Soundtrack

Il padrino: “Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare”

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Il padrino

Un capolavoro con attori di una bravura mostruosa e le meravigliose musiche di Nino Rota.

“Il padrino” è il primo film della trilogia omonima realizzata da Francis Ford Coppola tra il 1972 e il 1990. La serie racconta l’ascesa e il dominio criminale della potente famiglia italoamericana Corleone, negli Stati Uniti del XX secolo. La prima pellicola in particolare vede come protagonisti il boss don Vito Corleone e suo figlio Michael.

La trama

Nella New York della metà del secolo scorso, don Vito Corleone (Marlon Brando) è il temuto capo di una grande organizzazione mafiosa. L’aver messo le mani nel gioco d’azzardo, nella prostituzione e nei racket sindacali ha reso il suo clan uno tra i cinque più potenti della città. Don Vito elargisce favori a chi gliene chiede, ma in cambio pretende devozione e riconoscenza assoluta. Fanno parte della famiglia anche i suoi figli: Santino (James Caan) che scalpita per prendere il posto del padre, Fredo (John Cazale) che si dimostra meno capace degli altri e il figliastro Tom Hagen (Robert Duvall) nominato braccio destro del capo. Si tengono invece lontani dagli affari di famiglia i più giovani Michael (Al Pacino) e Connie (Talia Shire).

Durante la festa di nozze di Connie don Vito riceve la visita di un uomo chiamato “il Turco”, che gli propone di fondare un cartello della droga assieme al clan Tattaglia. Il rifiuto di Corleone scatenerà una guerra tra le cinque famiglie mafiose fatto di attentati reciproci. Quando in uno di questi rimane gravemente ferito don Vito, il suo ruolo è temporaneamente preso da Santino. Michael, che fino a quel momento si era rifiutato di entrare negli affari di famiglia, gli chiede e ottiene l’autorizzazione ad uccidere i mandanti dell’attentato al padre. In seguito al gesto il ragazzo si trasferisce in Sicilia per non essere rintracciato.

Santino viene ucciso in un agguato; poco tempo dopo don Vito si riprende, e prostrato dalla morte del figlio decide di accettare una tregua con le altre famiglie mafiose. In Italia Michael sposa Apollonia (Simonetta Stefanelli) che purtroppo rimane vittima di un attentato al posto del marito. Vedendo che la criminalità lo ha raggiunto anche lì, Michael decide di ritornare negli Stati Uniti.

Il ragazzo prende il posto di Santino negli affari di famiglia, e poco dopo don Vito si ritira continuando a consigliare il figlio da dietro le quinte. Successivamente il vecchio capofamiglia muore per cause naturali, e Michael riceve una proposta dagli altri clan per stipulare una nuova tregua. Ricordando i consigli che il padre gli ha lasciato prima di morire, il ragazzo capisce che si tratta di una trappola, e fa uccidere uno ad uno i capifamiglia avversari. Michael è ora ufficialmente riconosciuto e temuto da tutti come nuovo padrino.

Preproduzione

Il romanzo “Il padrino”, pubblicato da Mario Puzo nel 1969, fu un immediato e annunciato best seller, tant’è che la Paramount Pictures si interessò all’acquisto dei diritti per ricavarne un film già nel 1967, quando il testo non era ancora completato. Prima che iniziasse la produzione della pellicola, la notizia di una trasposizione cinematografica de “Il padrino” aveva già provocato allarmi. Frank Sinatra, al quale Mario Puzo si era ispirato per il personaggio del cantante e attore Johnny Fontane, fece pressione sulla produzione affinché nel film questo collegamento non fosse evidente. Perfino il vero capomafia Joseph Colombo fece partire una campagna per boicottare la realizzazione de “Il padrino”. Il produttore esecutivo Albert S. Ruddy dovette scendere a patti con il boss, giungendo all’accordo che la parola “mafia” non sarebbe mai stata pronunciata nella pellicola.

Robert Evans, presidente della Paramount e produttore del film, decise che per dirigere il film era necessario un regista di origini italiane. Per primo venne contattato Sergio Leone, il quale però rifiutò perché già impegnato nelle riprese di “C’era una volta in America”. Scartata l’opzione principale, vennero contattati senza successo altri registi, finché non si arrivò al nome di Francis Ford Coppola, allora solo trentaduenne.

Gli interpreti

Per il ruolo di don Vito Corleone vennero valutati molti attori, tra cui Orson Welles, Gian Maria Volonté e Laurence Olivier, ma il regista insistette per dare la parte a Marlon Brando. L’attore all’epoca aveva soli quarantasette anni, ma al provino ebbe l’idea di mettersi del cotone in bocca per assumere una “faccia da bulldog” che lo mostrasse appesantito e più anziano, e ottenne il ruolo.

La parte di Michael secondo la produzione andava affidata a Jack Nicholson, Dustin Hoffman, Robert Redford, Ryan O’Neal o James Caan, ma anche questa volta Coppola riuscì ad imporre la sua idea ingaggiando il semisconosciuto Al Pacino. Per il personaggio di Santino fece un buon provino Robert De Niro, ma il regista preferì affidare la parte a James Caan, con il parere favorevole di Marlon Brando. Il ruolo di Tom Hagen vide in lizza Bruce Dern, Paul Newman e Steve McQueen ma la scelta cadde su Robert Duvall, anche lui sostenuto da Coppola.

Per la parte di Apollonia la prima opzione fu Stefania Sandrelli, che la rifiutò lasciando il campo libero alla semi-esordiente Simonetta Stefanelli, all’epoca sedicenne. Tra gli attori provinati dalla produzione figurano anche un giovane e sconosciuto Sylvester Stallone (per il ruolo di Carlo Rizzi, il violento marito di Connie, alla fine interpretato da Gianni Russo) e Mia Farrow (per Kay Adams, moglie di Michael, parte poi andata a Diane Keaton).

Ben tre membri della famiglia del regista compaiono nella pellicola: la sorella Talia Shire interpreta Connie, il padre Carmine Coppola è l’uomo che suona il piano alla festa di matrimonio, mentre il neonato Michael Francis Rizzi altri non è che Sofia Coppola, figlia di Francis Ford, che diversi anni più tardi seguirà le orme paterne dirigendo diversi film (tra cui ricordiamo “Marie Antoinette”).

James Caan, Marlon Brando, Al Pacino e John Cazale in una scena del film

Il successo

Alla sua uscita il film incassò 286.234.000 dollari a livello globale, di cui 86 milioni negli Stati Uniti e 135 milioni nell’intera America. Anche in Italia fu un successo, raggiungendo i 10 miliardi di lire (attualizzati in 58.202.000 euro). Nemmeno la casa di produzione si aspettava un simile successo. A oggi gli incassi de “Il padrino” corrispondono a 1.144.234.000 dollari.

Ai Premi Oscar 1973 la pellicola si presentò con ben dieci nomination, vincendone tre: miglior film (Albert S. Ruddy), miglior attore protagonista (Marlon Brando), miglior sceneggiatura non originale (Mario Puzo e Francis Ford Coppola). Marlon Brando rifiutò il premio in segno di protesta verso i maltrattamenti subiti dai nativi d’America da parte degli Stati Uniti e di Hollywood.

Un tale successo spinse i produttori a realizzare subito il successivo capitolo “Il padrino – Parte II” nel 1974, al quale seguì a molti anni di distanza “Il padrino – Parte III” nel 1990, tutti diretti da Francis Ford Coppola. Era stato ipotizzato anche un possibile ulteriore sequel, abbandonato in seguito alla scomparsa di Mario Puzo nel 1999.

Nel 2020 HBO ha annunciato di aver messo in produzioneFrancis And The Godfather“, pellicola dedicata alla genesi del film “Il padrino” con la regia di Barry Levinson, soggetto e sceneggiatura di Andrew Farotte. Come interpreti finora sono trapelati i nomi di Jake Gyllenhaal nei panni del presidente della Paramount Robert Evans e Oscar Isaac in quelli di Francis Ford Coppola. Al momento non sono disponibili altri dettagli, né la data di uscita.

Recensione

“Il padrino” è un capolavoro, non ci sono altri termini per definirlo. Gli attori sono di una bravura mostruosa nel tratteggiare personaggi non facili, rendendoli immediatamente iconici. Marlon Brando è irraggiungibile ancora oggi nella sua interpretazione, tanto che la sua immagine rimane legata a quel personaggio nonostante i molti ruoli da lui interpretati in carriera. Statuario e monumentale, nel film Brando è un gigante al centro della scena, che ruota tutta attorno a lui. Al Pacino risulta credibilissimo nel difficile impegno di rappresentare un personaggio che cambia e si evolve nel tempo: a inizio pellicola schivo e disinteressato agli affari di famiglia, poi sempre più presente fino a diventare il nuovo padrino.

Naturalmente il merito non è solo degli attori: la regia de “Il padrino” è spettacolare. Granitica e drammatica come i suoi personaggi, riesce a far vivere allo spettatore la storia, immergendolo nella vita di una famiglia mafiosa negli Stati Uniti di metà secolo scorso. Al solito quando si tratta di film del genere, il consiglio è quello di fruirne in lingua originale, in modo da poter sentire gli attori parlare in “Broccolino”, il gergo degli Italiani residenti a New York (il cui curioso nome deriva dal quartiere di Brooklyn).

Il film è stato immediatamente considerato una delle migliori pellicole mai realizzate, e ha influenzato il cinema nei decenni successivi. Basta pensare a quanto deve a “Il padrino” un film recente come The Irishman. Parte del successo della pellicola è data anche dalla sua colonna sonora – di cui tutti conosciamo perfettamente il tema più famoso – meravigliosamente composta da Nino Rota.

Colonna sonora

Il compositore milanese Nino Rota realizzò la sua prima soundtrack a ventidue anni, per un film semi-amatoriale nel 1933, ma fu poi l’aver fatto conoscenza con Federico Fellini scrivendo le musiche per “Lo sceicco bianco” (1952) che gli aprì definitivamente le porte del cinema. Rota lavorò anche con Luchino Visconti componendo le musiche per “Rocco e i suoi fratelli” (1960) e “Il Gattopardo” (1963). Nel 1968 è la volta della colonna sonora di “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli, che gli farà vincere un Nastro d’argento e lo renderà celebre a livello internazionale, fino ad arrivare a “Il padrino”.

Le musiche di Nino Rota caratterizzano indissolubilmente la pellicola, facendo vivere allo spettatore lo stereotipo della Sicilia anche se la storia è ambientata a New York. Il brano “Love Theme From The Godfather”, oltre che universalmente noto, è diventato simbolo stesso del film.

Una pellicola che vede protagonista una famiglia italo-americana non può non contenere musica del nostro Paese nella colonna sonora. Possiamo udire infatti “Luna mezz’o mare” di Paolo Citarella nella versione di Morgana King, assieme ad un “Antico canto siciliano”. Stiamo pur sempre parlando di un film USA, pertanto nelle scene ambientate a Natale non possono mancare “Have Yourself a Merry Little Christmas” cantata da Al Martino, e “Santa Claus Is Coming To Town” di Haven Gillespie e J. Fred Coots. Immancabile la musica classica, che scomoda Bach, Mozart e Verdi. C’è persino la tradizionale “For He’s a Jolly Good Fellow” che noi conosciamo come “Perché è un bravo ragazzo” intonata dal cast.

Nel 1972 la colonna sonora del film di Coppola venne pubblicata in una raccolta intitolata “Il padrino (The Godfather)”. Le canzoni sono tutte composte da Nino Rota e dirette da Carlo Savina, tranne il brano “I Have But One Heart” cantato da Al Martino (che nel film interpreta Johnny Fontane) e “Connie’s Wedding” suonata da Carmine Coppola.

Questa è la scaletta ufficiale:

  1. Main Title (The Godfather Waltz)
  2. I Have But One Heart – (Johnny Farrow e Marty Symes) cantata da Al Martino
  3. The Pickup
  4. Connie’s Wedding – Carmine Coppola
  5. The Halls of Fear
  6. Sicilian Pastorale
  7. Love Theme From The Godfather
  8. The Godfather Waltz
  9. Apollonia
  10. The New Godfather
  11. Baptism
  12. The Godfather Finale

Sono udibili nel film ma rimangono escluse dalla pubblicazione

  1. Mall Wedding Sequence – Carmine Coppola
  2. Luna mezz’o mare (“C’è La Luna”) – (Paolo Citarella) Morgana King
  3. Manhattan Serenade – (Louis Alter) Tommy Dorsey & His Orchestra
  4. Have Yourself a Merry Little Christmas – (Hugh Martin, Ralph Blane) Al Martino
  5. Santa Claus Is Coming To Town – Haven Gillespie, J. Fred Coots
  6. The Bells of St. Mary’s – Emmett Adams, Douglas Furber
  7. All Of My Life – Irving Berlin
  8. Mona Lisa – Jay Livingston, Ray Evans
  9. Passacaglia e tema fugato in do minore, BWV 582 – Johann Sebastian Bach
  10. Non so più (da “Le nozze di Figaro” Atto I, Scena V) – Wolfgang Amadeus Mozart
  11. Brindisi (Libiamo ne’ lieti calici) da “La Traviata” – Giuseppe Verdi,
  12. This Loneliness – Carmine Coppola
  13. For He’s a Jolly Good Fellow (Perché è un bravo ragazzo) – (Tradizionale) cantata dal cast
  14. Antico canto siciliano
  15. Solid Potato Salad – Don Raye, Gene de Paul

— Onda Musicale

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