Recensioni e Interviste

Sanremo 2021: se non si fa è meglio per tutti

Il giornalista Maurizio Scandurra: “Dalla Rai un gesto di rispetto verso l’economia bloccata e in sofferenza”. 

Sul web ha fatto capolino nei giorni scorsi, sulle pagine di Imolaoggi.it, un nuovo affondo del giornalista cattolico, saggista e critico musicale Maurizio Scandurra rivolto al prossimo Festival, che come sempre è noto per anticipare in modo tagliente, ma preciso e puntuale, le tendenze in atto nello showbusiness italiano.

Abbiamo chiesto all’esperto in fenomenologia della canzone e dello spettacolo una previsione sugli scenari possibili che riguardano Sanremo 2021.

Buongiorno, Maurizio. Che succede al Festival?

«Niente di eccezionale, visto il momento in corso. Semplicemente i cantanti, uomini e donne anch’essi pervasi da tutti i leciti timori, ansie e paure per via della pandemia, non sono per lo più in grado, o forse giustamente in questo frangente non hanno voglia, di scrivere brani efficaci. Voci di corridoio riferiscono che alla Commissione che sceglierà i Big in gara siano per lo più giunte proposte scadenti. Comprensibilissimo e logico. Non capisco che cosa aspettino ancora Amadeus e Fiorello per ritirarsi, e rimandare il tutto a tempi migliori».

Secondo Lei, quali altre cause entrano in gioco?

«Come ripete sempre il caro Paolo Del Debbio, l’incertezza è attualmente il male maggiore. Cantare e fare dischi costa. E se poi non s’incassa, sono guai. Ma chi è quel pazzo scriteriato, specie tra gli artisti famosi attorno ai quali ruota anche tutto un meccanismo industriale legato alle major del disco, che ha voglia di buttare denari inutili nel lancio di nuovi album, se tanto si rischia anche per il prossimo anno di non poter fare concerti? Di rinunciare a priori a suonare dal vivo?».

Pare, però, che la Rai faccia di tutto per voler fare il Festival.

«Lo trovo un atteggiamento di un’arroganza intellettuale pazzesca e irritante. Tutta Italia si ferma, tranne Liguria e Sanremo. Basta con la politica dei ‘due pesi, due misure’. Andare in scena mentre tutti gli altri hotel, negozi e ristoranti del Paese fanno la fame, mentre saltano ovunque fiere, mercati e manifestazioni, mi sembra quantomeno sfacciato e fuori luogo. Meglio saltare il turno, e sperare di tornare nel 2022 con un’edizione ancora più ricca e sfavillante, salute pubblica permettendo».

Non sembrano di quest’avviso, però, i vertici della Tv di Stato.

«A quanto pare non ovunque regna sovrano il buonsenso e il buongusto. L’AD Fabrizio Salini e il Direttore di Raiuno Stefano Colella si mettano pure il cuore in pace. Idem il Comune di Sanremo. La Rai può sopravvivere anche senza i 30-40 milioni di euro d’incassi di Sanremo 2021. E’ un’azienda pubblica, c’è lo Stato dietro. Vorrà dire che per tenere in piedi conti e bilancio inizierà rideterminando a un sano ribasso i compensi stellari della star del video. Tutti fanno sacrifici, li facciano anche loro una volta tanto».

C’è chi parla di andare in onda ad aprile.

«Di scemenze se ne dicono tante, e il mondo è pieno di bocche che parlano a vuoto. Ma se lo vede Lei un Festival fatto solo di tormentoni estivi con tanto di artisti in bermuda sul palco? C’è un tempo per tutto, e ogni tradizione ha il proprio. Sarebbe come andare in giro in Trentino sui cani da slitta ad agosto, le pare? Lasciamo intanto il mondo per com’è, e nel mentre vediamo in che direzione va. Aspetta l’economia, può aspettare e passar la mano anche Sanremo. Almeno di questo non muore mica nessuno».

 Rosy Amadori 

— Onda Musicale

Tags: Rai, Maurizio Scandurra
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