La formazione, con base a Londra, è composta da Elisa Cipro (Bologna) alla voce e frontwoman del gruppo, Paolo Maurelli (Napoli) alla batteria, Gioacchino Hakim (Napoli) alla chitarra, Ruggero Bonucci (Perugia) al contrabbasso e Davide Cerreta (Roma) al pianoforte.
La band è salita sul palco dell’Oceana Theater di Brooklyn il 12 ottobre con questo brano originale firmato da Elisa Cipro, Mikee Introna e Federico Malaman.
La finale, condotta da Ema Stokholma, sarà trasmessa in differita a novembre su Rai 2, Rai Italia e disponibile su RaiPlay.
L’INTERVISTA A ELISA CIPRO
Ciao Elisa, raccontaci questa bellissima esperienza al Festival della Musica Italiana di New York
È stata un’esperienza nuova per noi, dato che non avevamo mai partecipato a un concorso prima d’ora. Volevamo esplorare il territorio americano e capire se la nostra proposta artistica potesse interessare al pubblico locale. I feedback ricevuti sono stati incredibilmente positivi e, sul palco ci siamo divertiti moltissimo. Negli Stati Uniti non eravamo mai stati tutti insieme, e vivere New York come gruppo è stato incredibile: una città intensissima, persino più di Londra. È stata una vetrina straordinaria per il nostro Brand, siamo grati di aver avuto la possibilità di esibirci di fronte a una giuria di altissimo livello e davvero orgogliosi di questo secondo posto: un’esperienza che ci ha arricchiti sotto ogni punto di vista.
Come nasce il brano “In questa notte magica”?
Il brano è davvero nato in una notte magica. Avevamo solo 24 ore per presentare un inedito al NYCanta. Siamo un collettivo di musicisti italiani che vive a Londra, quindi siamo abituati a collaborare spesso a distanza e in tanti. La prima versione della canzone è stata scritta da Mikee Introna e arrangiata insieme a Federico Malaman, fenomenale bassista vicentino di fama internazionale. Quando Mikee mi ha proposto il brano, mi è subito piaciuto, ma ho sentito l’esigenza di rielaborarlo: ho riscritto una parte del testo e ne ho adattato l’arrangiamento con il pianista napoletano Lorenzo Campese. Mikee ha accolto con entusiasmo la nuova versione, abbiamo chiamato un po’ di amici nel salotto di casa e insieme abbiamo costruito l’arrangiamento definitivo per quintetto. Il tutto in una notte.
Quanto vi ha formati musicalmente vivere a Londra?
Molto. Alcuni di noi si sono anche laureati a Londra, e vivere in una città così grande e piena di talento ti cambia profondamente dal punto di vista professionale. Ti spinge a essere più preciso, più rigoroso e a curare aspetti della professionalità che, a volte, in Italia vengono un po’ trascurati. Suonare con musicisti da tutto il mondo allarga le vedute, ma, paradossalmente, ti fa anche riscoprire chi sei. In mezzo a così tanta diversità, puoi perderti o ritrovarti e noi crediamo di esserci ritrovati nella nostra identità. È proprio da questa esigenza che nasce Italian Radio Society: un progetto per creare una comunità musicale italiana all’estero, che valorizzi le radici e al tempo stesso accolga la contaminazione culturale. Londra ti insegna che per evolversi bisogna contaminarsi, ma anche saper tornare all’essenziale.
Quanto conta il live per una band come voi?
Il live è tutto. Noi siamo nati come band di cover italiane riarrangiate a modo nostro, quindi le prove in saletta e il palco sono l’anima del nostro progetto. È lì che si crea la vera coesione, l’equilibrio, la sintonia tra i musicisti. Durante i live capisci davvero lo stile della band, i punti di forza di ciascuno e dove serve sostenersi a vicenda. Siamo pronti per una tournée e non vediamo l’ora di annunciare date e condividere i nuovi progetti che abbiamo in cantiere.
Tre aggettivi per descrivere la vostra musica:
Travolgente, senza tempo e raffinata
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