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Suspiria: che cosa sta succedendo in quella scuola di ballo?

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Susy Benner decise di perfezionare i suoi studi di balletto nella più famosa scuola europea di danza. Scelse la celebre accademia di Friburgo. Partì un giorno alle nove di mattina dall’aeroporto di New York e giunse in Germania alle 22:45 ora locale …”, questo l’inizio dell’orrore che ha reso lo stile di Dario Argento celebre in tutto il mondo.

Questo film del 1977, in particolare, segna il suo ingresso tra i nomi celebri dell’horror italiano dopo aver sperimentato con successo il thriller Profondo Rosso assieme a registi come Lamberto Bava e Lucio Fulci, ed internazionale, non per niente collaborerà anche con il papà degli zombi George Romero.

Dopo la trilogia degli animali (l’esordio alla regia con L’uccello dalle piume di cristallo del 1970 ed i seguenti Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigioentrambi del 1971) qui è la volta di un’altra trilogia, quella della madri.

Questo trio di film è composto, oltre che da Suspiria, da Inferno del 1980 e La Terza Madredel 2007. Per la realizzazione di questo film, oltre al libro Suspiria De Profundis di Thomas de Quincey, Argento ha preso l’ispirazione da un incubo ricorrente dalla compagna di allora Daria Nicolodi. Nell’incubo lei era una bambina rinchiusa in una stanza in compagnia di una strega.

Ma passiamo alla trama. Come detto all’inizio la ballerina Susy Benner (Jessica Harper) si reca in Germania per migliorare la sua tecnica iscrivendosi ad una prestigiosa scuola di ballo tedesca, ma una volta arrivata alla scuola una voce al citofono la scaccia in malo modo sotto il temporale. 

La voce misteriosa appartiene ad una giovane studentessa che, poco dopo, fugge trovando riparo da un’amica in un’ala dell’accademia.

Qui la fuggitiva viene massacrata da un misterioso aggressore che poi la impicca dal lucernario. I pezzi di vetro e metallo, però, precipitano ed uccidono anche la sua amica che l’aveva soccorsa.

Il giorno dopo Susy si reca nuovamente all’accademia facendosi ricevere, ma è molto spaventata dall’accaduto dato che in città ed in accademia non si parla d’altro.

Qui incontra la vicedirettrice Madame Blache (Joan Bennett) e l’insegnante di ballo Miss Tanner (Alida Valli) che le suggeriscono di prendere un appartamento in città fino a quando la sua stanza non sarà pronta. Si troverà dunque ad abitare con altre due alunne e cioè Sarah (Stefania Casini) ed Olga (Barbara Magnolfi).

Purtroppo strane cose accadono nell’accademia. Il pianista cieco viene sbranato dal suo stesso cane da guida, larve cadono dal cielo, uno strano respiro echeggia per i corridoi e la spirale di sangue non si ferma. La paura è tale che si comincia a mormorare di streghe.

“Le streghe fanno il male. Nient’altro al di fuori di quello. Conoscono e praticano segreti occulti che danno il potere di agire sulla realtà e sulle persone. Ma solo in senso maligno. Il loro scopo è ottenere vantaggi materiali e personali ma possono raggiungerli esclusivamente con il male degli altri. Con la malattia, con la sofferenza, il dolore e non di rado con la morte di coloro che prendono di mira per una qualsiasi ragione …”.

Non per niente il tema delle streghe comparirà anche nella colonna sonora firmata dai Goblin e corrispondente al loro terzo album, otto tracce e quattro in più nell’edizione giapponese, che si snodano insidiose nella pellicola facendo respirare ansia e paura.

La formazione è quella classica con Claudio Simonetti alle tastiere ed al mellotron, Massimo Morante alle chitarre ed al bouzouki greco, Fabio Pignatelli al basso ed alla tabla, Agostino Marangolo alla batteria ed il fratello Antonio Marangolo al sassofono in “Black Forest”.

Da ricordare che Antonio Marangolo è anche il sassofonista di Francesco Guccini dagli anni ’80 in poi. La prima, e più famosa, traccia è intitolata Suspiria ed è in questa che si parla del tema delle streghe.

Infatti, nel brano, si ripete ossessivamente “there are three witches sitting on the tree” basandosi su un vecchio scioglilingua inglese.

Le tastiere e le parole sussurrate di Simonetti fanno il loro lavoro come al solito, ma è curioso vedere Morante e Pignatelli alle prese con bouzouki e tabla inizialmente.

Naturalmente dopo riprendono in mano, rispettivamente, chitarra e basso. Un brano d’effetto e trascinante, come sempre in pieno stile Goblin.

Sempre le streghe sono il tema di Witch dove una serie di inquietanti suoni, urla e percussioni che descrivono perfettamente la prima cruenta scena di morte della pellicola.

Sempre i suoni inconsueti sono la base dell’introduttiva Opening to the Sighsa cui segue la lunga Sighs che significa appunto “sospiri”. Ricordate che stiamo parlando della Mater Sospirarum. L’organo chiude in bellezza il brano tra lontane urla.

Distorsioni e sound quasi più allegri, almeno fino alla prima parte, contraddistinguono Markos il cui ritmo frenetico dà sempre una sensazione di pericolo costante.

Sapori più dark prog e jazz, quest’ultimo grazie al sax di Marangolo, per la già accennata Black Forest che ha un impatto sonoro meno aggressivo delle altre tracce del disco.

Il basso di Pignatelli torna a farsi sentire di più in Blind Concert scandendo perfettamente il tempo sospeso tra jazz e psichedelia facendo ricordare i giri di basso di Ares Tavolazzi dei colleghi Area.

Stesso discorso per Marongolo e soci le cui partiture ricordano, non poco, quelle del famoso gruppo del mitico Demetrio Stratos. Il tutto si conclude con lo stupendo e delicato valzer per piano Death Valzerad opera di un’ispiratissimo Simonetti.

A questo punto la domanda è “che dire di questo film?” Una pellicola che si tinge di rosso, blu, verde e giallo, quest’ultimo colore soprattutto verso la fine.

Tanti colori come una fiaba macabra o ad un incubo. Infatti alcuni oggetti sono stati resi più grandi per rendere di più la sensazione bambinesca delle protagoniste e l’alzare le maniglie delle porte è stato uno di questi.

All’inizio, infatti, le protagoniste avrebbero dovuto essere delle bambine, ma a causa dei problemi con la produzione Argento cambiò totalmente l’età.

Anche se giovani adulte, le sventurate protagoniste rimangono in balia di questo orrore come delle piccole e spaventate ballerine in un posto che consideravano sicuro.

Questo per evidenziare come il vero orrore si nasconde soprattutto nei luoghi, negli oggetti e nelle situazioni più comuni presenti nella vita di tutti i giorni.

Cult immancabile e consigliato agli amanti del cinema di Argento e dell’horror d’autore, così come di quello all’italiana.

Vanni Versini 

— Onda Musicale

Tags: Ares Tavolazzi/Antonio Marangolo/Francesco Guccini/Fabio Pignatelli/Dario Argento/Suspiria/Area/Vanni Versini/Goblin/Demetrio Stratos/Claudio Simonetti/Inferno/Massimo Morante/Agostino Marangolo
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