Cultura ed eventi

Stagione concerti 2016: Quartetto Belcea alla Sala Filarmonica di Trento martedì 16 novembre alle 20.45

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Ciò che scrive il Quartetto Belcea nell'introduzione alla sua registrazione dei Quartetti di Beethoven – superare i propri limiti e arrivare alla conoscenza nella ricerca costante della verità – può essere descritto come il credo artistico dell'ensemble, le cui diverse radici culturali lo rendono aperto, dinamico e libero nell'espressione.

Fondato al Royal College of Music di Londra nel 1994, il Belcea risiede in Gran Bretagna, ma la violinista rumena Corina Belcea e il violista polacco Krzysztof Chorzelski, i due fondatori, vi trasmettono la tradizione musicale dei paesi d'origine, che si allarga ai colleghi francesi Axel Schacher (violino) e Antoine Lederlin (violoncello), e accoglie l'esperienza dei loro mentori, i Quartetti Alban Berg e Amadeus.

L'ensemble fonde le diverse influenze in un linguaggio musicale omogeno. Queste diversità, unite alla raffinatezza e intensità espressive, si riflettono nel repertorio, che spazia dalle grandi opere classiche e romantiche fino alle novità, sovente commissionate dal Belcea.

Dal 2010 il Belcea Quartet divide con l'Artemis Quartet il titolo di Quartetto in Residenza alla Konzerthaus di Vienna. Recentemente i musicisti hanno creato il "Belcea Quartet Trust", il cui scopo è sostenere i giovani quartetti attraverso intense masterclass e la commissione di nuovi lavori ai principali compositori. Il Belcea vanta una vasta discografia con EMI e per ZigZag Territoires, la nuova etichetta del Belcea.

Un'aura particolare avvolge le opere incompiute di ogni epoca, pagine 'sospese' che spesso lasciano ai posteri numerose questioni aperte, tese tra il dubbio e il rammarico di un discorso interrotto per fatalità o per volontà.

Nel catalogo e nella vicenda biografica di Schubert, i frammenti assumono un posto di prim'ordine, cristallizzandosi in opere quali l'Ottava Sinfonia (l'Incompiuta per antonomasia), la Sonata per pianoforte D840 e il Quartetto D703.

Composto nel settembre 1820, questo "movimento di quartetto" si colloca a metà strada tra i lavori giovanili e le opere della maturità. Una scrittura densa, in cui le atmosfere inquiete si contrappongono ai momenti lirici – "le celestiali lunghezze", per dirla con Schumann.

Un percorso che si concluderà con l'ultima pagina del genere, il Quartetto D 887, composto in una decina di giorni nel giugno 1826. A torto in ombra rispetto ad altre pagine cameristiche, quest'opera brilla per la sua scrittura di impronta orchestrale e per il ruolo di rilievo attribuito al violoncello.

Il primo movimento fu eseguito a Vienna in un concerto dedicato al compositore nel marzo 1828, qualche mese prima della sua morte.

Il Quartetto op. 110 fu scritto da Šostakovič a Dresda nel luglio 1960 durante le riprese del film “Cinque giorni, cinque notti”, per il quale compose la colonna sonora. La visione di una città in macerie dopo gli orrori della guerra scosse notevolmente il compositore, che decise di dedicare quest'opera "alle vittime del fascismo e della guerra".

"Vorrei scrivere una composizione per ciascuno dei caduti, ma non sono in grado di farlo, e questo è il solo motivo per cui io dedico la mia musica a tutti loro", dichiarò in merito a questa pagina fortemente autobiografica, ricca di autocitazioni.

Una sorta di "lapide" musicale anche per Šostakovič stesso, che intese il quartetto come un requiem personale, che per suo volere risuonò durante i suoi funerali nell'agosto 1975.

 

F. Schubert

(1797-1828)

Quartetto n. 13 D 703 „Quartettsatz" ("Movimento di quartetto")

Allegro assai

 

D. Šostakovič

(1906-1975)

Quartetto n. 8 in do min. op. 110

Largo – Allegro molto – Allegretto – Largo – Largo

 

F. Schubert

Quartetto n. 15 in Sol magg. D 887

Allegro molto moderato – Andante un poco mosso – Scherzo. Allegro vivace e Trio – Allegro assai

 

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— Onda Musicale

Tags: Beethoven/Schumann/Schubert
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