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29 gennaio 1979: la strage di “I Don’t Like Mondays”

Tutti conoscono “I Don’t Like Mondays” dei Boomtown Rats, un allegro brano scritto da Bob Geldof. Meno noto è che il suo autore sia stato ispirato nella composizione da un fatto di cronaca nera.

La vicenda è ambientata a San Diego (California) nella mattina del 29 gennaio 1979, un lunedì. Come ogni giorno la sedicenne Brenda Ann Spencer si sveglia sul materasso appoggiato sul pavimento del soggiorno, in mezzo a bottiglie vuote di alcolici. Da quando i suoi genitori si sono separati lei vive con il padre in povertà. Brenda è una ragazzina dai capelli rossi e il temperamento ribelle; una caduta dalla bicicletta di qualche tempo prima le ha causato una lesione al lobo temporale, ma lei ancora non lo sa. Ultimamente mostra antipatia nei confronti dei poliziotti, e ha anche parlato di ucciderne uno. Ha inoltre espresso l’intenzione di fare qualcosa di grande per finire in televisione.

A Brenda non piace andare a scuola, e spesso va in marina. Per questo motivo deve frequentare una struttura per studenti problematici, dove però ha manifestato tendenze suicide. Nell’estate del 1978 è stata arrestata per aver sparato con una pistola a pallini alle finestre della Grover Cleveland Elementary School e per furto con scasso. Nel dicembre dello stesso anno una valutazione medica ne ha consigliato il ricovero in un ospedale psichiatrico per depressione, ma il padre non ha acconsentito. Per Natale la ragazza ha chiesto in regalo una radio, ma il padre le ha donato un fucile calibro 2222 Ruger 10/22 con mirino telescopico e ben 500 colpi di munizioni. “Sentivo che voleva che io mi uccidessi”, dichiarerà Brenda qualche tempo dopo.

Ritorniamo al mattino di lunedì 29 gennaio 1979

Anche oggi Brenda deve andare a scuola, ma non ne ha voglia. La ragazza apre la finestra e guarda sull’altro lato della strada i bambini che attendono l’apertura del cancello della Grover Cleveland Elementary School, poi prende il fucile e inizia a sparargli, ferendone otto. Il preside e un custode della scuola intervengono subito per portare via i bambini, e Brenda centra anche loro, uccidendoli. In seguito ad una chiamata giunge sul posto un poliziotto, e pure lui viene ammazzato. Dopo aver sparato trenta colpi la ragazza si barrica in casa. La notizia della sparatoria si diffonde presto, e un giornalista telefona a casa Spencer. Risponde Brenda, che ammette tutto e alla domanda “Dimmi perché” ribatte solamente “Non mi piacciono i lunedì. Volevo animare un po’ la giornata”.

Mentre Bob Geldof si trova ospite presso una stazione radiofonica di Atlanta per un’intervista, la notizia arriva tramite telex e viene letta in diretta. La mancanza assoluta di un collegamento tra il lunedì e l’uccidere persone (se non nella mente di Brenda Ann Spencer) lo spinge a riflettere e a scrivere “I Don’t Like Mondays”.

Lo stesso Geldof raccontò così la vicenda:

Facevo un’intervista radiofonica ad Atlanta con Fingers e c’era una macchina del telex accanto a me. L’ho letto mentre usciva. Non amare i lunedì come motivo per uccidere qualcuno è un po’ strano. Ci stavo pensando mentre tornavamo in hotel e avevo appena detto che ‘il chip di silicio nella sua testa era passato al sovraccarico’, così l’ho scritto. E i giornalisti che l’hanno intervistata le hanno chiesto: ‘Dimmi perché’ È stato un atto così insensato. Era il perfetto atto insensato e questo era il perfetto motivo insensato per farlo. Quindi forse ho scritto la canzone perfettamente insensata per illustrarlo. Non è stato un tentativo di sfruttare la tragedia.”

I signori Spencer cercarono di impedire l’uscita del singolo di “I Don’t Like Mondays” negli Stati Uniti, senza riuscirvi. Alcune radio di San Diego si rifiutarono però di trasmettere la canzone per anni, per rispettare la sensibilità della popolazione locale. Anche a causa di questo il brano raggiunse solo la posizione numero 73 nella US Billboard Hot 100, ma conquistò la numero 1 nella classifica inglese, mantenendola per quattro settimane nell’estate del 1979. Vinse inoltre gli Ivor Novello Awards nelle categorie “Best Pop Song” e “Outstanding British Lyric”.

Al processo Brenda venne trattata come una persona adulta, e si dichiarò colpevole di due capi di omicidio e aggressione con un’arma mortale. Il 4 aprile 1980, il giorno dopo il suo diciottesimo compleanno, fu condannata alla reclusione a vita. La ragazza scrisse a Bob Geldof dicendo di essere orgogliosa di quello che aveva fatto, perché l’aveva resa famosa. Oggi Brenda Ann Spencer ha 56 anni e si trova ancora in prigione.

 

 

— Onda Musicale

Tags: Bob Geldof
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