Recensioni e Interviste

Intervista a Flaco Biondini, chitarrista storico della band di Francesco Guccini

Ferrara, rassegna storica e nuova canzone dautore, a cura dell’associazione “Aspettando Godot” – ottava edizione (2019).Mi lascio suggestionare, ancora una volta, dal fascino di questo piccolo teatro ferrarese (Sala Estense), che in questo bel momento pomeridiano, ospita le prove che precedono gli spettacoli musicali che si terranno questa sera.

Sarà per l’entusiasmo, sarà per il mio grande amore per la musica, ma tutto quello che oggi vedo qui, mi appassiona moltissimo. Non posso che pensare, che si tratti di un grande privilegio, il fatto di trovarsi soli di fronte a tutte queste poltroncine rosse, perfettamente allineate, con le loro sedute verticali pronte ad accogliere un pubblico che in questo momento però é assente. Tutto diventa poesia, tutti i miei pensieri sono ispirati da quello che vedo e da quello che sento. Mi accompagna un meraviglioso sottofondo musicale, che come in un  film, diventa la colonna sonora di questo momento stupendo, con le sue sonorità che spaziano velocemente dalle note banali prodotte dalle prove di accordatura di diversi strumenti musicali a veri e propri brevi, intensi, pezzetti di brani, suonati con grande maestria dai musicisti presenti.

È cavalcando questa strana onda emozionale, che penso all’intervista da fare a Juan Carlos Biondini, per tutti Flaco Biondini, grande chitarrista e cantante legato per sempre alla storia della musica italiana per la sua notevole bravura e per la quarantennale collaborazione con il grande Francesco Guccini.

Ecco Flaco che arriva , sorridente come sempre. In quel frangente, nella mia fantasia, intravvedo tutte le persone famose che lui ha incontrato nella sua lunga carriera, a cominciare da quella ragazza statunitense, di nome Deborah Kooperman, che suonava e cantava egregiamente vicino a Guccini negli anni ’70. Quanto vorrei intervistarla! Lei a New York ebbe modo di incrociare e conoscere artisti del calibro di Bob Dylan, Richie Havens e José Feliciano.

È attraverso lei che Flaco Biondini,  musicista di origine argentina conosce Francesco Guccini con il quale collabora per 40 anni firmando insieme a lui anche alcune canzoni come Cencio”, “Le ragazze della notte”, “Luna fortuna”, “Il Caduto” e Scirocco”.

Sempre Flaco collaborerà in seguito anche con Paolo Conte, Claudio Lolli, Vinicio Capossela, Sergio Endrigo, e Bruno Lauzi (solo per citarne alcuni).

Attualmente si esibisce in molti spettacoli con due formazioni eccezionali: un duo di chitarre con Paolo Capodacqua ed insieme alla band di Francesco Guccini.

Flaco è gentile, simpatico e risponde volentieri alle mie domande. Ecco l’intervista:  

 

Chitarrista, cantante, compositore, come si definirebbe Flaco Biondini?

“Diciamo che, cerco di fare necessità virtù, un po’ come tutti quelli che vivono di musica . Per fortuna, possiedo un po’ di fantasia creativa, per questo, mi è stato chiesto qualche volta di fare qualche melodia,che poi ho fatto. Queste melodie poi ad essere sincero le faccio lo stesso anche se non mi viene chiesto, perché mi piace molto creare. Sono un chitarrista, – ci racconta Flaco Biondini – perché la chitarra mi è capitata tra le mani quand’ero un ragazzino. Mio padre mi ha mandato a studiare chitarra quando avevo 9 anni. Dopo un anno, però, non mi ha più mandato perché io non studiavo niente. Quello è stato uno dei giorni più felici della mia vita! Io non ne potevo più! Odiavo la costrizione di dover suonare la chitarra in quella particolare posizione, odiavo persino quelle note e quei solfeggi che per me erano una cosa tremenda. Quindi la chitarra era andata a finire chiusa in un armadio casa mia, dimenticata. Dopo 3-4 anni, un bel giorno, arrivò a trovarmi uno dei miei cugini. All’epoca avevamo 13 anni. Fu lui che mi domandò : ‘Hai ancora quella chitarra?’ . Io risposi di sì. Una volta trovata la chitarra, – continua Flaco Biondini – ci accorgemmo che mancavano 2 o 3 corde. Mio cugino allora disse che potevamo andare a comprarle perché lui aveva imparato un po’ di accordi e voleva farmi sentire. Racimolammo un po’ di monetine, comprammo le corde, lui accordò lo strumento e mi fece sentire 3 accordi e una mezza canzone. Fu in quel momento che dissi:’ Ecco quello che volevo io!!!!’ Da quel momento, mi dovevano picchiare per togliermi di mano la chitarra. Avevo scoperto la musica, anche se avrei dovuto fare il medico come mio fratello.”

 

All’inizio della tua carriera quali sono stati gli artisti o le band alle quali ti sei maggiormente interessato?

“Il mio primo grande amore  è stato Elvis Presley. Avevo 10-11 anni. Andavo matto per Elvis! Poi ho scoperto con il tempo, da grande quasi, che quello che mi affascinava di più del Rock ’n’ Roll erano le note blues, quelle belle note che ogni tanto comparivano.”

 

Nella tua lunga carriera, hai avuto modo di collaborare con molti musicisti e cantautori famosi, vuoi ricordarne qualcuno in particolare?

“Ho avuto l’onore di suonare con grandi musicisti come Ellade Bandini, Ares Tavolazzi, Mauro Pagani, Lucio Fabbri e molti altri ancora. Ho collaborato per 40 anni con Francesco Guccini. Premetto che ho sempre giudicato le canzoni ascoltando i testi oltre che la musica. Per me i testi sono molto importanti. Mi ricordo la prima volta – prosegue il chitarrista – che ascoltai un disco di Francesco Guccini , ero a casa di Deborah Kooperman (famosa musicista e cantante statunitense n.d.r.). La canzone era ‘Via Paolo Fabbri 43 ‘ (del 1973 n.d.r.) . Rimasi molto colpito dal testo e pensai tra me e me che Francesco Guccini era veramente bravo.”

 

Cosa rappresenta per te la musica?

“La mia vita, ci vivo. Quando ero piccolo e mio padre voleva richiamarmi in casa mentre ero fuori a giocare metteva su un disco di Giacomo Puccini. Quando io sentivo le note dell’aria ‘E lucevan le stelle’  della Tosca, rientravo subito in casa, come rapito da quella meravigliosa musica. A me la musica l’hanno insegnata in casa, ci spiega Flaco Biondini- perché tutti amavano la musica. Mia madre da giovane cantava, mio padre cantava anche lui in un coro e ascoltava molta musica, in particolare l’Opera e andava matto per Puccini. Io ho ascoltato tantissima musica, di tutti i generi, in modo quasi maniacale.”

 

Che progetti hai per il futuro?

Rimanere in vita! (Segue risata di entrambi… n.d.r.). Stiamo lavorando con i musicisti dell’ex band di Francesco Guccini, abbiamo un mini tour di concerti nei quali presentiamo le sue canzoni. Molti degli arrangiamenti di queste canzoni sono nostri, perché si lavorava molto con la creatività di ognuno di noi. Sono canzoni che sentiamo anche nostre.”

 

 

   Carlo Zannetti – Onda Musicale

 

— Onda Musicale

Tags: Ellade Bandini, Ferrara, Intervista, Paolo Conte, Vinicio Capossela, Sergio Endrigo, Lucio Fabbri, Bruno Lauzi, Mauro Pagani, Carlo Zannetti, Ares Tavolazzi, Claudio Lolli, Francesco Guccini
Sponsorizzato
Leggi anche
Angelica Tarabelli: intervista all’autrice del libro “Metodo Globale di Autodifesa Femminile”
Intervista a Marco Stella, il cantautore che cantava “Mio nonno era Pertini”