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Un disco per il week end: l’esordio degli Emerson, Lake & Palmer

Siamo nell’America del 1969 ed è una serata molto particolare, infatti stanno per esibirsi sullo stesso palco i King Crimson ed i Nice. È normale in questi casi scambiare quattro chiacchiere tra band, ma che succede quando a parlare sono Greg Lake e Keith Emerson?

Semplicemente si trova l’iniziale giusta alchimia tra due autentiche icone, oggi purtroppo scomparse, che avevano già qualche problema all’interno delle loro rispettive band. Alcuni membri dei Crimson stavano per mollare il gruppo, esausti dal tour di In the Court of the Crimson King, mentre Emerson sentiva che la voce di Lee Jackson non era quella adatta per le sue composizioni.

L’occasione è quella giusta e gli stili dei due musicisti sembrano coincidere, ma manca ancora il batterista. Tra i vari, Mitch Mitchell della Jimi Hendrix Experience compreso, ai due viene raccomandato il giovane Carl Palmer proveniente dagli Atomic Rooster.

È il 1970 e sono nati ufficialmente gli Emerson, Lake & Palmer (spesso abbreviati anche in ELP), un trio che ha scritto pagine intere di storia del progressive rock a partire da questo primo album omonimo.

The Barbarian: rivisitazione progressiva dell’Allegro Barbaro, opera del compositore e musicologo ungherese Béla Bartók, completamente strumentale. Da ricordare come i compositori, specialmente quelli classici, abbiano influenzato pesantemente Keith Emerson il quale, da ragazzo, era solito andare in giro con letteralmente le sonate di Bach e Beethoven sotto braccio.

Il brano comunque fa capire da subito le potenzialità ed il futuro sound degli ELP grazie ai giri psichedelici e classicheggianti di Emerson, la chitarra ed il basso distorti di Lake ed i vorticosi giri di batteria di Palmer.

Take a Pebble: un delicato strumming acustico di Lake, seguito dai giri al piano di Emerson, la cui voce ricorda quella sensibilità toccata in brani come I Talk to the Wind ed Epitaphai tempi dei King Crimson.

Il testo parla di una storia ormai finita (shreds of our memories are lying on your grass) che lascia spazio ad un’infinita tristezza ed al ricordo/rimpianto generato da un ciottolo scagliato in mare.

La seconda parte del lungo brano, più di 12 minuti, vede lo scatenarsi di Emerson e Palmer in armonie a metà strada tra musica classica e jazz. Un netto contrasto rispetto alle atmosfere eteree e malinconiche della prima parte.

Knife Edge: basso e voce di Lake sono i protagonisti indiscussi dei primi secondi di canzone, ma non si sfugge al mitico Hammond di Emerson che mostra tutto il suo virtuosismo e le varie sonorità, gustatevi quelle più spaziali verso la fine accanto alla marcetta basso – batteria. Brano comunque dal testo abbastanza enigmatico basato sull’equilibrio dai vaghi richiami fantasy.

The Three Fates: Clotho, Lachesis ed Atropos secondo l’antica mitologia greca, ma ritrovabili anche in quella norrena, erano le tre parche che tessevano il fato degli uomini ed erano anche la causa della sua morte. Un taglio netto al filo dell’esistenza e la vita terminava.

Esse venivano spesso rappresentate come oscure fanciulle o come delle vecchie intente a tessere per l’appunto. Detto questo ditemi se queste tre suite scritte da Emerson non vi fanno venire in mente questi scenari classici.

Da notare poi il passaggio dalle sonate per piano, prima due parti, alla follia progressiva dell’ultima. Decisamente niente a che vedere con le parche del coloratissimo e divertente film Disney Hercules (1997).

Tank: altro strumentale però questa volta firmato Emerson e Palmer, quest’ultimo regala un assolo formidabile di batteria, il cui titolo non mancherà di far venire in mente ai fan più accaniti l’armadillo – carro armato di del successivo Tarkus (1971). Ascoltatevi il brano a tutto volume per goderne appieno ogni singola sfumatura!

Lucky Man: delicata ballata acustica finale scritta quando Lake aveva solo 12 anni, credo che avesse già intuito il suo futuro come musicista, con un brevissimo intervento di chitarra elettrica tra i vari accordi ed arpeggi acustici.

Si dice che il brano non avesse convinto del tutto Robert Fripp ai tempi in cui Greg Lake militava nella storica formazione del Re Cremisi. Un testo abbastanza breve, ma che colpisce per la sua efficacia contro la guerra.

Nel brano comunque la batteria di Palmer è più delicata, i cori epici e l’assolo finale di Emerson al Moog è praticamente storia. Da ricordare che l’assolo si può anche udire in uno spezzone dei Simpson nel quale Homer trova un album degli ELP e guida inebriato dall’assolo in questione).

Giudizio sintetico: il perfetto esordio per una delle formazione più amate all’interno di quel vasto mondo che è il progressive rock

Copertina: l’artista inglese Nic Dartnell firma la copertina con l’iconico volatile bianco che libra le sue ali

Etichetta: Island

Formazione: Keith Emerson (pianoforte, tastiere, Moog, Hammond, organo), Greg Lake (voce, basso e chitarre) e Carl Palmer (batteria e percussioni)

Vanni Versini

— Onda Musicale

Tags: Bach, In the Court of the Crimson King, Beethoven, Simpson, Robert Fripp, Nice, Mitch Mitchell, Tarkus, Prog Rock, Carl Palmer, King Crimson, Atomic Rooster, Keith Emerson, ELP, Lake & Palmer, Vanni Versini, Emerson, Walt Disney, Jimi Hendrix, Greg Lake
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