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“Purple Rain”, Prince e la nascita di una star internazionale

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Prince

L’uscita di un nuovo Blu-ray audiofilo è l’occasione per raccontare una storia che inizia nell’agosto del 1983.

“I never meant to cause you any sorrow / I never meant to cause you any pain / I only wanted to one time to see you laughing / I only wanted to see you laughing in the purple rain”. Chi non ricorda lo struggente attacco di Purple Rain? È il 3 agosto del 1983. Siamo a Minneapolis, Minnesota, al First Avenue, uno dei club più famosi della città. Prince And The Revolution sono tornati a casa dopo il lungo tour di 1999 che li ha visti esibirsi in luoghi sempre più grandi. È la prima volta che la band suona in città dopo un anno. Ed è la prima volta che, sul palco, c’è una giovane chitarrista, Wendy Melvoin, un’amica della tastierista dei Revolution, Lisa Coleman. A un certo punto del concerto, Wendy accenna un arpeggio di chitarra elettrica, rarefatto e carico di eco.

È il giro che dà il via a una canzone che Prince suona per la prima volta dal vivo

È Purple Rain, una ballata, una canzone diversa da tutte le alte che aveva fatto prima. Ma Purple Rain non è solo una canzone. È un album. È un film. È un mondo. È il momento che fa diventare Prince una star mondiale. Girare un film per un artista in ascesa ma non ancora consacrato alla platea mondiale poteva sembrare un azzardo. Eppure Prince ci aveva visto giusto. Il concerto di quella serata viene registrato con uno studio mobile e una parte di quelle canzoni finiscono sul disco e nel film. Purple Rain usciva nel giugno del 1984. Ne parliamo ora, in occasione dell’uscita di un nuovissimo Blu-ray audiofilo contenente il mix Dolby Atmos del 2024 dell’iconico album, così come il mix stereo originale di Prince del 1984, in audio ad alta definizione a 24 bit / 96kHz. Il Blu-ray è disponibile dal 25 aprile.

Purple Rain, la canzone, nasce proprio durante quel tour del 1999, in cui Prince Roger Nelson incrocia spesso un altro artista che sta girando l’America in concerto, e si trova ad assistere ai suoi spettacoli

È Bob Seger, un cantante lontanissimo dal suo genere. Ma Prince rimane affascinato dalla sua capacità di scrivere delle ballate rock intense ed enfatiche. Prince capisce che ha bisogno di creare un suo inno. E così comincia a scrivere Purple Rain. All’inizio è quasi una canzone country. Prince la invia a Stevie Nicks, chiedendole di scrivere il testo, forse pensando che la sua esperienza possa portare a un risultato che possa allargare il suo pubblico. Ma la cantante dei Fletwood Mac non se la sente. “Era così travolgente quella traccia di 10 minuti” avrebbe dichiarato in seguito. “L’ho ascoltata e mi sono spaventata. L’ho richiamato e gli ho detto: Non posso farlo. Vorrei poterlo fare, ma è troppo per me. Sono così felice di non averlo fatto, perché alla fine l’ha scritta lui ed è diventata Purple Rain”. Prince allora la riprende in mano, la suona con la sua band. Wendy Melvoin aggiunge quel magico arpeggio. I Revolution la cambiano, la suonano per sei ore di fila. Alla fine non è più una canzone country. È Purple Rain.

La pioggia viola? È la fine del mondo

Ma qual è il significato della “pioggia viola” di cui parla la canzone? Quando ascoltavamo Purple Rain negli anni Ottanta, pensavamo a qualcosa di magico, di incantato. Purple Rain è una canzone d’amore, ma il senso di quella pioggia viola è molto diverso. Parla della fine del mondo. “Quando c’è sangue nel cielo, rosso più blu equivalgono a viola” aveva raccontato Prince. “La pioggia viola riguarda la fine del mondo e stare con la persona che ami e lasciare che la tua fede in Dio ti guidi attraverso la pioggia viola”Purple Rain è una canzone che mescola rock, gospel, assoli di chitarra alla Jimi Hendrix e una lunga coda orchestrale (aggiunta in seguito a quella registrazione dal vivo). Otto minuti di estasi. Ma Prince non è ancora sicuro di quella canzone: chiama infatti Jonathan Cain dei Journey perché teme che somigli troppo a una loro canzone, Faithfully. Ma non c’è alcun problema: sono solo quattro accordi in comune.

Purple Rain, la canzone e tutto l’album, sono il modo di Prince per allargare il suo pubblico

Già durante il tour di 1999 ad ascoltare il genio di Minneapolis c’era “una marea di facce bianche”, come racconta il chitarrista Dez Dickerson. Per arrivare agli appassionati del rock doveva presentarsi come il grande chitarrista alla guida di una band. La scelta di Wendy Melvoin alla chitarra, proprio al posto di Dickerson, va in questa direzione: creare un gruppo che fosse un mix di influenze e di generi, un misto tra i Fletwood Mac e Sly And The Family Stone.

La scandalosa Darling Nikki e il Parental Advisory…

Purple Rain è come un album dei Beatles, un disco dove ogni canzone è imperdibile. È un disco pieno di chitarre rock, ma allo stesso tempo è anche la quintessenza di Prince, il funk, con quelle percussioni “secche” tipiche del suo suono. Let’s Go Crazy, Computer Blue, I Would Die 4 U, Baby I’m a Star e Purple Rain vengono da quel concerto del 3 agosto 1983, uno show di beneficenza in favore del Minnesota Dance, e portano con sé la carica di una band che suona dal vivo. È musica gloriosa, energetica, sexyTake Me With U era stata scritta l’album delle Apollonia 6, ma Prince decide di mettere la canzone per il suo disco.

La cantante delle Apollonia 6, Apollonia Kotero, diventa la protagonista del film e l canta con lui

The Beautiful Ones, ballata prima dolce e poi sempre più accorata e struggente, non è un classico di Prince solo perché ne ha decine di altri. E poi c’è la “scandalosa” Darling Nikki, canzone d’amore e di passione in cui Prince canta di una ragazza conosciuta in un hotel mentre “si masturbava guardando delle riviste”. Per capirci, il testo è così forte che è stato la causa della nascita dell’adesivo Parental Advisory sulle copertine dei dischi che contengono brani dai contenuti espliciti, voluto da Tipper Gore e dal Parents Music Resource Center.

Tra Thriller e Quadrophenia

Ma a Prince realizzare un grande album non basta. Quando, nel febbraio del 1984 Prince vede Michael Jackson vincere otto Grammy, tra cui quello per Thriller come album dell’anno, capisce che fare un disco non è abbastanza. È l’epoca dell’immagine, e il successo di Thriller è evidentemente figlio anche di quel video diretto da John Landis. Prince decide di rilanciare, ma non si ferma a un video. Vuole fare un film, portarlo al cinema. Oltre a Thriller, l’ispirazione per Purple Rain è Quadrophenia, il film del 1979 che nasce dal concept album degli Who. La rivalità tra mod e rocker nella Londra degli anni Sessanta diventano quella tra due band, i Revolution e i Time di Morris Day (in realtà prodotti da Prince, di cui Day è un grande amico).

Il risultato è un film che è una sorta di West Side Story nella Minneapolis dei primi anni Ottanta, una storia che non è autobiografica, eppure ci racconta l’anima di Prince, le sue fragilità, le sue ossessioni, la sua ambizione

anche la Minneapolis multiculturale di quegli anni. È un film ingenuo e semplice che diventa un cult: non è nella Storia del cinema, ma in quella della musica sì, come una perfetta opera rock. Purple Rain vince l’Oscar per la miglior colonna sonora originale. E l’album vince 2 Grammy Awards (miglior performance rock di un gruppo e miglior album di colonna sonora originale scritta per un film), due American Music Awards e un Brit Award.

When Doves Cry: quella canzone senza il basso…

Ma a questa storia manca ancora un tassello. Il regista di Purple Rain, Albert Mignoli, chiede a Prince una canzone per un’ellissi narrativa, una sequenza che riprende le varie storyline mentre il protagonista gira assorto per la città in moto. Prince gli porta due pezzi. Uno di questi è When Doves Cry. Ancora una volta è qualcosa di mai sentito prima. Inizia con una chitarra stridente, con degli accordi di piano elettrico. Ma Prince decide di non inserire la traccia il basso. Sembra impossibile che possa funzionare, eppure ancora una volta Prince ha ragione. Il risultato è una canzone fredda e ipnotica che si accende all’improvviso. Diventerà uno dei grandi successi di Prince. Come Purple Rain. Che è stata anche l’ultima canzone che ha suonato dal vivo prima della sua scomparsa il 21 aprile del 2016.

(fonte: scritto da Maurizio Ermisino – link)

— Onda Musicale

Tags: The Who/Jimi Hendrix/Michael Jackson/Fleetwood Mac/Stevie Nicks
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