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Un disco per il week end: “Felona e Sorona” de Le Orme

Siamo nell’Italia dei primi anni ’70 ed ormai il progressive rock tricolore si sta imponendo lungo tutto lo stivale ed in Europa grazie a band come, per l’appunto, Orme, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Area che ricevono anche la stima dei loro colleghi europei.

Tra questi colleghi vi è anche Peter Hammill, la geniale mente dei Van der Graaf Generator, che si accorge delle Orme appena uscite dal successo di Uomo di pezza (1972) del quale vi ho già parlato qui (leggi l’articolo).

Tagliapietra, Pagliuca e Dei Rossi decidono questa volta di affrontare il concept album di due pianeti, per l’appunto Felona e Sorona, che viene inciso anche in inglese (semplicemente Felona & Sorona) grazie alla supervisione di Hammill soprattutto per la questione linguistica.

È il 1973 e ricordiamo che, a proposito di album a tema spazio, nello stesso periodo è uscito uno dei concept fondamentali della storia del rock. Un’icona praticamente intramontabile quale The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd e scusate se è poco!

Detto questo diamo dunque un’occhiata ad uno dei concept album più famosi del rock progressivo italiano:

Sospesi nell’incredibile: il disco si apre con uno dei suoi brani più lunghi in cui tutta l’influenza di Keith Emerson si riflette sui tasti di Tony Pagliuca che tesse una fantastica trama accompagnata dalle poderose rullate, condite da altrettanti piccoli effetti, di Dei Rossi. Tutto questo dura fino circa al secondo minuto e mezzo dove, dopo uno stacco in stile Richard Wright dei Pink Floyd, la delicata voce di Tagliapietra recita la poesia spaziale dei due pianeti che è il concept dell’album. Per il resto del brano la forte influenza degli Emerson, Lake & Palmer è innegabile dato che si snoda per lunghi corridoi strumentali e psichedelici.

Felona: lontane campane in sottofondo sono la base per un’allegra ballata acustica in cui si narra tutta la gioia che è Felona, costantemente baciato dal sole, dove le donne e le cicale discorrono d’amore. La solitudine di chi protegge il mondo: la voce di Tagliapietra si perde tra gli echi, i riverberi ed i delicati intarsi pianistici di un ispiratissimo Pagliuca. Un brano voce – pianoforte, con richiami vagamente barocchi, che farà sognare brevemente l’ascoltatore prima della traccia successiva.

L’equilibrio: canzone che descrive perfettamente il rapporto tra i due pianeti, ciascuno ignora che l’altro c’è, ammantandolo di synth più distorti e vertiginosi giri di piano. Basso ebatteria poi, in perfetto stile ELP, reggono ed il pezzo fila via che è un piacere per giungere ad un finale quasi sussurrato.

Sorona: inizio inquietante con una sorta di dolorosa nenia cantata da un malinconico Tagliapietra per descrivere la tristezza che avvolge Sorona. Un pezzo di una tranquillità che fa quasi paura viste le atmosfere sonore scelte.

Attesa inerte: degna continuazione del pezzo precedente fino a circa il secondo minuto. Dopo questo i giri di basso sono più decisi ed in evidenza mentre le tastiere si addolciscono leggermente per poi concedersi a leggere sperimentazioni.

Ritratto di un mattino: le atmosfere sembrano ancora cupe, ma poi Tagliapietra interviene con la sua voce, come ne La solitudine di chi protegge il mondo, dando una speranza di redenzione ed un consiglio di vita.

La felicità non puoi trovarla in te, ma nell’amore che agli altri un giorno darai. A questa bellissima frase segue una parte strumentale veramente struggente prima della chiusura pianistica, quasi improvvisata, finale.

All’infuori del tempo: delicati strumming acustici, seguiti dai synth per il ritornello, narrano del breve e felice incontro tra i due pianeti così diversi, la luce e l’oscurità, eppure così uniti. Purtroppo come tutte le cose belle anche questa ha una fine piuttosto repentina. Infatti ma mentre ancora esulta Sorona, Felona inizia il lento declino. Inesorabile la notte scende e l’equilibrio ben presto finisce.

Ritorno al nulla: strumentale finale in pieno stile ELP con picchi di sintetizzatori, cavalcate di basso e batteria per dare una chiusura al fulmicotone al disco.

Giudizio sintetico: immancabile nella collezione di un vero appassionato di prog italiano e, soprattutto, della famosa band nel suo periodo migliore. Un capolavoro del prog nostrano!

Copertina: il bellissimo dipinto di Lanfranco Frigeri, I pianeti del sogno e della speranza, rappresenta un uomo ed una donna, i due pianeti, in un tenero incontro a tinte scure. Per gli appassionati invito a controllare la copertina del disco Le porte del domani ad opera de La Maschera di Cera. Notate qualche somiglianza?

Etichetta: Philips

Line Up: Aldo Tagliapietra (voce, basso e chitarra), Tony Pagliuca (tastiere) e Michi Dei Rossi (batteria e percussioni)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, PFM, Richard Wright, The Dark Side of the Moon, Banco del Mutuo Soccorso, Van der Graaf Generator
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