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Recensione di un album che non c’è: “Friends” di Lucio Battisti

Il famoso disco “fantasma” di Battisti, cantato in Inglese e mai pubblicato, è ascoltabile su Internet.

Negli anni ’70 una delle punte di diamante della RCA italiana era senza dubbio Lucio Battisti: ogni suo album era un record di vendite. Non stupisce quindi che la casa discografica avesse progettato di lanciare il cantautore anche fuori dal nostro Paese. I suoi dischi in Italiano tuttavia non riscuotevano il successo sperato all’estero, forse perché non suonavano come lo stereotipo della musica del nostro Paese.

La RCA propose quindi a Battisti di realizzare un album cantando i brani in Inglese, destinato principalmente al mercato statunitense. Dopo qualche esitazione iniziale il musicista si lasciò convincere, e nel 1977 fece uscire due album “gemelli”: “Io tu noi tutti” per il mercato Italiano, e “Images” per quello internazionale con una scaletta rimaneggiata e le canzoni in Inglese. Mentre il primo fu l’ennesimo successo di Battisti, l’altro fu un flop. Le cause furono addebitate alla pronuncia non perfetta di Battisti, ai testi tradotti troppo letteralmente su insistenza di Mogol e alla scarsa pubblicizzazione del disco da parte della RCA.

Friends

L’idea di inserirsi nel mercato statunitense era ancora forte nel musicista, che nell’autunno del 1978 tentò nuovamente di realizzare un disco in due lingue: “Una donna per amico” in Italiano e – con una scaletta leggermente modificata – “Friends” (o “A Woman As A Friend”) in Inglese. Questa volta Battisti si impegnò ancora di più, sia nel migliorare la sua pronuncia, sia nel riarrangiare le canzoni in modo che avessero un suono più internazionale. Nonostante i due album fossero pronti, la casa discografica decise però di fare uscire solo quello nella nostra lingua; sarà il quarto 33 giri più venduto dell’anno. Della versione in Inglese solo il singolo “Baby It’s You (Ancora tu)”/”Lady (Donna selvaggia donna)” vedrà la luce nel 1979, ma con pessimi risultati di vendite. Di album in lingua inglese nella carriera di Battisti da quel momento non si parlò più.

Qualcuno riuscì però ad impossessarsi di quei nastri e a farli circolare tra poche persone, quanto basta affinché oggi – a quarant’anni di distanza – le tracce siano presenti su Internet. È così possibile ascoltare questo album “fantasma” di Lucio Battisti e farsi un’idea del suo contenuto.

Recensione

Diciamo subito che la dizione in Inglese del musicista non è tanto male: Battisti riesce ad evitare alcuni errori di pronuncia che fanno di solito gli Italiani quando si approcciano ad una lingua che non conoscono, incappando però in altri minori. La sua dizione non è poi così tremenda, ma si sente che è uno straniero. Quando Mick Jagger e David Bowie hanno inciso canzoni in Italiano, nonostante il forte accento britannico nessuno nel nostro Paese si è lamentato; sappiamo però che negli Stati Uniti una pronuncia straniera non è altrettanto apprezzata.

Sgomberato il campo da questa discussione, possiamo dire che i brani sono stati riarrangiati ottimamente. I testi sono tradotti non sempre letteralmente, ma modificati per suonare meglio sulla musica. Si tratta di un album con sonorità disco e un groove molto più marcato rispetto all’originale.

Vediamo il disco traccia per traccia
  • “Baby it’s you (Ancora tu)” vede il classico di Battisti in versione completamente riarrangiata, più ritmata ed elettronica, molto contemporanea. Un arrangiamento ricco, bello e pulito, un suono internazionale anni ’80 anche se il pezzo è del ’78. Possiamo sentire un uso molto intelligente delle seconde voci, che nel complesso fanno sembrare “Baby it’s you” una canzone più “nera” rispetto alla sua equivalente italiana. Se già l’originale ha un arrangiamento disco, questa lo ha molto di più, merito anche della lunga coda strumentale di due minuti.
  • “Day to day (Perché no)” ha il testo completamente riscritto per adattarlo alla musica e alla cultura anglosassone. D’altronde versi come “E con te passare il giorno a visitar musei / monumenti e chiese, parlando Inglese / e tornare a casa a piedi, dandoti del lei” avrebbero perso molto tradotti letteralmente. La musica è la stessa dell’originale.
  • “The pain is gone (Nessun dolore)” ha un arrangiamento più discomusic, con la batteria in evidenza. La canzone è in Inglese ma il coro canta le parole “Nessun dolore” in Italiano, che suonano meglio sulla musica (ne era stata registrata anche una versione con le seconde voci in Inglese). Il brano termina con una lunga coda strumentale di due minuti, in cui le uniche parole sono “Nessun dolore” intonate dal coro.
  • “Lady (Donna selvaggia donna)” bellissima già nella versione originale, ha i volumi degli strumenti regolati diversamente, che danno più importanza alla musica. Uscita come singolo nel 1979, purtroppo senza successo.
  • “Going to movies (Al cinema)” (oppure “Going to the Cinema”) è il brano più simile all’originale, stesso arrangiamento e testo analogo.
  • “Take it as it comes (Prendila così)” come la già affrontata “The pain is gone” è in Inglese ma presenta il tocco di classe di proporre le parole “Prendila così” in Italiano. Possiamo ascoltare versi come “Prendila così, that’s the way we said it should be”, con quel misto Italiano-Inglese che a noi abitanti dello Stivale fa sempre sciogliere.
  • “Afraid of falling (Aver paura d’innamorarsi troppo)” è molto simile all’originale, si distingue per la lunga coda strumentale con il coro. Le armonie vocali rimandano ai Chicago.
  • “A woman as a friend (Una donna per amico)” perde la parte canticchiata all’inizio, diventando da subito più incisiva. Per il resto è solo ricantata.
Tracce bonus

Bonus 1: “I think of you (E penso a te)” fu registrata nelle stesse sessioni, ma poi scartata dalla scaletta dell’album. L’originale, come sapete, è costituita da solo voce e pianoforte. Questa nuova versione completamente riarrangiata è invece più ritmata, dominata da basso e batteria che la rendono più groove. Il brano è stato allungato e portato alla durata di otto minuti, quasi il doppio dell’originale, con una lunghissima coda strumentale dominata da archi, tastiera e coro femminile. È incredibile che sia stata scartata. Se la canzone fosse uscita con questa musica anche in Italiano, saremmo ancora qui che ne parliamo.

Bonus 2: “Baby it’s you (Ancora tu) Single promo UK Edit” è la versione da quattro minuti scarsi adattata come singolo. Simile alla album version che abbiamo visto all’inizio, la canzone sfuma perdendo tutta la parte di coda.

“Friends” oggi

È incredibile che un album degli anni ’70 riesca ancora a darci così tanto. Ascoltato oggi non è comprensibile la scelta di annullarne la pubblicazione, ma all’epoca forse la decisione della RCA fu corretta, non possiamo saperlo. Nella mia opinione personale, la casa discografica avrebbe fatto meglio a testare come singolo un accoppiata “Baby it’s you (Album version)”/”I think of you”, le cui vendite avrebbero potuto lanciare il 33 giri di “Friends”.

Verrà mai pubblicato l’album “Friends”, almeno in Italia? Al momento pare difficile. Sembra che il principale ostacolo al progetto sia Grazia Letizia Veronese in Battisti, titolare dei diritti del defunto marito, che finora ha negato l’autorizzazione ad operazioni del genere. Questo non ha impedito all’album di essere utilizzato come fonte da alcuni cantanti contemporanei, che hanno proposto la loro versione dei brani di “Friends”; ultimo in ordine di tempo Mario Biondi, che quest’anno ha fatto uscire una sua versione di “Take it as it comes (Prendila così)”.

— Onda Musicale

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