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I concerti dei record: da Woodstock a … Vasco Rossi

Joe Cocker a Woodstock
In un assaggio di futuro post-apocalittico causato da una pandemia globale abbiamo rischiato – e forse rischiamo ancora – di raccontare alle generazioni future “c’era una volta … il concerto”. E, allora, cos’è un concerto?

Il dizionario Devoto Oli definisce il concerto un’«esecuzione, pubblica o privata, di musica strumentale o vocale che contrassegna la prestazione di un cantante o di un complesso direttamente davanti al pubblico», ma se chiedi a chiunque sia stato ad un concerto sopra o sotto il palco, la definizione è molto più breve e concisa: il concerto è un’emozione. È adrenalina, divertimento, corse per la conquista della prima fila sotto il palco, è sbirciare dalle quinte i volti accesi del pubblico in attesa della performance, è tensione, è scambio di energie.

La storia della musica contemporanea è segnata da concerti memorabili che sono entrati di diritto nel libro dei Guinness dei primati, ma un concerto su tutti ha cambiato per sempre la concezione di “esecuzione pubblica davanti a un pubblico”: il Festival di Woodstock, non un concerto, ma un evento che si è svolto dal 16 al 18 agosto 1969 e che in termini musical-temporali e senza eccessiva profanazione ha delimitato un A.W. (Avanti Woodstock) e D.W. (Dopo Woodstock). Il festival di Woodstock è stato un concentrato di piccoli e grandi record, ma ciò che rende un concerto letteralmente “plateale” e da record è il numero degli spettatori. Nel D.W. si sono susseguiti concerti con affluenza di persone da far tremare i polsi. Vale la pena ripercorrere sempre e ancora i concerti con il maggior numero di pubblico pagante e non pagante perché quello che conta è vivere la musica, anche solo nei ricordi.

Il mito di Woodstock

La mattina del 16 agosto 1969, 500 mila persone occupano in modo disordinato la radura di Bethel, nello stato di New York, a 69 km da Woodstock nella contea di Ulster. Il campo fu messo a disposizione da due proprietari terrieri. Inizialmente l’evento nasce come festival provinciale di sola musica e divertimento con un pubblico stimato di non oltre 50.000 persone. Le autorità della contea di Orange – prima location individuata – non ritennero idonea l’area scelta dagli organizzatori Artie Kornfiel, Michael Lang, Joel Rosenman e John P. Roberts e le misure di sicurezza non erano adeguate. Si optò per Woodstock – un’area più ampia – e appena la voce si diffuse di un concerto con una line up di 30 artisti tra cui Jimi Hendrix, Santana, Janis Joplin, The Who, Richie Havens, un allora ancora giovane e sconosciuto Joe Cocker, Johnny Winter, Jefferson Airplain, The Grease Band, Bob Marley centinaia di migliaia di giovani si riversarono nella radura scavalcando le barriere: dai 50 mila attesi, ne giunsero 500 mila (anche se non tutti rimasero fino alla fine).

https://youtu.be/tfLyK2DVVUU

Primo record. Inevitabilmente gli organizzatori persero di vista gli “ingressi” e il concerto si trasformò in un evento “gratuito”. Secondo record. Il terzo record? La line up stessa, musicisti di calibro che suonarono quasi ininterrottamente per due giorni. La durata delle esibizioni è un quarto record nel record: Jimi Hendrix riuscì a suonare per oltre due ore e regalò tra le perle finali, l’esecuzione dell’inno statunitense in una versione storica con suoni simili a sibili di pallottole e mitragliatrici per denunciare l’orrore della guerra nel Vietnam. Il richiamo della musica fu pretesto per affermare qualcosa di più: un appello a un mondo di pace e amore. Il primo concerto con lo slogan Peace and Love e il “logo” è Woodstock: quinto record. Il festival musicale assume connotazioni politiche e sociali, da qui partono successi come White Rabbit e Somebody to love dei Jefferson Airplay, Soul Sacrifice di Carlos Santana, The Star – Spangled Banner di Jimi Hendrix. Woodstock fu un successo? No, il suono era pessimo, l’organizzazione pessima, ci furono incidenti tra la folla e disordini, il maltempo contribuì a rovinare tutto e a far saltare i cavi. Woodstock forse fu il festival più disastroso di tutti i tempi, nel bene e nel male, però, se ne parlò e se ne parla ancora. Sesto record.

I più grandi concerti di musica con spettatori paganti

Nel d.W., l’organizzazione dei concerti è decisamente migliorata, al punto di riuscire a pianificare eventi di proporzioni gigantesche con un’importante affluenza di pubblico pagante. Il Rock in Rio Festival con il suo stadio Maracanã è il luogo dove gli artisti internazionali si sono sfidati nel tempo per riempirlo in tutta la sua capienza: ci è riuscita una sola band, il gruppo norvegese A-ha che fino al 2017 ha detenuto il record ufficiale di concerto più “affollato” della storia con 198.000 spettatori paganti. Nel 2017, la band è stata detronizzata da Vasco Rossi con il concerto al Modena Park e 220 mila spettatori paganti. A parte per il numero di spettatori paganti, i due record tecnicamente non si annullano a vicenda: il primo si è svolto in uno stadio con una capienza “limitata”, il secondo in uno spazio aperto.

  1. Vasco Rossi – Modena Park: 1° luglio 2017, il cantante celebra 40 anni di attività l’evento si svolge presso il parco Enzo Ferrari. Biglietti venduti: 220 mila. Il concerto si concluse come da tradizione con il brano Alba chiara.
  2. A-HA – Rio de Janeiro (Brasile): 26 gennaio 1991 nell’ambito del Rock in Rio Festival, la band dei record si esibisce dinanzi a una folla di 198.000 spettatori paganti. Nata come band synth-pop si evolve in matura rock band sinfonica. Il gruppo vanta al suo attivo numerosi altri record: Take on me è il video più visualizzato di tutti i tempi (oltre 1,2 miliardi di visualizzazioni), il cantante Morten Harket detiene il record della nota più alta e della nota più lunga tenuta dal vivo (20:02 secondi del brano Summer Moved On), detengono il terzo posto dopo Madonna e Paul McCartney per il concerto live più seguito online (marzo 2001, Valhall Stadium di Oslo), premiati al Q Award come miglior gruppo fonte di ispirazione per altri artisti. Per questi e altri meriti conseguiti nella musica, sono stati insigniti dell’onorificenza di Cavalieri della Croce di Sant’Olav, la più alta carica della Corona norvegese.
  3. Tina Turner – Rio de Janeiro (Brasile): 16 gennaio 1988, la cantante è all’apice del successo grazie a singoli potenti scritti per lei dagli autori Terry Britten e Graham Lyle e alcune cover in versione rock come “Addicted to love” del collega Robert Palmer. Biglietti venduti: 188.000
  4. Paul McCartney – Rio de Janeiro (Brasile): 21 aprile 1990, nell’ambito del “Paul McCartney World Tour” per celebrare i suoi ultimi successi inediti e la lunga carriera. Sir McCartney non faceva un tour mondiale come solista dal Wings UK tour del 1979. Stabilì nel 1990 il record di biglietti venduti con 185.000 spettatori paganti.
  5. Luciano Ligabue – “Campovolo”, Reggio Emilia: 10 settembre 2015, il musicista si esibisce negli spazi dell’Aeroporto di Reggio Emilia stabilendo il record europeo di spettatori con 165.264 biglietti venduti a cui si sommano i 4.479 biglietti omaggio per un totale di presenze di 169.743 (dati SIAE).
Concerti con il maggior numero di spettatori non paganti

I veri numeri da record si registrano, però, quando i concerti sono gratuiti o nell’ambito di manifestazioni ed eventi che segnano comunque delle pietre miliari nella storia della musica

  1. Jean Michelle Jarre – Mosca (Russia): 1995, 850° anniversario della fondazione di Mosca, l’artista fu invitato per l’occasione che vide confluire 3.500.000 spettatori. Il più grande concerto per affluenza della storia della musica. Nel 1998 fu realizzata una video cassetta e successivamente masterizzato in DVD.
  2. Rod Stewart – Copacabana Beach, Rio de Janeiro (Brasile): 1994, sulla spiaggia più famosa di Rio, si radunano 3.500.000 spettatori per celebrare il cantante. È la folla più grande mai radunatasi per un artista singolo.
  3. Jean Michelle Jarre – Parigi (Francia): 14 luglio 1990 in occasione delle celebrazioni per la festa nazionale francese, il cantante viene invitato per esibirsi nel più grande concerto all’aperto del mondo dinanzi a 2.500.000 spettatori, valendogli la seconda citazione nel Libro dei Guinness. L’evento fu finanziato dal Ministero della Cultura, il cantante ebbe l’occasione di presentare l’album Waiting for Cousteau. Degna di nota all’epoca anche la scenografia di Peter Minshall.
  4. Festival Monsters of Rock – Mosca (Russia): 1991, rassegna di musica heavy metal che nasce in Inghilterra nel 1980. Nel tempo si è evoluta e aperta ad altri generi musicali, nacquero edizioni parallele in altri paesi. L’edizione moscovita segnò il record di 1.600.000 spettatori giunti per seguire artisti come AC/DC, Metallica, Pantera, E.S.T. e The Black Crowes.
  5. Love Parade – Dortmund (Germania): 2008, la manifestazione nasce a Berlino nel 1989 ed è un festival di musica dance che divenne presto popolare nel mondo e replicato in altre città come Tel Aviv, Acapulco, Vienna, Città del Capo, Sydney, San Francisco, Santiago del Cile. L’edizione del 2008 vide l’affluire di 1.600.000 persone. Dal 2010, la manifestazione è stata sospesa dopo il grave incidente di Duisburg dove si registrò il record negativo della più grande strage europea di spettatori deceduti durante un evento musicale.

E allora, che cos’è un concerto?

— Onda Musicale

Tags: Rod Stewart, Vasco Rossi, Jimi Hendrix, Woodstock, Paul McCartney, Tina Turner, Joe Cocker
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