Fuori dal 20 settembre “For All I Own”, il nuovo singolo di Francesca Feci. Un pezzo che sa far emozionare l’ascoltatore con una melodia delicata e una voce avvolgente.
“For All I Own”, brano piano e voce estratto dall’album in uscita “Devotion”, vuole esprimere un forte senso di gratitudine verso la musica. Qui la si concepisce come un luogo di centratura in cui osservare il proprio vissuto dall’alto, come dalla cima di una montagna.
“For All I Own” esprime un forte senso di gratitudine verso la musica. Puoi raccontarci cosa significa per te questo concetto?
Uno degli aspetti che mi portano a credere sempre nella musica e dedicarci tutta me stessa, è semplicemente la gratitudine verso essa. Questo sentimento proviene dalla forte sensazione di trovare il modo perfetto di esprimermi attraverso la musica, riuscendo a trovare una centratura del mio essere che riesco a percepire così intensamente in solo poche altre cose. Sono grata alla musica perché la vedo come un dono del quale voglio prendermi cura profondamente, e con determinazione vederlo crescere ed evolversi mantenendo sempre l’autenticità e la purezza alla base di ogni sfumatura di questo percorso.
Diverse volte mi è successo di rendermi conto che la musica è davvero potente, è un mezzo con il quale trasmettiamo emozioni spesso in maniera molto diretta e talvolta molto intima, dunque di fronte alla grandezza di tutto ciò che ho avuto la fortuna di poter provare facendo musica, mi sento solamente di dire che sono profondamente grata.
Come è nato il brano? C’è stato un momento o un’esperienza che ti ha ispirato particolarmente?
For All I Own è nato, come spesso succede, da una piccola idea melodica introduttiva venutami in mente vocalmente e sviluppatasi poi rivestendosi con l’armonia al pianoforte. Come la maggior parte dei miei brani, anche questo è nato strumentalmente, ed il testo è stato scritto in seguito. Mi ci è voluto un po’ di tempo per capire esattamente che cosa volessi trasmettere con questo pezzo, ma improvvisamente ho avuto la chiara consapevolezza di voler rendere il brano un canto di gratitudine verso la musica, e da questa rivelazione, le parole sono venute poi da sé quasi totalmente di getto.
Non c’è stato un momento oppure un’esperienza precisa che mi abbia ispirata per la composizione di For All I Own, ma essendo l’ultima traccia del disco, ho percepito di voler racchiudere in esso che cosa davvero significhi la “devozione” che dà il titolo all’album, descrivendo la musica come un luogo elevato, come la cima di una montagna, luogo dal quale poter ammirare il proprio vissuto dall’alto, con uno sguardo pacifico di consapevolezza verso ogni momento passato.
“For All I Own” è estratto dall’album in uscita “Devotion”. Cosa ci dobbiamo aspettare da questo progetto?
Devotion è un progetto di musica originale dall’atmosfera raccolta che racchiude 8 brani con formazioni e musicisti diversi: dal duo al solo piano e voce, al quartetto con l’aggiunta di tromba, flicorno e contrabbasso.Ogni brano trasmette un messaggio importante con i testi che si sviluppano attraverso temi diversi: dal perdono, alla speranza, all’avere cura verso ogni cosa che ci circonda, alla sopra citata gratitudine, che si estende non solo alla musica, ma a tutta la vita.
Il videoclip del brano è realizzato dal team RUFA. Come è stata l’esperienza di lavorare con loro?
Per me è stata un’esperienza importante creare il videoclip di For All I Own con gli studenti di Film Arts di RUFA, è stata la prima volta in cui ho visto un mio brano prendere vita non solo musicalmente ma anche attraverso le immagini. Fin dal primo momento mi sono trovata bene a lavorare con i ragazzi, in modo professionale ci siamo ascoltati e scambiati idee e loro con rispetto verso tutto ciò che avevo in mente hanno elaborato il lavoro, ognuno con il suo diverso compito, dalla regia alla scenografia, fotografia, ed in fine al montaggio del video. Credo che sia stata una grande fortuna avere avuto la possibilità di lavorare alla produzione di questo videoclip grazie alla collaborazione fra Saint Louis e RUFA.
Roma è stata fondamentale per la tua crescita musicale. Quali opportunità ti ha dato il Saint Louis College of Music che hanno cambiato il tuo approccio alla musica?
Roma è davvero stata fondamentale per la mia crescita musicale, ed al centro di questa evoluzione c’è stato il Saint louis. Ho sempre creduto profondamente nella mia musica e nei miei progetti, ma vedere che qualcuno ci credesse come me sostenendomi sempre è stato molto importante per me, partendo dai miei insegnanti ed arrivando al direttore dell’accademia Stefano Mastruzzi, che ha creduto in questo progetto dandomi la preziosa possibilità di registrare e produrre il disco.
Sicuramente ogni lezione mi ha arricchita con qualcosa di diverso, ma sono molto grata di aver avuto la possibilità di vivere diverse esperienze musicali molto importanti anche all’esterno delle attività didattiche grazie al Saint louis, partendo dal “Between Festival” a Piazza Armerina, dove abbiamo presentato in trio elettronico il progetto “Fellini, la luce dei sogni”, al festival “Una Striscia Di Terra Feconda 2024” a Casa Del jazz, dove per la prima volta ho avuto la possibilità di presentare in quartetto l’album “Devotion”, e arrivando poi alla residenza artistica “Playing Memories” dove in due settimane di lavoro a L’Aquila abbiamo creato uno spettacolo multi artistico (musica, danza e visual art) per rappresentarlo poi al conservatorio di L’Aquila ed in seguito in Georgia a Tblisi.
Dal primo singolo del 2019 ad oggi come vedi la tua evoluzione come artista?
Nel 2019 avevo diciassette anni e ancora frequentavo le scuole superiori, già avevo la chiara idea che in seguito al diploma avrei subito intrapreso un percorso di studio della musica in modo professionale essendo già per me la musica così importante. Dal 2019 al 2025 è perciò avvenuta una grande evoluzione artistica grazie alla fortuna che ho avuto di spostarmi a Roma, per studiare al Saint Louis College Of Music.L’evoluzione abbraccia diversi aspetti del mio percorso, sicuramente lo studio più approfondito del pianoforte mi ha dato una maggiore consapevolezza armonica che mi ha aiutata a rivestire con colori più ricchi le melodie che mi sorgevano in testa.
Altro aspetto importante di questa evoluzione sono i diversi musicisti che ho conosciuto a Roma e con i quali ho avuto la fortuna di suonare, partendo dai miei maestri che mi anno ispirata molto.Anche gli ascolti di così tanta musica differente in questi anni di studio mi hanno portata a scoprire un mondo di generi diversi dai quali prendere spunto, partendo da Bach, passando da Morricone a Bill Evans ed infine arrivando alla musica di Norma Winstone e Kenny Wheeler.
Molti dei miei brani nascono proprio dall’ unione di spunti presi da diversi generi come questi, uniti poi in una cosa sola. Ultimo aspetto molto importante che mi ha fatto maturare come artista sono state le diverse esperienze a suonare musica dal vivo, partendo dai piccoli locali con le serate in trio a Roma, passando poi per i concerti in solo piano e voce ed arrivando poi ai festival con palchi più importanti in diverse parti dell’Italia. Credo davvero che ognuna di queste esperienze mi abbia arricchita sotto molti punti di vista.


