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Allen Klein: il suo ruolo nei Beatles di “Let It Be”

Il manager Allen Klein è noto per essere stato una delle figure dietro al successo di grandi band inglesi come i Rolling Stones ed i Beatles poco prima dello scioglimento, ma che cosa è successo esattamente durante gli ultimi giorni dei Fab Four?

È un'altra giornata frenetica negli uffici della Apple Records ed una segretaria dice a Klein che Paul McCartney lo sta aspettando ed è piuttosto impaziente. Il manager, alzando le spalle, risponde semplicemente "non posso parlare con lui adessoe McCartney lo prende decisamente in parola visto che i due, da quel giorno, non si parlarono più.

Da ricordare che Klein ha quindi ignorato bellamente Macca di fronte ad una stanza piena di impiegati e McCartney non era certo un semplice dipendente. 

A parte questo, Klein lavorò instancabilmente per rimettere in sesto la situazione finanziaria dei Beatles e McCartney non ha mai obiettato su questo argomento. Tra le sue mosse vincenti va ricordata la decisione di negoziare con la United Artists per pubblicare "Let It Be", iniziativa che si è dimostrata decisamente vantaggiosa per i Beatles.

Tra il film (Let It Be) e la colonna sonora (Let It Be), Klein fece guadagnare alla Apple  la più che considerevole cifra di sei milioni di dollari, solo nel primo mese (maggio 1970), un periodo in cui i Beatles non guadagnavano come un tempo.

Denaro a parte e fatta eccezione per alcuni singoli pregevoli contenuti nel disco, l'album "Let It Be" non è stato considerato esattamente un successo artistico, così come il film. Un finale di carriera per molti deludente, senza la scintilla tipica dei Beatles che ha preso spunto dal canto del cigno che è stato "Abbey Road".

Anche dai nastri delle sessioni dal vivo, masterizzati e prodotti da Glyn Johns, si sentiva che mancava qualcosa. Prima che "Let It Be" venisse pubblicato come singolo è stato consegnato allo storico produttore George Martin che lo ha arricchito con una sezione di fiati e cori ed ha sostituito la parte di basso suonata da John Lennon con una sovraincisione di Paul McCartney.

Per la realizzazione dell'album vero e proprio i nastri sono stati affidati a Phil Spector che ha lavorato con George Harrison e Ringo Starr. Durante questo periodo McCartney stette nella sua fattoria in Scozia a registrare le prime canzoni per il suo omonimo album solista del 1970, disco in cui Lennon non venne coinvolto.

"Paul ed io eravamo troppo annoiati dal progetto per aiutarlo" ha detto in seguito Lennon. La colonna sonora di "Let It Be" avrebbe dovuto essere pubblicata un mese o due dopo la prima di New York del 28 aprile, ma quando Spector disse che i lavori sono andati più veloci del previsto e l'album poteva essere pubblicato in contemporanea, sembrò essere una buona notizia. Il problema è che anche l'album solista di Paul, "McCartney", sarebbe uscito verso la metà di aprile.

Per massimizzare il loro successo i Beatles hanno sempre cercato di programmare le loro uscite discografiche, soprattutto quando il campo era abbastanza libero, e condividevano le informazioni sulle nuove uscite con i Rolling Stones per evitare la competizione tra le band. Il mercato poi era già abbastanza affollato, in particolar modo quello americano, dove la compilation Hey Jude” era uscita a fine febbraio ed il primo album di Ringo, Sentimental Journey, all'inizio di aprile. Klein e gli altri Beatles erano preoccupati che questi album incidessero sulle vendite di “Let It Be” e dissero alla Capitol Records di rinviare l'uscita del disco di McCartney.

Dato che l'album di Ringo era già uscito, il batterista accettò di consegnare a Paul le lettere riguardanti il rinvio del suo album. “Pensavo di portare le lettere da solo a Paul ricorda Starr aspettandomi che fosse deluso, ma che comunque pensasse fosse giusto che era stato un Beatles a dirglielo personalmente”.

Con sommo sgomento da parte di Starr, McCartney si arrabbiò molto e minacciò il batterista. Quando Starr chiese a McCartney di considerare almeno l'idea di un posticipo, il bassista lo buttò fuori di casa.

Scosso dalla vicenda con Paul, Ringo riuscì a convincere gli altri a cambiare i piani e a spostare la data di uscita di Sentimental Journey” a fine marzo, in modo tale che il disco e la colonna sonora di “Let It Be” tornassero all'8 maggio, lasciando così a McCartney la data del 20 aprile.

“Dato che era un nostro amico e la data significava così tanto per lui, avremmo dovuto lasciargli fare a modo suo”. Questo cambiamento però non rabbonì molto McCartney.

Aveva infatti già smesso di parlare al telefono con Klein e rifiutava categoricamente di partecipare a qualunque riunione nella quale fosse presente il manager, inviando al suo posto l'avvocato Charles Corman. Sebbene presi alla sprovvista, gli altri Beatles chiesero scherzosamente all'avvocato se avesse portato un basso per suonare.

Nonostante tutto, Ringo voleva comunque che Paul fosse presente, quindi anche lui si fece la sua idea su Klein. Nel frattempo McCartney era decisamente contrario al vedere il nome del manager nei crediti della versione americana del suo disco, tanto che descrisse la Apple Records come una compagnia ABKCO”, accusando quest'ultima di non avere niente a che fare con la sua carriera ed il suo lavoro. Klein, fortunatamente, cancellò il suo nome dai crediti per non alterare ulteriormente McCartney.

Il bassista ed il manager tornarono però ben presto a scontrarsi riguardo la postproduzione ed il missaggio di “Let It Be” da parte di Phil Spector, in particolare per la canzone The Long and Winding Road. L'esagerato arrangiamento con un'enorme sezione di archi, fiati, arpa e coro sorprese non poco George Martin che lo considerò come decisamente insolito per gli standard del gruppo.

Spector inoltre non nutriva grande simpatia per McCartney e disse di aver inserito questo arrangiamento per coprire una scadente parte di basso di Lennon. Il perché non l'abbia semplicemente cancellata, come fece Martin, è un mistero.

Sentendo la sua canzone sepolta sotto il caratteristico “wall of sound” di Spector, McCartney disse che era molto indignato da come quest'ultimo avesse alterato il suo lavoro senza la sua approvazione. In seguito sia Harrison che Starr dichiararono pubblicamente che tutti i Beatles avevano ricevuto gli acetati in vinile  di Spector e che anche McCartney aveva dato la sua approvazione. Memorabili le parole di Ringo al riguardo: “non sentimmo più parlare di lui fino a quando non fu troppo tardi per fare qualcosa”.

 

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Tags: The Beatles, Ringo Starr, Paul McCartney, George Martin, George Harrison, Wall of Sound, Phil Spector, Hey Jude, Let It Be, John Lennon, Allen Klein, Abbey Road
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