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Adriano Celentano e Svalutation: quando la crisi economica viaggia a tempo di rock   

Svalutation è stato un grande successo firmato Adriano Celentano. È un pezzo del 1976. Perché questa canzone suona oggi così attuale? Nonostante la società italiana sia profondamente mutata, alcuni elementi sembrano fermi a quei giorni.

Milano, gennaio 1976

Adriano Celentano ha appena compiuto 38 anni e nel mondo della canzone italiana viene considerato un esponente della vecchia guardia. Lo è, è un dinosauro del Pop. I cantautori stanno prendendo il sopravvento nelle preferenze musicali dei più giovani: le loro canzoni parlano un linguaggio nuovo, descrivono questioni sociali e risultano le più gettonate, perché mantengono un filo conduttore con la realtà che ci circonda.

Quando Adriano Celentano entra in sala d’incisione ha appena terminato di scrivere un pezzo forte. Ci sono volute sei mani: le sue e quelle di Luciano Beretta e Vito Pallavicini.  Per quanto possa apparire un artista gigionesco e disimpegnato, ha introiettato molti elementi della delicata stagione che sta attraversando il nostro Paese.

L’Italia del 1976

Nel 1976 il tasso d’inflazione è al 16.7%, un operaio guadagna 160.000 lire e deve spenderne circa 20.000 se vuole fare il pieno alla sua utilitaria.  Per acquistare una Fiat 500 gli occorrono circa 1.100.000 lire. Oltre tre milioni di italiani vivono e lavorano all’estero. Sono emigrati e sono tutti meridionali, dall’Abruzzo in giù.

Il Torino operaio ha vinto il campionato di calcio. Le emittenti private si stanno moltiplicando, le radio libere iniziano a trasmettere ovunque. Le elezioni del 21 giugno hanno registrato la grande avanzata del PCI, che ha raggiunto il suo massimo storico, il 34,3%. La DC si è mantenuta stabile al 38%, scongiurando il calo dei consensi causato dallo Scandalo Lockheed che ha coinvolto due dei suoi massimi esponenti. Giulio Andreotti sta per dare vita ad un nuovo Governo e giurerà di fronte al Presidente della Repubblica Giovanni Leone il 30 luglio. Anche negli U.S.A è tempo di elezioni presidenziali. Il repubblicano Gerald Ford dovrà vedersela in autunno con il candidato democratico Jimmy Carter.              

Svalutation viene distribuita dalla Clan a fine luglio ed entra in classifica della hit parade il 21 agosto 1976

La prima cosa che colpisce è proprio la musica:

E’ stata scritta da Gino Santercole ed è semplicemente irresistibile. Caratterizzata da una chitarra ritmica priva di pause, è un muro elettrico da primo rock’n’roll, figlio legittimo della beatlesiana I Saw Her Standing There. Dopo un ruvido approccio beat la melodia scivola in un ballad rock metà Anni Settanta. È in questo punto che musica e testo si fondono, dando vita ad una delle canzoni più rappresentative della carriera artistica di Adriano Celentano.

La copertina di Svalutation – Clan, 1976

E poi, il modo di cantare di Adriano, con un incipit comunicativo ed espressivo che anticipa il futuro, perché già al suo tempo rappresenta il modo di comunicare “internazionale” degli italiani di oggi.

Ispirato da uno dei primi anglicismi creati dal mondo dell’informazione – la crisi energetica del 1973 ha costretto gli italiani alle “domeniche a piedi”, stampa e televisione hanno dichiarato l’Austerity – ha poi attinto a piene mani dai fatti provenienti al di là dell’Atlantico con lo Scandalo Watergate (che ha costretto alle dimissioni il presidente repubblicano Richard Nixon) sfoderando una Svalutation al posto di una più corretta (ma meno divertente) Devaluation:

E la benzina ogni giorno costa sempre di più

E la lira cede e precipita giù

Svalutation, svalutation

Cambiano i governi niente cambia lassù

C’è un buco nello Stato dove i soldi van giù

Svalutation, svalutation

Io amore mio non capisco perché

Cerco per le ferie un posto al mare e non c’è

Svalutation, svalutation

Con il salario di un mese compri solo un caffè

Gli stadi son gremiti ma la gente dov’è

Svalutation, svalutation

Mah,

Siamo in crisi ma,

Senza andare là

L’America è qua

In automobile a destra da trent’anni si va

Ora contromano vanno in tanti si sa

Che scontration, che scontration

Con la nuova banca dei sequestri che c’è

Ditemi il valore della vita qual è

Svalutation, svalutation

Io amore mio non capisco perché

Tu vuoi fare il gallo poi fai l’uovo per me

Sul lettation, sul lettation

Nessuno che ci insegna a non uccidere

Si vive più di armi che di pane perché

Assassination, assassination

Ma quest’Italia qua se lo vuole sa

Che ce la farà

E il sistema c’è

Quando pensi a te

Pensa anche un po’ per me 

Sono cambiati i modi di dire: per descrivere una (apparente) incongruenza della crisi, oggi si usa l’espressione “eppure i ristoranti sono sempre pieni”. Celentano menziona invece gli stadi, sempre gremiti, e le camere d’albergo, introvabili, nonostante i meno soldi in tasca. L’accusa al Potere (al Governo) è assolutamente identica a quella odierna.

Questa strofa sembra sia stata scritta oggi: 

Cambiano i governi niente cambia lassù, c’è un buco nello Stato dove i soldi van giù.”

Con grande ironia, Adriano Celentano ha giocato sull’idiosincrasia quasi ancestrale che hanno gli italiani nei confronti delle lingue straniere. Riprendendo il filone ideato da Alberto Sordi per Un americano a Roma “so daa Polizia der Kansas City… orait orait… awanagana” e proseguito da Totò e Peppino nella celeberrima “Noio volevàn savoir l’indiriss… ja..”, Celentano sfodera una serie di gemme memorabili, menzionando, oltre alla suddetta Svalutation, prima un esilarante scontration e poi anche un assassination.

Un Americano a Roma – Alberto Sordi 1954
Totò, Peppino e la… malafemmina – 1956

E se gli si deve perdonare una punta di misoginia dentro al lettetion, Tu vuoi fare il gallo poi fai l’uovo per me, gli si deve parimenti riconoscere una lungimiranza che ha fatto della sua Svalutation una canzone non solo sociale ma anche “ciclica”. Ciclica come una crisi economica.

Se oggi siamo abituati a considerare Celentano come un filosofo, il merito è tutto suo. Chi “viaggia” fra i Settanta e gli Ottanta, tenderà ad associarne il ricordo ad un ballo, veloce o lento che sia stato. Eppure, riavvolgendo il nastro della sua discografia, ci accorgeremmo che le tematiche sociali non sono mai mancate nelle sue canzoni. Perché sia “Chi non lavora non fa l’amore” che “Svalutation”, sono due canzoni sociali che hanno catturato l’essenza di un determinato momento storico incapsulandola in una super-canzone della durata di tre minuti.

E se la prima è ritenuta datata e velatamente reazionaria, la seconda possiede i germi di una ciclicità che la rende sempre moderna, perfettamente speculare ai momenti storici successivi che – ciclicamente appunto – tornano a manifestare i propri effetti secondo i tempi dettati dalla finanza e dagli andamenti dell’economia mondiale.

Chissà cosa ne pensa Adriano Celentano della situazione attuale in senso allargato, se sta scrivendo qualcosa, sulla guerra in Ucraina e sulla crisi energetica. Non ci rimane che attendere il suo nuovo disco.                    

— Onda Musicale

Tags: Adriano Celentano
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