Un tour di sette concerti, più rispettive masterclass, porteranno gli Urban Quartet in alcuni dei più prestigiosi conservatori europei tra il 7 e il 20 novembre.
Gli Urban Quartet sono un ensemble jazz italiano nato tra le aule del Sain Louis di Roma e tutto ciò è reso possibile grazie all’aggiudicazione da parte del Saint Louis Music College del bando SIAE “Per Chi Crea”.
Ciao ragazzi, siete pronti per il vostro prossimo tour? Quali emozioni provate in questo momento?
C’è entusiasmo puro: ogni data è una pagina bianca da scrivere e l’idea di suonare davanti a studenti e musicisti aggiunge un po’ di sana tensione. A parte gli scherzi, c’è una grande voglia di condividere, confrontarci, farci mettere in crisi in senso buono. Questo tour è la più grande possibilità di crescita che potessimo desiderare
E prima di approfondire il tour, parlateci un po’ di voi. Il progetto è nato tra le aule della Saint Louis, ma cosa vi ha spinto ad unirvi in quest’avventura?
L’idea di fondo è stata: “Funziona quando suoniamo insieme, perché non farlo diventare qualcosa di serio?”. Il Saint Louis è stato il nostro terreno d’incontro, ma l’intesa è nata sul “campo”, tra le jam session romane, i chilometri trascorsi in macchina per andare a suonare, i concerti nei club e i palchi dei festival. La costruzione quotidiana di un repertorio e di un orizzonte sonoro condiviso che valorizzi i singoli e l’ensemble è il nostro obiettivo.
È uscito da poco anche il vostro disco “Sofà”, come è nato e qual è il brano a cui siete più legati?
Sofà arriva dopo un lungo percorso: molti dei brani erano già vivi da tempo, suonati in giro anche in altre formazioni, rodati davanti al pubblico. Quando ci siamo riconosciuti come quartetto, abbiamo capito che era arrivato il momento di cristallizzare questa storia in un album. È stato come dire: “Ok, questi brani ora appartengono a noi quattro”. Il più significativo? Sono tutti importanti, non ce n’è uno sopra gli altri, un capitolo di un libro conta come qualsiasi altro per il senso della storia che si vuole raccontare
Parlando di tour: portare la vostra musica nei conservatori di sette Paesi diversi è anche un viaggio culturale. Vi aspettate che ogni città vi restituisca un modo diverso di ascoltare e vivere il jazz?
Suonare in conservatorio significa entrare in un ecosistema di ascolto consapevole. Ma ogni Paese ha un rapporto diverso col jazz: alcuni lo vivono come rito, altri come atto di libertà. Questo per noi è oro, perché ci rimette in discussione continuamente. Ogni tappa sarà una domanda al pubblico e una risposta diversa per noi. A volte sarà entusiasmo, a volte analisi, a volte emozione pura. È proprio questa diversità che speriamo di registrare dentro la musica.
Avendo deciso di registrare tutti i concerti per il vostro prossimo album, cosa sperate emerga da queste performance: l’energia del momento o l’evoluzione del vostro linguaggio in tempo reale?
Forse non cerchiamo un “disco perfetto”, ma un “disco vivo”. L’evoluzione del linguaggio avviene proprio nell’errore trasformato in possibilità, nella frase che nasce nuova ogni sera. Questo è Jazz per noi.
Se poteste scegliere una parola che definisce l’essenza di Urban Quartet nel 2024, quale sarebbe e perché?
Traiettoria. Perché non siamo fermi: sentiamo che il quartetto sta andando da qualche parte, anche quando non sappiamo ancora esattamente dove. Ogni concerto, ogni errore trasformato in possibilità, ogni confronto tra di noi è un angolo nuovo della curva che stiamo disegnando. Il bello è che la direzione non è tracciata in anticipo, ma nasce dal movimento stesso. Il quartetto non è un suono fisso, è un vettore. Siamo costantemente in fase di sviluppo: l’interplay modifica il nostro linguaggio, i live lo deformano e definiscono, il tour lo porterà ancora altrove. Ogni tappa diventa un punto di controllo, ma non una fermata. Il nostro jazz non cerca un arrivo, ma una direzione in continua curvatura.
Le date del tour degli Urban Quartet
7 novembre – Aalborg, Danimarca (w/The Royal Academy of Music-RAMA) – Harmony Festival
10 novembre, La Coruña, Spagna – Conservatorio Superior de Música de A Coruña
12 novembre, Leuven, Belgio – Lemmensinstituut, LUCA School of Arts
14 novembre, Helsinki, Finlandia – Metropolia University of Applied Sciences
17 novembre, Budapest, Ungheria (w/Liszt Ferenc Academy of Music) – Budapest Jazz Club
18 novembre, Danzica, Polonia – StanisÅ‚aw Moniuszko Academy of Music in GdaÅ„sk
20 novembre, IaÈ™i, Romania – “George Enescu” National University of Arts
Tutti i concerti saranno registrati per realizzare il nuovo album del quartetto, interamente dal vivo, che sarà distribuito su tutti i principali store digitali e stampato in serie limitata in vinile.


