Recensioni e Interviste

La nostra intervista a Cappie

Per Onda Musicale abbiamo avuto il piacere di intervistare Cappie, alias Mauro, in un momento particolarmente significativo della sua carriera musicale.

L’artista ci racconta il percorso che lo ha portato alla realizzazione del suo EP Come Sarebbe Se Cambiassimo il Passato, un lavoro che riflette cambiamenti personali e professionali importanti. Le tracce dell’EP raccontano storie intime e momenti di introspezione, mentre il suo approccio alla musica unisce sensibilità emotiva e cura tecnica.

Cappie condivide con noi la sua visione della scena musicale e del processo creativo, sottolineando l’importanza di studiare l’industria musicale e di conoscere le dinamiche che regolano la pubblicazione e la distribuzione dei propri brani. L’intervista offre uno sguardo approfondito su come le esperienze personali e la passione per la musica si combinino per creare un progetto coerente e autentico.

Dichiari che questo disco nasce per dare voce a tutti quei pensieri che nascono quando ci fermiamo per guardarci indietro. Quando ti è successo l’ultima volta, e a che conclusioni sei arrivato?
L’ultima volta che mi sono fermato e ho guardato indietro è stato due anni fa. Il risultato è stato cambiare città e lavoro e iniziare il percorso che mi ha portato qui oggi. Quindi direi che dei passi avanti sono stati fatti!

Tra le tue esperienze, anche un master in comunicazione musicale. Studiare anche questo ambito della musica (al di là del diventare abili sullo strumento o a cantare), ti è servito? Lo rifaresti? Quali persone hai incontrato così e da quali ti sei lasciato accompagnare?
Studiare l’industria musicale è fondamentale per chiunque si approcci a fare e pubblicare musica. L’industria ha delle dinamiche molto complesse e conoscerle ti aiuta a mettere tutto quanto in prospettiva, sia per capire gli obiettivi, sia per capire qual è lo stato del progetto. Ho conosciuto tante persone che come me amano la musica a 360 gradi e il confronto con loro è sempre positivo.

I recenti fatti di cronaca internazionale ti hanno influenzato quando hai scritto questo disco, al di là delle tue influenze personali?
Per me la musica è un fattore molto intimo. Il modo in cui scrivo è molto personale e al momento non mi sento pronto a parlare di avvenimenti esterni, per quanto enormi e per quanto sia giusto parlarne. Purtroppo, il mondo fuori è folle e ammiro chi riesce a parlarne e anche a sensibilizzare su argomenti politici/attuali. Un giorno ci arriverò anch’io, spero.

Quali gruppi e artisti ti hanno influenzato? Hai mai pensato di collaborare con qualcuno per una delle tue prossime pubblicazioni?
Le mie grandi influenze sono stati i Green Day da ragazzino, e più recentemente i Biffy Clyro. Ci sono artisti dell’underground che mi piacciono molto e con cui vorrei collaborare, tempo al tempo.

Questo disco è un inizio?
Questo disco è sicuramente un inizio. Stiamo già lavorando a musica nuova con la band, l’idea è quella di fare un lavoro più corposo, magari un album. Vedremo!

— Onda Musicale

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