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Un disco per il week end: In the Court of the Crimson King dei King Crimson

Siamo negli anni ’60 ed il mondo della musica è in costante cambiamento grazie all’influenza di Inghiterra e Stati Uniti. Sempre più gruppi e generi si affacciano sul vasto oceano del rock ed è in questo periodo che il genio sperimentale di Robert Fripp (nato a Wimborne Minster il 16 maggio 1946) si esprime al meglio.

L’anno dopo il bizzarro esperimento ad opera del trio Giles, Giles & Fripp, The Cheerful Insanity of Giles, Giles & Fripp del 1968, il giovane Robert decide di dare alla luce la sua originalissima creatura, i King Crimson (link concerto King Crimson in Italia), simbolo del progressive rock inglese e mondiale.

Però, come è logico che sia, occorrono i componenti giusti. Dopo aver chiamato il vecchio collega del precedente trio, Michael Giles, alla batteria ed alle percussioni, Fripp ingaggia anche il virtuoso polistrumentista Ian McDonald (futuro Foreigner) ed al basso il giovane Greg Lake, prima che quest’ultimo fondi il suo supergruppo, gli Emerson, Lake & Palmer. Infine è il musicista e poeta Peter Sinfield a creare il verbo del Re Cremisi, scrivendone gli stupendi testi.

Ovviamente l’occhialuto Robert è il chitarrista ed il principale compositore delle musiche gruppo, non per niente si esercita più di sei ore al giorno tutta la settimana.

L'alchimia del gruppo funziona e, per tre mesi, provano ogni giorno esibendosi in club, come il Marquee, ed in eventi live, come il concerto gratuito all'Hyde Park, affiancando altri gruppi più famosi ed affermati della scena inglese.

A questo punto l’unica cosa che manca è un simbolo con cui la band possa identificarsi ed una copertina per il lancio del loro primo album.

La scelta cade su due dipinti, gelosamente conservati ancora oggi da Fripp, del giovane programmatore Barry Godber deceduto l’anno dopo l’uscita del disco.

La copertina rappresenta il viso deformato di un uomo blue e cremisi che urla, il 21st Century Schizoid Man del disco. All’interno invece il volto è disteso e rilassato anche se mantiene gli stessi colori, ma si vedono le mani in una posa che ricorda i dipinti religiosi.

Come ricorda lo stesso Fripp in una vecchia intervista, il volto sorride, ma se lo si nasconde si potranno vedere gli occhi ricolmi di un’immensa tristezza.

Il disco viene battezzato In the Court of the Crimson King e contiene cinque tracce, divise in varie parti, per più di 40 minuti di rock progressivo, cascate di mellotron, poesia in canzone, riff acustici ed elettrici assieme alla voce di Greg Lake che si erge sul mare di note e sensazioni che il gruppo ha creato.

Il disco ha visto non poche citazioni e cover da parte di altri artisti. Tra le cover segnalo quella della già citata 21st Century Schizoid Man da parte di Ozzy Osbourne, Emerson, Lake & Palmer, Voivod ed i nostrani Afterhours e PFM (Premiata Forneria Marconi).

Per quanto guarda le citazioni ve ne sono in serie animate, come in "The Venture Bros" (2003), ed in film, come "Tutto l’amore che c’è" (2000) di Sergio Rubini.

Nel primo uno dei protagonisti fa scoprire il prog all’altro che vuole ascoltare anche l’album dei King Crimson, ma viene considerato “non ancora pronto”. Nel secondo sono stati inseriti, nella colonna sonora, I Talk to the Wind e Moonchild. Detto questo passiamo alla tracklist:

 

1) 21st Century Schizoid Man: è il brano di apertura, più di sette minuti, in cui il sax di McDonald e la voce di Lake, entrambe distorte, ci narrano degli orrori della guerra e della società moderna in un alternarsi di jazz e rock.

Chitarre distorte e sax dominano il brano con la batteria e gli altri strumenti che li rincorrono creando, come il testo e gli attimi finali, un’immagine ancora più forte della follia distruttiva umana.

“Zampa di gatto, artiglio di ferro, neuro chirurghi urlando a lungo alla porta velenosa della paranoia. Uomo schizoide del ventunesimo secolo”

2) I Talk to the Wind: delicata ballata eterea a due voci e fluato in netto contrasto con la violenza strumentale, e lirica, della traccia precedente. Si crea dunque una sorta di atmosfera quasi fiabesca.

Il testo, secondo molti, potrebbe essere il discorso di un giovane hippie che contesta la società odierna mantenendo fissa la sua identità e la voglia di anti – conformismo.

“Io parlo col vento, le mie parole sono tutte parlate via. Io parlo col vento, il vento non sente, il vento non può sentire”

3) Epitaph: il mellotron diventa lo strumento principale di questo brano che rappresenta una realtà inquietante e triste.

Da non dimenticare gli stacchi acustici verso la metà del brano e la voce di Lake narra perfettamente il disagio dell’individuo che si trova immerso in queste sensazioni negative dove “il destino dell’umanità, vedo, è in mano a degli sciocchi” e teme che, proprio per questo, il giorno dopo piangerà. Non per nulla, dice quest’uomo, “la confusione sarà il mio epitaffio”

4) Moonchild: brano delicato con vibrafono, chitarra e mellotron che descrivono l’atmosfera fiabesca della “Figlia della Luna che danza nelle acque basse del fiume” e che sogna “all’ombra del salice”

5) The Court of the Crimson King: brano conclusive del disco che descrive, diviso in quattro parti, la corte del Re Cremisi.

Sette minuti di descrizione corale scandito dall’incidere delle tastiere e gli stacchi di chitarra acustica, il tutto sorretto da un delicato groove di basso e batteria, e da altri piccoli interventi di flauto.

Degna chiusura di un capolavoro che ha segnato, e continua a segnare, un'epoca fatta di musica, poesia e sperimentazione.

 

Giudizio sintetico: Pietra miliare del rock progressivo citato da innumerevoli artisti che ha fatto la storia. Per tagliare la testa al toro, prima che sia la nostra ad esserlo, inchiniamoci al cospetto del Re Cremisi ed ascoltiamo il suo discorso

Copertina: Viso deformato e colorato dell’uomo schizoide del 21esimo secolo sul davanti e, sul retro, il volto pacifico ed enigmatico del Re Cremisi

Etichetta: E.G./Island Records

Line up: Robert Fripp (chitarra), Greg Lake (basso e voce), Ian McDonald (flauto, sassofono, clarinetto, tastiere, mellotron e voce), Michael Giles (batteria, percussioni e voce) e Peter Sinfield (testi)

 

Vanni Versini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: King Crimson, Lake & Palmer, Foreigner, Vanni Versini, Afterhours, Ian McDonald, PFM, Giles, Premiata Forneria Marconi, Michael Giles, Ozzy Osbourne, Greg Lake, Emerson, In the Court of the Crimson King, Robert Fripp, Prog Rock
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