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Another One Bites the Dust: “all’inizio non ci piaceva”

Conosciamo tutti il giro funky di basso di “Another One Bites the Dust”, ad opera di John Deacon, presente nell’album “The Game” del 1980 che conteneva anche altri successi come “Crazy Little Thing Called Love” (leggi l’articolo).

In un gruppo di successo è sempre difficile farsi notare, soprattutto se i compositori principali sono gli altri membri, ed è questo il caso del bassista dei Queen, John Deacon.

Il bassista aveva già composto, e continuò fino alla sua permanenza nella band, brani di successo per lo storico gruppo inglese.

Tra questi vi sono "You’re My Best Friend” (da “A Night at the Opera” del 1975), “Spread Your Wings” (da “News of the World” del 1977), “In Only Seven Days” (da “Jazz” del 1978) ed “I Want to Break Free” (da “The Works” del 1984).

Tutti pezzi che hanno fatto crescere sempre più la popolarità della band e “Another One Bites the Dust” non fa eccezione.

Stando alle parole di Deacon,ho sempre voluto fare di più, un po’ di musica disco che al tempo non era molto apprezzata”.

Il problema principale, però, era il resto della band, tranne Freddie Mercury, che era sconcertata da questa svolta tra il funk e la musica disco, correnti musicali molto in voga in quegli anni.

Il batterista Roger Taylor, in particolare, era decisamente contrariato soprattutto perché, per ottenere dei suoni più attutiti, bisognava mettere del nastro adesivo sulle pelli della sua batteria. “Non volevo finire a fare musica dance. Non era il mio genere di cose”.

Anche Michael Jackson, abituale frequentatore dello studio di registrazione, adorava il pezzo e voleva che uscisse a tutti i costi, ma Roger Taylor non era molto d’accordo. “Non diventerà mai un singolo”, queste furono le parole del batterista.

Ma come accennato prima, il più entusiasta era Mercury. Infatti, stando alle parole del chitarrista Brian May,Freddie la cantava fino a star male per ottenere il sound che voleva John”. A questo punto bisognava per forza inciderla.

Quando la canzone vide finalmente la luce molti non la riconobbero e venne scambiata per la hit di un gruppo funk, ma nonostante questa incomprensione il pezzo rimase per settimane nelle top 10 (anche in quelle country).

Inoltre venne usata anche negli incontri di pugilato quando uno degli avversari è k.o., decretando così un altro grande successo firmato Queen applicato allo sport come "We Are the Champions" e "We Will Rock You".

Esiste anche una parodia Weird Al Yankovich intitolata “Another One Rides the Bus”. Quest’ultima, suonata con la fisarmonica e l’ausilio di un rumorista, narra l’assurdo viaggio in un autobus molto affollato. Non c'entra molto con lo sport, ma questo artista americano non è nuovo a questo genere di cose.

 

Vanni Versini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: Jazz, Michael Jackson, Vanni Versini, A Night at the Opera, We Will Rock You, Queen, Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor, John Deacon, The Game
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