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The Beatles: “1 (One)” [2000 – 2015]

Scoprire un gruppo rock potrebbe essere paragonato alla scoperta del fuoco oppure dell’America: si tratta insomma di eventi chiaramente etichettabili come eccezionali, in una dimensione mondiale oppure strettamente personale.

Le scoperte, come generalmente avviene, possono essere più o meno precedute da esplorazioni preliminari oppure essere fortuite. In questo secondo caso, paragonabile a una folgorazione, l’impatto col gruppo può avvenire tramite una loro canzone (magari la più celebre), oppure tramite una raccolta dei migliori brani del loro più o meno vasto repertorio.

L’ascolto di un cd di greatest hits è la strada più semplice e sicura per scoprire se con un gruppo si può creare quella chimica che, in seguito, ti porterà ad approfondirne la produzione ascoltandone e studiandone i dischi uno alla volta, senza necessariamente andare in rigoroso ordine cronologico. L’esplorazione piace perché segue un percorso assolutamente libero, che andrà a stratificarsi in una raccolta di ricordi.

Nel caso dei Beatles, mia grandissima passione (nel caso qualcuno non l’avesse ancora capito), la loro scoperta avvenne nel lontano 2000 (detto così sembro vecchio, ma posso tranquillamente affermare che 19 anni di ininterrotta fedeltà non sono affatto pochi).

A dieci anni (ma anche un pochino prima) inizi ad ascoltare la musica in maniera un po’ meno passiva rispetto a quell’età in cui sono gli adulti a decidere che musica farti sentire, piazzando un cd (o audiocassetta) nello stereo di casa.

Se la passione (o malattia) per i Beatles me la porto appresso da così tanto tempo, il merito (o la colpa) è di mia zia Martina. Su consiglio di un amico, aveva acquistato 1 (One), sino a quel momento la più recente raccolta di successi del quartetto di Liverpool. A livello discografico mondiale One andava ad aggiungersi a storiche raccolte già affermate come 1962-1966 (nota come album rosso, contraddistinta da uno degli scatti dei quattro che vennero realizzati per il primo LP del 1963, Please Please Me), 1967-1970 (nota come album blu, con in copertina una foto del gruppo concepita nella stessa posa del ‘63 per l’abortito disco Get Back) e Past Masters, divisa in volume I e volume II.

Le tre opere qui indicate, uscite tra il 1973 e il 1988, raccoglievano – seppur con scalette differenti – una selezione dei migliori brani del gruppo durante la loro carriera ufficiale, partita con “Love Me Do” nell’Ottobre 1962 e conclusasi gloriosamente con “The Long And Winding Road” nel Giugno 1970.

La copertina di 1 (One) si caratterizza per un’estrema semplicità – un numero uno di colore giallo che risalta per il forte contrasto con lo sfondo rosso. Nella sua versione remixata del 2015 l’album si nota per l’inversione cromatica dei colori poc’anzi detti (e non solo, ma lo vedremo dopo).

Quando ascoltai il disco, guardai sì la copertina, ma non più di tanto. Mi colpì la musica: quelle melodie così agili, quegli accordi così vivi, mi conquistarono così rapidamente che per i Beatles fu amore immediato! La mia passione consapevole per la musica poteva dire di essere iniziata in quel momento. Il libretto del cd rincarava la dose, perché mi rendeva assai familiari i volti di John, Paul, George e Ringo – quasi fossero degli amici virtuali – e perché mi affascinava con la sua rassegna grafico-fotografica delle copertine dei singoli a livello mondiale (con traduzioni che rendessero il senso dei titoli originali dei pezzi).

Pensandoci sopra a distanza di anni, le copertine del libretto sono un modo piacevolissimo per contemplare le edizioni dei singoli senza doversi svenare a recuperarle in giro per i mercatini dell’antiquariato, dove gli appassionati sanno perfettamente che l’occasione ghiotta è in perenne agguato. Oltretutto, non possedendo un giradischi, ammirare le copertine dei 45 giri è comunque una grande soddisfazione, perché osservandole hai davanti la Storia.

Quando mettevi il cd nello stereo, iniziava un meraviglioso viaggio negli anni Sessanta, epoca che musicalmente immaginavo affascinante e che ancora adesso noto di prediligere a livello di gusti musicali. Lasciandosi avvolgere, soprattutto a dieci anni d’età, da melodie che scintillavano ancora dopo più di trent’anni (cinquanta – quasi sessanta – ai nostri giorni, ahimè!) un bambino volava con la fantasia e il cuore in compagnia di quei ragazzi straordinari che avevano scritto alcune tra le pagine più belle e grandiose della musica moderna.

Una bellezza che faceva girare la testa dall’emozione! L’immersione nelle canzoni a firma Lennon – McCartney era talmente forte che ti sembrava di averli vissuti con loro quegli anni straordinari, memorabili, dal ricordo immortale. Tra le conseguenze più concrete di questa massiccia esposizione alle note beatlesiane ovviamente vi era l’aver imparato a memoria le canzoni del cd, con il rischio di logorare seriamente la pazienza della mia famiglia, costretta a sorbirsi la mia ossessione per i Beatles.

Riguardo alla struttura di 1 (One) è affascinante notare come il titolo si riferisca ai numeri uno, cioè le canzoni che vennero pubblicate come singolo e che si piazzarono in testa alle classifiche più importanti a livello internazionale, cioè quella britannica e quella statunitense. Nel Regno Unito i dischi più venduti erano censiti dal giornale Record Retailer (fondato nel 1959 e attualmente attivo con il nome di Music Week) e negli Stati Uniti dalla rivista Billboard (nata addirittura nel 1894).

La scaletta di 1 (One) fu l’ultimo progetto al quale presero parte tre dei quattro Beatles, dato che Harrison si spense per un cancro ai polmoni poco più di un anno dopo l’uscita del disco. Non possiamo sorvolare sul fatto che la realizzazione di questa raccolta fu coordinata dal caro George Martin. Sembrava di essere tornati indietro di più di trent’anni!

Osservando il catalogo dei singoli, notiamo come il gruppo ne abbia pubblicati ben 63 in un arco di tempo che va dal 1962 al 1996 (cioè dal periodo Amburghese sino all’uscita dei tre volumi dell’Anthology). Si decise pertanto di selezionare, pur con qualche accorgimento, solo quelli pubblicati durante la carriera universalmente conosciuta, dal 1962 al 1970. 27 colpi da maestro. Numero che costituiva un compromesso tra classifiche (e mercati discografici) che spesso ragionavano con criteri differenti, dal momento che se nel Regno Unito un singolo poteva avere “due Lati A” – composto quindi da due pezzi prominenti e potenti, cioè alla pari, es. “Strawberry Fields Forever” / “Penny Lane”negli Stati Uniti diventava un singolo più comune, con un Lato A e un Lato B (generalmente quello dei brani di minore impatto, stando all’ottica dell’etichetta discografica che li pubblicava).

Per fare un esempio: in America “The Long And Winding Road / For Your Blue” vide una promozione più marcata per il primo pezzo, mentre il secondo venne messo un po’ in ombra. Altro esempio sulla falsariga di quest’ultimo: sempre in America, “We Can Work It Out” fu numero 1 come nel Regno Unito, dove anche l’altro pezzo, “Day Tripper”, si piazzò al n.1 (si trattava di un doppio Lato A).

La scaletta pensata da Martin e soci era la seguente: “Love Me Do” (1962) / “From Me To You” (1963) / “She Loves You” (1963) / “I Want To Hold Your Hand” (1964) / “Can’t Buy Me Love” (1964) / “A Hard Day’s Night” (1964) / “I Feel Fine” (1965) / “Eight Days A Week” (1964) / “Ticket To Ride” (1965) / “Help!” (1965) / “Yesterday” (1965) / “Day Tripper” (1965) / “We Can Work It Out” (1965) / “Paperback Writer” (1966) / “Yellow Submarine” (1966) / “Eleanor Rigby” (1966) / “Penny Lane” (1967) / “All You Need Is Love” (1967) / “Hello Goodbye” (1967) / “Lady Madonna” (1968) / “Hey Jude” (1968) / “Get Back” (versione album 1970) / “The Ballad Of John And Yoko” (1969) / “Something” (1969) / “Come Together“ (1969) / “Let It Be” [album version] (1970) / “The Long And Winding Road“ [album version] (1970)

1 (One) a tutt’oggi non ha smesso di mietere successi, dal momento che la sua riedizione remixata del 2015 ha contribuito a prolungare l’interesse in esso e nel gruppo di cui è espressione, grazie anche al fatto che nella confezione base il cd è accompagnato da un dvd composto dal filmato o dal video associato a ciascuna canzone. Quindi la goduria è doppia! Invece gli appassionati che si son voluti trattare con particolare riguardo quasi certamente avranno acquistato la versione 1+, composta da 1 cd e due blu-ray.

In conclusione, 1 (One) è una delle solide prove che contribuiscono a mantenere intatti nel tempo la grandezza e il fascino del gruppo più celebre della Storia, conquistatore di record rimasti imbattuti sino a pochissimi anni fa (l’imbattibilità pluridecennale è anch’essa un record impossibile da dimenticare).

— Onda Musicale

Tags: The Beatles
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