Two Suns in the Sunset è ultimo brano del concept album The Final Cut, ultimo album dei Pink Floyd con Roger Waters.
La traccia, come il titolo stesso, possiede un testo fortemente immaginifico e metaforico, che esprime tutto il terrore e la frustrazione di Roger Waters nei confronti di un possibile conflitto nucleare. Il musicista, consapevole dei rischi di una possibile terza guerra mondiale e della devastante potenza degli armamenti contemporanei, mostra all’ascoltatore la gelida fine del mondo e lo sterminio della razza umana.
In my rear view mirror the sun is going down
Sinking behind bridges in the road
And I think of all the good things
That we have left undone
And I suffer premonitions
Confirm suspicions
Of the holocaust to come“
La canzone si apre con una scena apparentemente tranquilla, un essere umano sta guidando in macchina sotto la luce del sole calante, le strade si tingono dei colori del tramonto e alcuni pensieri affollano la mente del protagonista. I pensieri di qualcosa rimasto incompiuto, come rimorsi ancora da nascere, si trasformano in premonizioni di una possibile Apocalisse, si trasformano nelle prime avvisaglie di terrore per la fine del mondo.
And suddenly it’s day again.
The sun is in the east
Even though the day is done.
Two suns in the sunset
Could be the human race is run“
Improvvisamente una seconda luce, simile a un sole, compare a est, un evento insolito dato che il sole visto nella prima strofa sta tramontando a ovest. Un secondo sole che si staglia nel cielo e conferma la premonizione e i timori di qualche istante prima: è iniziata una guerra nucleare, è iniziata la fine.
Like the moment when the brakes lock
And you slide towards the big truck
“Oh no! Daddy, Daddy!”
You stretch the frozen moments with your fear.
And you’ll never hear their voices
And you’ll never see their faces
You have no recourse to the law anymore“
Il protagonista si lascia distrarre dal secondo sole nel tramonto che dimentica di essere alla guida della macchina
L’automobile scivola verso un grande camion e un grido disperato di un bambino anticipano lo schianto. Il protagonista non era solo in macchina, stava portando a casa suo figlio quando ha visto brillare nel cielo la bomba che metterà fine alla sua vita. E proprio l’immagine di quella bomba gli ha mostrato negli occhi la verità: non sentirà mai più le voci dei propri cari, non vedrà mai più le facce amate, non apparterrà più a questa vita.
And as the windshield melts
My tears evaporate
Leaving only charcoal to defend.
Finally I understand the feelings of the few.
Ashes and diamonds
Foe and friend
We were all equal in the end”
La fine è giunta e le anime dei poveri innocenti bruciano sotto gli effetti della catastrofe nucleare
Il protagonista, indifeso davanti a morte certa, si ricongiunge con tutti coloro che, come lui, stanno vivendo quel momento. L’umanità, davanti alla morte, si unisce e si fonde: siamo tutti uguali alla fine.
(scritto da Samuele Iacopini)