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Da “Is This the Life We Really Want” a “Us+Them”, la nostra intervista ad Azzurra Caccetta

Nota in tutto il mondo per il suo fondamentale contributo nei videoclip di “Is This the Life We Really Want?” di Roger Waters e da poco, sempre con l’ex Pink Floyd, approdata al cinema per il bellissimo film-concerto “Us+Them”, ritroviamo una vecchia conoscenza di Onda Musicale: Azzurra Caccetta.

A qualche anno di distanza dall’ultima intervista per il nostro giornale abbiamo fatto una chiacchierata facendo il punto della sua carriera, il tour di Roger Waters, lo stato dell’arte al giorno d’oggi e il rapporto, sempre sfumato ma presente tra un “Noi” e un “Loro” in senso lato.

Ne è scaturita un’agile e interessante intervista, che conferma lo spessore artistico della danzatrice salentina, non possiamo fare altro che augurarle buona fortuna per la carriera futura e sperare di poterla vedere impegnata nuovamente in un’altra delle sue mirabili interpretazioni.

Teatro, musica, talvolta cinema, talvolta citi la letteratura teatrale, come definiresti la tua espressione artistica?

“La definirei l’espressione della mia evoluzione, della mia evoluzione in quanto essere umano.”

Il grande pubblico ha già avuto modo di apprezzarti ai tempi dei cortometraggi per “Is  This the Life We Really Want?”, dopo due anni, cosa significa per te quella domanda?

“Per me è stato un invito a guardarsi dentro.”

Sei stata in uno dei concerti, come ti è sembrata la reazione?

“Si sono stata presente ad Amsterdam e anche a Roma. Credo che il pubblico abbia apprezzato.”

Parliamo di “resistenza, umanità, speranza, memoria, empatia”, per te è importante che la tua attività artistica sia colorata di simili connotazioni?

“Quando accade, è un immenso onore.”

In un dei tuo clip ci sei tu che balli, con uguale grazia e dignità, e nei panni di danzatrice e nei panni di madre rifugiata lacerata dal dolore. Secondo te l’arte può dare dignità al dolore che la politica appiattisce?

“Credo che l’Arte non sia mai priva di significato. L’Arte comunica sempre qualcosa, anche quando non è al servizio di un’ideologia, anche quando non riusciamo a decodificarne il messaggio. A volte ci conduce verso un’esperienza del tutto sensoriale, altre volte ci mette in comunicazione con il mondo dell’invisibile … Nel caso specifico dei due corti in cui interpreto L’ultima rifugiata, mira a farci entrare in empatia con il dolore altrui e dunque a creare una connessione tra nostre coscienze.”

Lavori spesso all’estero, cosa c’è di diverso tra “Noi” italiani e i “loro” con cui sei solita collaborare? Insomma, quale è lo stato della (tua) arte qui e fuori?

“Per me non esiste un Noi ed un Loro. Per me non esiste un qui e un fuori. Metto a disposizione tutta me stessa con chiunque collabori e ovunque mi trovi.”

La tua formazione come danzatrice – presumo – sia un po’ distante dalle “aride” sonorità watersiane?

“Ho studiato danza classica, contemporanea, teatro danza, modern jazz, musical theatre e flamenco, adoro il flamenco.”

Potremo sentire anche la tua voce in qualche lavoro futuro?

“Spero possa succedere al più presto. Attualmente sono proiettata verso la recitazione cinematografica.”

Un’immagine, un ricordo, una sensazione che ti ha lasciato il film “Us + Them” che ti ha visto proiettata nelle sale di tutto il mondo?

“Ricordo durante la creazione della sequenza danzata presente in The Last Refugee di aver provato per brevi secondi una profonda sensazione di completezza. Difficile da tradurre in parole … Davvero speciale è stata la complicità e la sintonia creatasi tra me e la bambina. Toccante il momento in cui Roger Waters mi ha detto: “You did a great job!”. È stato assolutamente inaspettato quello in cui, sempre Roger Waters, ha voluto omaggiarmi pubblicamente durante i saluti finali ad Amsterdam. Raggelante invece il momento in cui ho dovuto immaginare di dover attraversare il mare a bordo di un barcone fatiscente con altre persone infreddolite ed una bambina affamata tra le braccia… Ed infine, l’affetto dimostratomi da parte di tutte le persone che in questi ultimi due anni hanno cercato di entrare in contatto con me, credo sia ciò che più di tutto mi abbia reso davvero felice.”

— Onda Musicale

Tags: Intervista, Is This The Life We Really Want?, Azzurra Caccetta, Pink Floyd, Roger Waters
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