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Intervista ad Alan Clark, tastierista dei Dire Straits

Alan Clark nasce a Great Lumley (Inghilterra) il 5 marzo del 1952 ed un tastierista britanico che ha militato nei Dire Straits.

Dopo una brevissima esperienza nei Geordie di Brian Johnson negli anni settanta, entra poi a far parte del gruppo guidato da Mark Knopfler in occasione dell’album Love over Gold (1982), e continua a lavorare con i Dire Straits fino al 1995. Clark ha collaborato con Mark Knopfler anche per alcune colonne sonore, tra cui quella del film Local Hero, in cui peraltro fa una breve apparizione come comparsa nel ruolo del pianista degli “Acetones“, una band scozzese. Clark ha lavorato anche con David Knopfler, il fratello di Mark, nei suoi album da solista. Ha lavorato con Gerry Rafferty, Bob Dylan, Jimmy Nail, Tina Turner, Eric Clapton.

Lo abbiamo contattato e lui, con grande disponibilità, ha risposto con piacere ad alcune nostre domande.

Come si definerrebe, oggi, Alan Clark?

“Come mi definirei oggi? Sono un musicista di 69 anni che, a differenza della maggior parte degli altri, è riuscito ad essere un musicista professionista per tutta la sua vita lavorativa (non ho mai avuto un altro lavoro) e sto ancora andando forte. Sono appena tornato dal lavoro con il produttore Trevor Horn, su un progetto davvero interessante e ho numerosi progetti in programma, inclusa l’uscita del mio disco per pianoforte solista Backstory. Ho molti dischi d’oro/platino (non li ho mai esposti sulle mie pareti), e parecchi premi tra cui Grammy e uno che mi dice che sono un membro della Rock and Roll Hall of Fame. Ma in realtà sono solo un ragazzo che ama la musica.”

Ricordi quando ha capito che saresti diventato un musicista?

“Faccio il musicista da quando avevo 6 anni, quando ho preso lezioni di pianoforte. Il mio primo assaggio di pubblico è stato quando all’età di 8 anni, quando ho suonato il pianoforte per una produzione del Women’s Institute del musical Hello Dolly! Sono diventato un musicista professionista all’età di 13 anni quando ho iniziato a suonare l’organo Hammond nei club di Working Man nel nord dell’Inghilterra. Prima di allora, ho sempre sognato di diventare un artista pubblicitario, ma quando ho iniziato a guadagnare soldi come musicista, mi sono attenuto a quello.”

Quali band o artisti ti hanno maggiormente inflkuenzato nel tuo percorso di crescita professionale?

“Non mi sono mai concentrato su altri musicisti o copiato il loro stile, come hanno fatto e fanno tuttora in molti. Non ho avuto un giradischi fino all’età di 20 anni! In un certo senso ho assorbito quello che ho sentito alla radio e l’ho adattato di conseguenza. Forse la più grande influenza che ho avuto è stata Mark Knopfler, perché quando mi sono unito ai Dire Straits, all’improvviso ho avuto questi brani fantastici che dovevano essere arrangiati e suonati e, ovviamente, anche Mark è un musicista favoloso e la band era fantastica. Ha funzionato bene!”

Durante la tua grande carriera hai lavorato con molti grandi musicisti. C’è qualcuno a cui sei rimasto particolarmente affezzionato?

“Li amo tutti (beh, quasi tutti…). Tuttavia è stato un grande piacere lavorare con Eric Clapton, quindi probabilmente sarà lui la risposta a questa domanda.”

Sei un grande musicista con importanti e prestigiose collaborazoni, puoi dirci qual’è il segreto del tuo sucecsso e quanto lavoro ha richiesto?

“Consiglio sempre ai giovani musicisti di essre pronti, di essere preparati, per quando si presenta la grande opportunità e questo implica lunghe ore a padroneggiare (o tentare di padroneggiare) il proprio strumento. Un altro consiglio è quallo di renderlo sempre divertente e assicurarsi sempre di amare ciò che si sta creando, perché solo se lo ami lo adorerà chiunque altro.


Quando hai scoperto la tua passione per la musica e quale musica ascoltavi quando eri un ragazzo?

Come accennato in precedenza, non avevo un giradischi e ascoltavo solo musica alla radio e alla TV. Spiccano un paio di canzoni quali River Deep, Mountain High, di Ike e Tina Turner e il singolo dei Beatles Revolution. Entrambi questi (e migliaia di altri) sono il motivo per cui sono qui oggi.”

Come hai vissuto l’esperienza della pandemia e che visione hai del fututo della musica dal vivo?

Mi è piaciuto molto essere rinchiuso (ringrazio applicazioni come Face Time). Mi ha dato la possibilità di trascorrere più tempo a casa e nel mio studio, anche se sono stato anche impegnato a lavorare su progetti di altre persone, sia nel mio studio che negli studi di Londra. Mi è mancato suonare dal vivo e non vedo l’ora di fare alcuni concerti che ho in programma nei prossimi mesi, con la band di Trevor Horn e con i DSL (Dire Straits Legacy – NDR), che è una band divertente in cui mi trovo e che suona il repetertorio dei Dire Straits e presenta diversi membri dei Dire Straits insieme a Steve Ferrone di Tom Petty and the Heartbreakers e Trevor Horn. Penso che il business della musica si riprenderà da questa pandemia, ma ci vorrà tempo, forse anni. Nel frattempo, dobbiamo trovare modi alternativi per eseguire musica, proprio come si sono adattati altri settori, fino al giorno in cui tutti saranno vaccinati e il virus finalmente si fotterà!

Che Progetti hai per il tuturo?

“Come detto, ho un album di piano solo, Backstory, in uscita; ci sono progetti per un secondo album di piano e concerti di piano solo; sono coinvolto in diversi progetti di registrazione con artisti importanti; sto scrivendo canzoni, alcune delle quali sono rivolte ad artisti specifici (ho 9 canzoni nei due album più recenti di Renato Zero) e mi sto generalmente divertendo, che è la cosa principale.”

— Onda Musicale

Tags: Dire Straits, Eric Clapton, Mark Knopfler, John Illsley, David Knopfler
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