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Un disco per il week end: “Quella Vecchia Locanda” di Quella Vecchia Locanda

L’Italia, al pari dell’Inghilterra, è sempre stata una fucina di grandi nomi del progressive rock che hanno cantato i loro pezzi anche in inglese grazie all’attenzione della Manticore e di Peter Hammill dei Van der Graaf Generator. Tra i nomi spunta anche questo curioso gruppo di Monteverde.

Quella Vecchia Locanda mischia sapientemente il progressive rock più puro con un folk intramezzato da interventi classici. Il flauto poi, è una sorta di tributo ad Ian Anderson con i suoi Jethro Tull.

La band produce questo album, impreziosito dal violino del virtuoso Donald Lax, ed il seguente Il tempo della gioia nel 1974, ma si sciolgono poco dopo. Un vero e proprio peccato perché entrambi questi album, ma soprattutto l’esordio, sono una vera chicca del prog tricolore.

Una cosa simile, anche per il nome, è accaduta alla Locanda delle Fate che, però, sono tornati assieme nella formazione quasi originale.

Stessa cosa dicasi per il Museo Rosenbach, gruppo del compianto Giancarlo Golzi. Il ritorno potrebbe esserci anche per questa Locanda? Analizziamo comunque la tracklist di questo esordio omonimo datato 1972.

 

Prologo: il violino di Donald Lax domina la prima parte del brano prima di fondersi con il piano, il flauto e le tastiere in un gioco di botta e risposta.

Questo però non è altro che un prologo nel Prologo che fa da apripista alla voce di Giorgio Giorgi che, assieme alle chitarre ed al sintetizzatore, si lancia in un cantato elettrico e triste allo stesso tempo.

Il finale acustico, con la ripresa in pieno stile Jethro Tull e Genesis, è il fiore all’occhiello del pezzo con non poche cesellature di matrice classiche.

Un villaggio, un’illusione: è sempre il violino di Laxad aprire le danzi di questa classicheggiante composizione per poi lanciarsi in scatenate sonorità tanto care ad Anderson e soci.

Il ritornelloed i corisono coinvolgenti e vi faranno voglia di alzare il volume anche quando i toni calano intramezzati dai giri di basso e batteria mentre il flauto si fa più soffuso ed incalzante allo stesso tempo. I sintetizzatori ed i generatori di frequenza poi, sono una vera gioia per le orecchie.

Realtà: chitarra acustica e flauto sono i primi suoni che si possono udire per questa maliconica ballata. Canto e controcanto faranno venire alla mente i Genesispiù intimi e riflessivi.

Immagini sfocate: echilontani e distorti introducono il brano che, incalzato sempre più da flauto e violino, si apre come un ventaglio sonoro. Godetevi l’assolo!

Il cieco: proseguo di stampo jazzisticodella traccia precedente in cui i generatori di frequenza ed i synth ritornano prepotentemente. Il ritmo di batteria sostiene magistralmente il tutto accompagnato da un piano che vi farà immaginare quei vecchi locali jazz dei film francesi.

Dialogo: elettricità ed elettronica, più le consuete disarmonie progressive, sono le basi per questo pezzo

Verso la locanda: delicate note di pianoci conducono verso la locanda dove, ad attenderci, c’è un ritorno alle sonorità acustiche e classiche. Qui troviamo inoltre un Lax più rilassato e melodico. Forse anche perché si sta, inesorabilmente, giungendo alla conclusione.

Sogno, riveglio e …: Pianoforte, flauto e violino dominano questo pezzo conclusivo, degno di un album che è passato ingiustamente inosservato o quasi!

 

Giudizio sintetico: La lunga, e gloriosa, storia del progressive rock Made In Italy non passa solo dai nomi storici come Orme, Banco, PFM,Osanna, Goblin e via di seguito.

Ci sono non poche, piccole, perle come queste che vanno rivalutate ed ascoltate più volte. Basta solo saper cercare. Come accennato all’inizio, il gruppo ha prodotto solo un paio di album, ma sono comunque tutti e due dei signori lavori del prog tricolore.

Copertina: Una figura vaga in un colorato villaggio in rovine

Etichetta: Help!

Line up: Massimo Roselli (organo, pianoforte, mellotron, moog, cetra elettrica e voce), Giorgio Giorgi (voce solista, ottavino e flauto), Patrick Traina (batteria e percussioni), Romualdo Coletta (basso e generatori di frequenza), Raimondo Maria Cocco (chitarre e voce) e Donald Lax (violino classico ed elettrico)

 

— Onda Musicale

Tags: Banco del Mutuo Soccorso, Jethro Tull, Le Orme, Osanna, Van der Graaf Generator
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