempre nello stesso anno realizzarono un concerto sold out con circa 70mila persone allo Shea Stadium di New York per la presentazione dell’album.

Synchronicity ha venduto oltre 8 milioni di copie solo negli Stati Uniti e permise ai Police di vincere ai Grammy del 1984 come miglior performance rock, miglior interpretazione vocale e canzone dell’anno per il singolo “Every Breath you take”. L’album si è guadagnato più volte il plauso della critica specializzata entrando nel 2009 anche nella Grammy Hall of Fame.

Il disco fu registrato ai Caraibi negli Air Studios insieme a Hugh Padgham, che già li aveva accompagnati nel disco precedente

Nonostante le tensioni interne e i litigi questo può considerarsi tra i lavori più maturi realizzati nell’intera discografia. Nella stesura di tanti testi Sting fa riferimento alla teoria della sincronicità di Jung, tant’è che persino sulla copertina lui compare leggendo un libro dell’autore. Dopo anni di influenze Reggae, caratteristica stilistica proprio dei Police, ci fu l’abbandono totale di questa radice, rendendo l’intero album sicuramente più commerciale ma senza perdere di mira la meticolosità tecnica ed elaborata delle canzoni, con utilizzo maggiore dei sintetizzatori. La crisi interna evidenziò anche un’altra caratteristica, ovvero, la quasi completa stesura dei brani da parte di Sting ad eccezione della monumentale “Mother” di Andy Summers e “Miss Gradenko” di Copeland incentrata su una storia d’amore nel mezzo di un regime comunista.

Tutte le parti del disco furono registrate in stanze separate un po’ come scelta stilistica un po’ per le tensioni che si respiravano, infatti si ricorda che durante le registrazioni di “every breath you take” Sting e Copeland stavano quasi per arrivare alle mani. Malgrado i dissapori sia il singolo che l’album ebbero un impatto positivo per tanto tempo, ancora adesso è tra i dischi più ascoltati. L’album vanta anche altre canzoni davvero degne di nota come “Tea in the Sahara” ispirata al romanzo di Paul Bowles  “The Sheltering Sky” (in Italia conosciuto come Il Tè nel deserto) e la bellissima “Love is the Seventh Wave” che Sting riprenderà nel suo successivo album solista The Dream of the blue Turtles, nella quale richiamerà anche alcune parti del testo di Every Breath you Take.

Tensioni e rottura che diedero il via alla carriera solista di Sting

La rottura decisa e definitiva  avvenne dopo il concerto di Melbourne il 4 Marzo 1984, anche se negli anni a seguire ci furono occasioni per rivedersi sul palco, come per il Live Earth del 2007 a New York e nel 2008 al Madison Square Garden. Nonostante i dissidi tutti e tre gli elementi mantennero sempre rapporti di rispetto reciproco e ovviamente tutti e tre continuarono nella musica, ma la fine dei Police fu una sorta di trampolino di lancio per la carriera straordinaria di Sting che rispetto agli altri elementi fu quello più coinvolgente e più attivo in ogni fase creativa. I suoi lavori successivi lo consacrarono non solo come bassista cantante dei Police ma anche come brillante musicista a tutto tondo.

I Police nacquero come Punk Rock ma non erano altro che un fiume in piena, il portale Ondarock li definì “fuori dagli schemi, non definibili come un gruppo totalmente rock, non possono essere liquidati nemmeno come un semplice gruppo pop, non sono mai stati punk”. Un gruppo che non ebbe mai un’etichetta ma che ha marchiato a vita il mondo della musica.

— Onda Musicale

Tags: Sting, Andy Summers, Roxanne, Stewart Copeland
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