“Pensiero nomade”. Il termine nomade deriva dal greco “nemò” che significa pascolare. Il rapporto del pastore con la pastorizia è abitato dai nuovi orizzonti, e ciò implica l’idea di provvisorietà, che rimanda alla concezione del continuo camminare.
Questo disco – “Un cerchio perfetto” – è un ritorno alle mie proprie origini culturali, quindi alla Sicilia, ai suoi colori, alla bellezza terribile e inevitabile della mia isola. Poi alle origini della mia musica, quella suonata in maniera naturale, senza troppa elettronica, e anche alle origini stilistiche, certamente; quindi il progressive, il jazz, la musica classica contemporanea». (Salvatore Lazzara)
C’è un aspetto di questo disco che ti cattura fin da subito: la successione dei titoli dei brani. Essi hanno qualcosa da dirci, da comunicarci, da trasmetterci. Proprio come un puzzle: singolarmente hanno un senso; nell’insieme, tutt’altro.
“Bella che danzi” “Quasi non fosse più tempo” sembra essere il verso di una poesia, come se il moto del corpo fermasse il tempo circostante. È rilevante la forza ritmica e percussiva dei due brani, che aprono il disco: cuore che pulsa, danza che invita all’ascolto. “Da qui si vede il mare” alimenta la curiosità: da dove si vede il mare? Forse è un modo per dirci che il mare è lì davanti a noi, e ci aspetta, sempre.
I “Puntini” della pioggia sembrano riaffiorare sulle note del piano d’apertura del brano. Sembra quasi di poterla toccare, la pioggia. “Rugiada nella mani” è il risultato di questa percezione emozionale: l’effetto della rugiada è descritto da una musica bucolica, che rievoca il profumo del bosco dopo la pioggia.
“La forma dell’aria” e “Un cerchio perfetto” sembrano riferirsi alle geometrie del cosmo: da un lato si tenta di dare una forma alla spiritualità, all’aria che esiste ma che non si vede; dall’altro, si cerca di racchiudere il senso della nostra esistenza in un cerchio perfetto, che in realtà non esiste, in quanto siamo esseri umani imperfetti e limitati. Ma si sa che la perfezione non esiste e, in fondo, è meglio così.
“Buio e magia”. La parola irrompe, dolcemente. Non è un caso che la voce sia femminile, quasi ad emulare ciò che nasce dal grembo materno: la vita. Ed è così che il buio e la magia rappresentano tutti i contrasti che “muovono” l’esistenza: tanto può essere quello tra il bene e il male, quanto tra l’amore e l’odio. Dipende tutto da che tipo di emozione recepisce l’ascoltatore. In questo brano è “visibile” la forza soggettiva dell’arte: ciò che la musica esprime può essere interpretato diversamente da ciascuno di noi. Realtà che sfugge, interpretazioni sempre differenti, la difficoltà di controllare tutto ciò che ci succede. “Volti e rivolti” nella affannosa ricerca della verità. Prima o poi si giungerà ad un equilibrio, anche se non ci è dato sapere quando.
“Il suo sorriso antico” “Come tramonto acceso” sembra una frase intenta ad evocare un lontano ricordo, pronto a dissolversi nel profondo dei nostri pensieri, in attesa che la circolarità dell’esistenza – dettata dall’alba e dal tramonto – attui il suo incessante corso. Intense sono – ormai – le emozioni che si provano “Sul finire” del disco e del nostro viaggio emozionale; ciò che ritorna è la voce, da sempre “nomade”, in cerca della sua identità. Ed ecco che torna a farsi sentire, quasi a volerci consolare, magari dopo un arduo viaggio emozionale, per assaporare “tutto ciò, fermandoci al di là della vita” (cit.), che riecheggia nella melodia di “A te che sei”.
Un cerchio perfetto. O meglio, un cerchio che non si chiude mai, proiettando la linea delle emozioni verso un orizzonte indefinito. L’orizzonte del migrante Salvatore Lazzara, musicista siciliano che attraversa i mari della musica contemporanea, nei panni di un eterno viaggiatore che ritorna al passato per solcare nuovi percorsi, nuovi cammini, nuovi orizzonti.
Pensiero Nomade
Salvo Lazzara: chitarre, contrabbasso elettrico, arrangiamenti.
Andrea Pavoni: piano, tastiere, programmazione, arrangiamenti.
Michela Botti: voce.
Davide Guidoni: batterie, percussioni.
Luca Pietropaoli: contrabbasso acustico.
Edmondo Romano: clarinetto, low whistle, sax soprano, flauto basso, flauto dolce contralto.
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Album: Un cerchio perfetto.
Autore: Pensiero Nomade.
Produzione: Filibusta Records (2021).