Fuori dal 18 aprile il nuovo singolo di Mica. A un anno di distanza dal suo debutto con “Nascosta”, la cantautrice torna con un brano forte e che come un grido urla contro il mondo il proprio desiderio di libertà.
“Il mondo addosso” di Mica è il grido di una generazione schiacciata da aspettative, pressioni sociali ed eventi politici. È un invito a essere egoisti, a rompere questo meccanismo e a non alimentarlo più. A cercare noi stessi, a vivere la vita per come la sentiamo davvero.
Ciao Mica, bentornata tra le nostre pagine. Abbiamo avuto il piacere di intervistarti circa un anno fa e ora sei tornata con un nuovo brano “Il mondo addosso”. Vuoi raccontarci come sei cambiata in questo anno?
“ ‘Nascosta’ per me segna un punto di svolta: è il momento in cui ho deciso di cambiare tutto e iniziare a vedere la mia vita da una prospettiva personale. Da lì in poi le cose sono migliorate. Ho trovato un obiettivo chiaro: esprimermi attraverso la musica. Ho iniziato a capire qual è la mia direzione artistica. In quest’ultimo anno ho studiato, mi sono messa in gioco e ho lavorato per costruire un’identità musicale più definita.”
Come mai hai deciso di aspettare un anno per pubblicare nuova musica?
“ ‘Il mondo addosso’ è il brano con cui ho partecipato alle audizioni di Area Sanremo lo scorso anno. Inizialmente non potevo pubblicarlo per motivi legati al concorso, e dopo aver scoperto di non essere passata, ho preferito aspettare di avere un progetto più strutturato prima di farlo uscire. In sostanza, mi sono presa il tempo necessario per lavorare con più calma e fare le cose meglio, senza fretta. Anche questo è uno dei temi della mia canzone più recente.”
Passiamo invece a “Il mondo addosso”, vuoi raccontarci come è nato? Com’è il tuo rapporto con la città di Milano?
“Milano è la città che ha accolto la mia famiglia, ed è anche la mia. Sono nata qui e ne vado fiera: non rinnego nessuna delle mie radici. È una città piena di opportunità, ma spesso ce ne sono così tante che diventa difficile distinguere quelle reali da quelle solo apparenti. “Il mondo addosso” è nata proprio da questa pressione continua: aspettative sociali, la corsa a inseguire traguardi non miei, solo per non restare indietro. Vivere in una grande città, e soprattutto in quella che viene considerata il cuore del lavoro in Italia, significa anche convivere con il confronto costante. C’è sempre qualcuno più disperato, più veloce, più preparato. Alla lunga ti senti bloccato, costretto ad adattarti, spesso senza nemmeno renderti conto di dove siano i tuoi veri limiti. Con questa canzone ho voluto raccontare anche il bisogno di liberarsi da questa mentalità tossica, che per me rappresenta uno dei volti più duri di Milano.”
Secondo te, la musica può ancora essere uno strumento di rivoluzione?
“La musica è rivoluzione. È sfogo; è tutto quello che spesso non si riesce a dire a parole. La musica è fatta di silenzi, pause, urla, sussurri, dolore e felicità. È tutto. Soprattutto, può trasmettere messaggi profondi e importanti, ed è proprio questo il mio obiettivo. Nel mio percorso di vita sono in continua ricerca: osservo, analizzo, mi interrogo. La musica mi permette di trasformare tutto questo in qualcosa da condividere, con chi ha già vissuto certe emozioni, con chi le sta scoprendo o con chi non sa nemmeno di averle dentro. In una società in cui i nostri sensi vengono costantemente anestetizzati da stimoli continui, la musica è l’unico linguaggio capace di arrivare dritto al cuore. Non c’è niente di più rivoluzionario.”
Se potessi duettare con un’artista, vivo o del passato, chi sceglieresti?
“In Italia, uno degli artisti che riesce a trasmettere messaggi profondi, legati all’introspezione e alla comprensione dell’essere umano, è sicuramente Marracash. Alcuni suoi testi, per me, sono vera poesia. Arte, nella sua forma più autentica.”
Prossimi progetti?
“Ho lavorato a un bel progetto che vedrà la luce nel corso di quest’anno e non vedo l’ora di condividerlo con il mondo. Spero entusiasmi gli altri quando entusiasma me!”