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Bob Geldof: “A causa del Live 8 ho dovuto sacrificare carriera e matrimonio”

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Bob Geldof ha raccontato, nel giorno dell’anniversario del Live Aid, lo scorso 13 luglio (leggi l’articolo), alcuni retroscena del maxi evento benefico che nel 1985 ha riempito lo Stadio di Wembley di Londra.

All’ Associated Press Geldof parla del  colossale concerto benefico che ha raccolto oltre 127 milioni di dollari per provare a contribuire a risollevare l’Etiopia dalla carestia che tra il 1983 e il 1985 aveva messa in ginocchio il Paese, un impegno non da poco per il cantautore irlandese e per lo staff dietro all’evento. “Per un po’ rimasi perplesso. Non avevo molti soldi al momento. Ha influenzato interamente la mia vita privata – ha raccontato all’agenzia di stampa con sede negli Stati Uniti, specificando – Probabilmente ha finito per costarmi il mio matrimonio e anche la carriera.”

Aggiungendo che al momento non aveva molti soldi, Geldof ha detto che affrontare i concerti ha influito interamente sulla sua vita privata e probabilmente gli è costato il matrimonio. Alla fine sua moglie Yates lo lasciò per la rock star australiana Michael HutchenceBob Geldof, al secolo Robert Frederiok Zenon Geldof, ha inoltre ha spiegato di aver trovato molte difficoltà nel tornare a fare quello che faceva prima: il cantante. 

Racconta l’artista: “Non potevo tornare al mio lavoro. Sono un cantante pop. È così che faccio i miei soldi. È il mio lavoro. Mi alzo la mattina, se sono dell’umore giusto… Provo a scrivere brani. Vado a provare e provare. E non potevo. E nessuno era interessato. San Bob, che era come venivo chiamato, non poteva più farlo più perché era molto meschino e insignificante. Dunque mi sentivo perso.”

Geldof ha più esperienza di qualunque uomo della terra nel riformare band sciolte da tempo. Per il Live Aid è riuscito a convincere The Who, Black Sabbath, Led Zeppelin e CSNY a mettere da parte anni di litigi e riunirsi. Per il Live 8, si è superato riuscendo a far sì che Roger Waters e David Gilmour facessero pace abbastanza a lungo da suonare quattro canzoni dei Pink Floyd. Un miracolo, considerando la loro storia. (leggi l’articolo)

Proprio la partecipazione dei Pink Floyd riuniti è stato il momento più apprezzato dai moltissimi fans della progressive rock band britannica.

Queste le parole di Roger Waters all’indomani dell’evento: “In quell’occasione ero davvero molto felice – racconta Waters -Bob Geldof mi chiamò e mi disse che stava provando a convincere con tutti i mezzi David Gilmour e mi chiese di dargli una mano. Mi disse che ero l’unica persona che poteva farlo accadere. Io gli risposi che ci avrei provato ma che mi doveva dare il suo numero di telefono visto che non lo conoscevo. Chiamai David e lui mi disse no, ma poi ad un certo punto cambiò idea e decise di accettare. E sono davvero contento che l’abbia fatto, visto che sono stati 20 minuti bellissimi. Ed è stato bellissimo essere sul palco con lui, Nick e Rick per l’ultima volta. Un momento davvero fantastico”.

Phil Collins invece si espresse in questo modo: “Suonare con i Led Zeppelin al Live Aid fu un disastro. Se avessi potuto sarei fuggito dal palco.” (leggi l’articolo)

Nel suo insieme l’evento portò comunque ottimi risultati alla popolazione etiope e raggiunse l’obiettivo di una grande raccolta di fondi per quella gente così duramente colpita.

 

 

 

 

 

 

 

 

— Onda Musicale

Tags: Bob Geldof/Phil Collins
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