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Steven Tyler e Joe Perry: il fatidico incontro che ha reso grandi gli Aerosmith

Considerati uno dei più grandi gruppi rock americani di tutti i tempi, gli Aerosmith hanno forgiato il loro suono caratteristico mescolando diversi generi: l’heavy metal con il rock e il blues.

Il tocco da maestro, che li rende unici nel panorama musicale è senza dubbio la voce ed il carisma di Steven Tyler. La nascita della storia del gruppo, risale ad una fatidica estate del 1970, quando Tyler incontrò quello che poi divenne il chitarrista della band Joe Perry, mentre lavorava in una gelateria nel New Hampshire. In quel momento era impensabile che quei due, nel giro di pochi anni, avrebbero affascinato ed entusiasmato il pubblico con stravaganti tour nelle arene.

Ma le cose non furono così semplici. Infatti, i due cominciarono ad avere successo verso la metà degli anni Settanta con una serie di hit in classifica. Basti citare brani come Toys in the Attic nel 1975 e Rocks nel 1976. Un grande successo, grazie all’enorme quantità di radio libere in onda all’epoca in tutti gli Stati Uniti.

Toxic Twins

Il gruppo ebbe anche degli hit singles su AM dial con canzoni come Dream On, Same Old Song and Dance, Sweet Emotion e Walk This Way. Tuttavia, in questo periodo Steven e Joe divennero noti come i Toxic Twins, per il loro abuso di droghe. Ma le cose cambiarono durante la registrazione del disco Night in the Ruts, quando Joe e Steven litigano e Joe decide di lasciare la band. Nel giro di pochi mesi fondò addirittura un’altra band, nominata The Joe Perry Project.

Nel 1984, il manager Tim Collins lavorò al tentativo di ricongiungere Joe con i vecchi amici e colleghi. Joe venne invitato dalla band a tornare sui suoi passi, cosa che fortunatamente, per noi amanti della loro musica, fece. In questo modo, la band era nuovamente insieme e si esibì in un fortunato tour, dando vita definitivamente gli Aerosmith.

Dopo l’estrema popolarità raggiunta negli Settanta, subirono una battuta d’arresto all’inizio degli anni Ottanta, dovuto in parte a causa dell’abuso di droghe e alcol, e in parte ad un declino creativo. Tuttavia, il fuoco ardeva ancora.

E, nonostante la popolarità apparentemente diminuita, la band, disintossicata dall’abuso di droghe, è letteralmente risorta alla fine del decennio, raggiungendo una popolarità e un significato culturale generazionale ancora maggiori. Joe e Steven rinvigorirono la loro vecchia amicizia scrivendo insieme canzoni e apparendo in pubblico molto uniti.

Icone del rock americano

Nel 1986, hanno infranto le barriere collaborando con i Run-DMC sulla cover del gruppo rap del brano del 1975 degli Aerosmith Walk This Way. La collaborazione probabilmente ha introdotto molti ascoltatori rock all’hip-hop.

Inoltre, una delle loro canzoni più iconiche e una delle più belle della storia della musica, I Don’t Want to Miss a Thing, è uscita a fine secolo, ovvero nel 1998. Il brano, che scalò intere classifiche a livello mondiale, apparve nella colonna sonora del film Armageddon e fu scritta insieme all’autrice pop Diane Warren.

Gli Aerosmith sono il gruppo rock americano che ha venduto di più nella storia: 150 milioni di dischi, di cui oltre 66 milioni nei soli Stati Uniti d’America, e sono anche il gruppo musicale americano con il maggior numero di album premiati dalla RIAA.

Suonano ancora oggi insieme, girando il mondo e riempiendo stadi e palazzetti. Hanno avuto la capacità di piazzare ben 27 singoli ai primi 40 posti di numerose classifiche mondiali, nove al numero uno della Mainstream Rock Tracks. Inoltte, hanno vinto numerosi premi, tra cui quattro Grammy Awards e dieci MTV Video Music Awards. Nel 2001 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame. Sono considerati dai media una delle principali ed influenti figure nella pop culture.

Inoltre, la rivista Rolling Stone li ha inseriti al 59esimo posto nella sua lista dei 100 migliori artisti di sempre. Come se non bastasse, nel 2011 il sito Gibson.com li ha classificati al 2º posto tra le 50 migliori band rock americane di sempre.

— Onda Musicale

Tags: Aerosmith, Grammy Awards, Joe Perry
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