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Pink Floyd: intervista al fotografo che ha realizzato la copertina di “The Piper at the Gates of Dawn”.

Il primo disco dei Pink Floyd The Piper at the Gates of Dawn

Il fotografo e designer inglese Vic Singh nasce a Lucknow, in India, dall’unione tra il figlio di un raja e la figlia di un celebre fotografo austriaco.

A sei anni viene mandato in Inghilterra a studiare nelle scuole britanniche e vive a Londra con la madre. In giovane età, a 16 anni, apre il suo studio nella capitale inglese e comincia ad approcciarsi all’universo della Swinging London. Tra le realtà artistiche ed i gruppi con cui viene a contatto ci sono anche i Pink Floyd, all’epoca Syd Barrett era ancora in formazione, che gli chiedono di preparare la copertina per il loro primo album.

Siamo nel 1967 ed il connubio tra il genio visionario di Barrett e quello fotografico di Singh vede la nascita del primo album dell’emergente gruppo inglese. Il disco si chiama “The Piper at the Gates of Dawn”.

Lo abbiamo contattato e lui, con estrerma disponibilità, ha risposto alle nostre domande.

 

Desinger e fotografo riconosciuto a livello internazionale. Come si definirebbe Vic Singh?

“Mi definirei un fotografo ed un artista.”

Quando, e come, è nata la tua passione per la fotografia ed il design?

“Tutta la mia famiglia era interessata alla fotografia e quindi è stato abbastanza natural per me. Mia madre veniva da Vienna ed aveva lavorato con suo padre, che era un fotografo, ed aveva i suoi studi fotografici a Vienna e nel Sud della Francia. Mio padre era il figlio di un Raja (nobile indiano – NDR) ed era anche lui un fotografo amatoriale. Da ragazzu vivevo nel palazzo di famiglia a Kalakankar, Uttar Pradesh, in India. Non c’era elettricità nel palazzo e quindi mio padre fece portare un generatore elettrico dai servitori per fornire l’energia necessaria alla camera oscura per sviluppare le fotografie. Allora si sviluppava in bianco e nero ed erano fatte con la Rolleiflex. Ho imparato a conoscere vari aspetti della fotografia già in tenera età.”

Qual è la storia dietro la copertina di “The Piper at the Gates of Dawn”? Dove hai scattato quella foto?

“Ero ben conosciuto nel giro musicale della Swinging London degli anni ’60 ed ho lavorato per la Island Records, (etichetta discografica – NDR)per i Beatles, ed altri ancora. I Pink Floyd mi hanno chiesto se potevo scattare io la foto per la copertina del disco che avevano appena finito. Si trattava del loro disco di esordio. La fotografia è stata scattata ai Vic Singh Studio, Ltd. 7, Bourdon Place, Londra W.1.”

Che tipo di tecnica hai usato per realizzare quella storica copertina?

“Geroge Harrison, il chitarrista dei Beatles mi diede delle lenti prismatiche, non sapeva cosa farci con quelle. Neanche io fino a quando i Pink Floyd non mi chiesero di scattare la foto per la copertina dell’album.”

Hai incontrato i Pink Floyd quando non era ancora famosi, ma solo dei ragazzi sconosciuti. Sapevi che sarebbero diventati una delle più grandi band di sempre?

“Francamente quando li ho incontrati eravamo tutti molto giovani – ci racconta Vic –  e non immaginavo neanche lontanamente che avrebbero fatto una carriera cosi importante.”

Com’è stato incontrate Syd Barrett e gli altri membri dei Pink Floyd?

“Prima ho incontrato i Pink Floyd ad un evento a Piccadilly Circus a Londra,  sotto la statua di Eros, erano una band relativamente sconosciuta all’epoca.”

Syd Barrett ti ha dato delle indicazioni o dei suggerimenti durante il giorno dello scatto?

“Prima dello scatto ho chiesto al loro manager se la band avesse qualche idea per la foto e la risposta è stata negativa.  “I ragazzi lasciano tutto a te” – così mi disse il loro manager. Quindi, dopo aver ascoltato  più volte il sound di “Piper” non avevo idea di cosa fotografare per la copertina. Finalmente ho avuto un lampo d’ispirazione per usare le lenti prismatiche e quindi ho chiesto alla band di portare dei vestiti molto colorati e variopinti. Dopo alcuni scatti con la Polaroid Syd Barrett era molto eccitato perché ha intuito il potenziale della copertina. La band ha provato vari abiti e Syd mi ha aiutato posizionando il gruppo sullo sfondo. Sono state usate molte Polaroid prima dello scatto finale a colori reso tale da una fotocamera Hasselblad.”

Qual è la tua personale opinione su quell’album? Ti è piaciuto al primo ascolto?

“Suonava alieno all’epoca, come proveniente da un altro pianeta. Le mie orecchie non erano abituate a quel tipo di sound ed ho pensato che non sarebbe stato un successo.”

Credi che, con la moderna tecnologia, sarebbe possibile realizzare uno scatto come quello che hai fatto tu?

“Credo che sarebbe possibile, ma certamente non sarebbe facile da realizzare.”

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare? Utilizzi dei programmi specifici oppure no?

“Rispetto ai vecchio periodo dell’analogico, il mio lavoro adesso comprendo foto e video digitali. Uso programmi come Photoshop, Lightroom, Final Cut, After Effects più filtri ed altri programmi su Apple Mac. Utilizzo fotocamere Mirrorless della Sony, GoPro Hero4, droni ed altro ancora. Allo stesso tempo non ho comunque perso l’amore per la camera oscura e lo sviluppo delle foto analogiche in bianco e nero.”

Dopo questa grande esperienza come si è evoluta la tua carriera?

“Dopo la realizzazione di quella storica copertina non ho fatto molto per la mia carriera, per molti anni, fino ad ora.”

La copertina di ‘Piper’ è diventata un’icona mondiale come l’essenza stessa dei Pink Floyd. Hai realizzato altri lavori simili per qualche altro musicista?

“No. ‘Piper’ è stata l’unica copertina fatta da me. Ci sono comunque state molte altre copertine e video musicali che hanno copiato le lenti prismatiche usate per la copertina di ‘The Piper at the Gates of Dawn’.”

Chi è Vic Singh oggi?

“Come studente d’arte ho sempre pensato che la fotografia ed i film potessero essere dei grandi mezzi per creare della pura arte. Adesso mi concentro di più sul creare fotografie astratte e surreali per collezionisti, musei e gallerie d’arte.”

— Onda Musicale

Tags: Londra, The Piper at the Gates of Dawn, Syd Barrett
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