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Chicago: “In questa città l’omicidio è una forma di intrattenimento”

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Chicago

Un musical ricco e tecnicamente molto ben fatto, ma purtroppo privo di una morale.

“Chicago” è un film musicale del 2002 interpretato da Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones, Richard Gere, John C. Reilly, Lucy Liu e Queen Latifah, ispirato all’omonimo musical di Broadway.

Roxie Hart (Renée Zellweger) è una donna comune, che però ha il sogno di diventare una cantante jazz, ma soprattutto una diva riconosciuta ed amata. Assieme al suo amante lei assiste ad un concerto della già celebre Velma Kelly (Catherine Zeta-Jones), che termina con l’arresto della cantante per aver ucciso suo marito e sua sorella, dopo aver scoperto la loro tresca. Una volta tornati a casa, l’amante rivela a Roxie di averla usata, e di non avere nessun aggancio con il mondo dello spettacolo come le aveva detto. Furiosa e tradita, lei spara uccidendo l’uomo sul colpo. Quando Amos (John C. Reilly) il marito di Roxie torna a casa, lei gli racconta di aver sparato ad un ladro, e il coniuge decide di costituirsi al posto della moglie. Durante un breve interrogatorio della polizia, però, tutta la verità viene a galla e Roxie viene portata in carcere in attesa di giudizio.

In prigione Roxie incontra Velma, le altre detenute per reati simili e la secondina Mama Morton (Queen Latifah). Questa la prende in simpatia, e le suggerisce di rivolgersi all’avvocato Billy Flynn (Richard Gere), che non ha mai perso una causa del genere. Flynn riesce a far diventare Roxie molto popolare sulla stampa, e al processo ottiene la sua assoluzione. Una volta uscita di prigione la donna si propone come cantante in diversi locali, ma la sua popolarità ormai è terminata. Incontra però Velma, che si trova nella stessa situazione, e le due donne decidono di fare assieme uno spettacolo che le porterà al successo.

Retroscena

La storia di “Chicago” parte da molto lontano, addirittura dal 1926, quando venne prodotto l’omonimo musical teatrale scritto da Maurine Dallas Watkins, basato sulle vicende di due vere assassine dell’età d’oro del jazz, Beulah Annan (Roxie Hart) e Belva Gaertner (Velma Kelly); l’anno successivo ne venne tratto un film. Nel 1942 lo stesso soggetto fece da base per la pellicola “Condannatemi se vi riesce” (Roxie Hart) di William A. Wellman con interprete principale Ginger Rogers. Nel 1975 ne venne tratto un nuovo musical teatrale dal titolo “Chicago” con le canzoni scritte da John Kander e Fred Ebb, che verrà riproposto con maggiore successo a partire dal 1996.

La versione cinematografica del 2002 è diretta da Rob Marshall, e tutti gli attori principali hanno eseguito personalmente le parti cantate e ballate. Per la parte di Roxie Hart inizialmente era stata valutata Jennifer Aniston, mentre per quella di Billy Flynn erano stati considerati nientemeno che Michael Jackson e John Travolta.

Recensione

“Chicago” è un musical ricco e tecnicamente molto ben fatto. Catherine Zeta-Jones si rivela un’ottima ballerina, mentre Renée Zellweger si dimostra una brava cantante. Chi si merita veramente il titolo di “attore” è però John C. Reilly, che dà prova di una grande ed espressiva recitazione, specie nella sua scena madre, quella della canzone “Mister Cellophane”. Richard Gere invece di recitare fa il piacione. Un difetto importante di “Chicago” è che ripetutamente da pochi secondi di dialogo viene ricavata una canzone di tre, quattro minuti, durante la quale l’azione rimane ferma. Questo da un lato indispettisce lo spettatore che vorrebbe che la storia andasse avanti, e dall’altra produce canzoni non molto varie.

Il problema principale di “Chicago”, però, sta nella totale mancanza di una morale. Non si tratta di una questione etica, ma tecnica: una morale è importante per dare una motivazione e un senso allo svolgimento del film. “Chicago” inizia con Roxie Hart che uccide una persona e viene incarcerata; fin qui tutto si svolge correttamente. Da questo momento in poi, però, la pellicola diventa un delirio di egocentrismo della protagonista, che più commette reati contro la morale e più viene incensata. Se all’inizio del film il pubblico può solidarizzare con Roxie, più avanti la donna diventa insopportabilmente amorale, come tutti gli altri protagonisti. Solo il personaggio di Amos si salva da questa deriva, ma a causa di ciò viene maltrattato per tutta la durata della pellicola. Di tutt’altro avviso la critica specializzata, che ha conferito a “Chicago” ben sei premi Oscar (compreso quello per il Miglior film), tre Golden Globe e due premi BAFTA.

La critica internazionale

Roger Ebert del Chicago Sun-Times ha assegnato a “Chicago” tre stelle e mezzo su quattro, definendolo “un grande divertimento sfacciato”. Tim Robey del Daily Telegraph ha giudicato la pellicola “il miglior musical degli ultimi 30 anni”. Altre recensioni hanno riscontrato problemi con il film, giudicato troppo lineare, e sono state avanzate piccole lamentele nei confronti delle scelte registiche di Marshall.

L’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha dato a “Chicago” un punteggio di approvazione dell’86%, basato su 262 recensioni, con una valutazione media di 8,00/10. Il consenso critico afferma: “Adattamento entusiasmante ed energico del musical di Broadway, ‘Chicago’ riesce a livello di puro spettacolo, ma fornisce anche un sorprendente livello di profondità e umorismo”. Su Metacritic il film ha un punteggio medio di 81 su 100, basato su 39 critici.

Colonna sonora

La soundtrack di “Chicago” è ricca di canzoni scritte da John Kander e Fred Ebb per il musical del 1975, la più nota delle quali è “And All That Jazz” che apre e chiude il film. Come scritto sopra, tutti gli attori principali hanno eseguito personalmente le loro parti cantate. Rispetto al musical teatrale sono stati tagliati molti brani: “A Little Bit of Good”, “I Can’t Do It Alone (reprise)”, “My Own Best Friend”, “I Know a Girl” e “When Velma Takes the Stand” compaiono infatti solo nella versione on stage. La scena della canzone “Class” è stata filmata ma alla fine stralciata dalla pellicola; è però stata inserita nel DVD del film; il brano è ugualmente rintracciabile nell’album della colonna sonora. La canzone “I Move On” è stata scritta appositamente da John Kander e Fred Ebb per la pellicola, e non è presente nel musical teatrale.

Le tracce sono state pubblicate nella raccolta “Chicago: Music From the Miramax Motion Picture” e questa è la scaletta:

  1. Overture/And All that Jazz (1975) – (J. Kander, F. Ebb) Catherine Zeta-Jones
  2. Funny Honey (1975) – (J. Kander, F. Ebb) Renée Zellweger
  3. When You’re Good to Mama (1975) – (J. Kander, F. Ebb) Queen Latifah
  4. Cell Block Tango (1975) – (J. Kander, F. Ebb) C. Zeta-Jones, S. Misner, D. Faye, D. Goodwin, E. Chtchelkanova, M. Harrison
  5. All I Care About (is Love) (1975) – (J. Kander, F. Ebb) Richard Gere
  6. We Both Reached for the Gun (1975) – (J. Kander, F. Ebb) R. Gere, Christine Baranski
  7. Roxie (1975) – (J. Kander, F. Ebb) R. Zellweger
  8. I Can’t Do It Alone (1975) – (J. Kander, F. Ebb) C. Zeta-Jones
  9. Mister Cellophane (1975) – (J. Kander, F. Ebb) John C. Reilly
  10. Razzle Dazzle (1975) – (J. Kander, F. Ebb) R. Gere
  11. Class (1975) – (J. Kander, F. Ebb) C. Zeta-Jones, Q. Latifah
  12. Nowadays (1975) – (J. Kander, F. Ebb) R. Zellweger
  13. Nowadays/Hot Honey Rag (1996) – (J. Kander, F. Ebb) R. Zellweger, C. Zeta-Jones
  14. I Move On (2002) – (J. Kander, F. Ebb) R. Zellweger, C. Zeta-Jones
  15. After Midnight (2002) – (D. Elfman) strumentale
  16. Roxie’s Suite (2002) – (D. Elfman) strumentale
  17. Cell Block Tango/He Had It Comin’ (2002) – (J. Kander, F. Ebb) Q. Latifah, Lil’ Kim, Macy Gray
  18. Love Is a Crime (2002) – (G. Lawson, D. Rich, D. Sharpe, R. Wake) Anastacia

Gli ultimi due brani compaiono solo in questa raccolta e non nel film. Sono invece udibili nella pellicola ma non comprese nell’album le seguenti canzoni:

  1. Raisin’ the Roof (1929) – Jimmy McHugh, Dorothy Fields
  2. Chicago (1922) – Fred Fisher
  3. Me and My Baby (1975) – John Kander, Fred Ebb
  4. Tap Dance – Perry Cavari
  5. And All That Jazz/End Credits (1975) – (John Kander, Fred Ebb) Catherine Zeta-Jones
  6. Exit Music (1975) – John Kander

— Onda Musicale

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