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“Do They Know It’s Christmas?” Storia di un capolavoro natalizio

Do They Know It’s Christmas?

Correva l’anno 1984 e la Band Aid di Bob Geldof e Midge Ure sforna uno dei singoli natalizi più venduti della storia facendo una semplice domanda: Do They Know It’s Christmas?

La fame nel mondo

Bob Geldof è uno a cui stanno a cuore certe problematiche sociali. Il problema della carestia nei Paesi più poveri è uno dei più sentiti dall’establishment artistico globale. Basti pensare a quanto superficiale sia diventato parlarne, nonostante il problema esista realmente e necessiti di soluzioni concrete.

Tra il 1983 e il 1985 l’Etiopia, stato dell’Africa orientale, venne colpita da una delle carestie più dure della propria storia.

A causa delle gravi siccità e di una guerra civile devastante, la fame portò alla morte di più di un milione di persone, mettendone molte di più in gravi difficoltà economiche e sociali.

Tra l’altro, gli Stati Uniti ci misero lo zampino, aiutando gli insorti eritrei (quelli contro cui l’Etiopia combatteva) per evitare che la zona si tingesse di rosso.

Per un po’ non se ne seppe nulla. Siamo nei primi anni ’80 e, ovviamente, le comunicazioni erano più complicate.

Certo i Beatles, una decina di anni prima, avevano dimostrato che con un collegamento satellitare era possibile connettersi con miliardi di persone in tutto il mondo, ma non era certo una passeggiata. Figuriamoci in un Paese che viveva una delle più gravi sciagure della sua storia.

Ma certo non mancavano i reporter che, direttamente dal posto, inviavano notizie al mondo occidentale.

Uno di questi è Michael Buerk, un giornalista della BBC che, nel 1984, davanti ad una telecamera, descrisse la carestia come “la cosa più vicina all’inferno sulla Terra”.

Le decisioni di Bob Geldof

Bob Geldof è un musicista affermato. Con i Boomtown Rats aveva inanellato una serie di successi che lo avevano portato all’attenzione globale. Soprattutto grazie ai testi delle sue canzoni, che spesso trattavano argomenti presi da fatti di cronaca contemporanea, dimostrando una sua spiccata sensibilità per ciò che accadeva nel mondo.

Proprio a partire da quel collegamento di Michael Buerk, a Bob venne l’esigenza di fare qualcosa di concreto, quindi contattò Midge Ure degli Ultravox, altro personaggio che più popolare non si può.

I due chiacchierarono davanti a litri di caffè e insieme misero su una delle più potenti macchine di beneficenza della storia della popular music: il progetto Band Aid.

Non era certo il primo progetto di questo tipo. Già George Harrison, nel 1971, pubblicò il suo Concert For Bangladesh, ma il risultato fu diverso.

La canzone era già pronta. Si intitolava Do They Know It’s Christmas? e il compito di Midge era quello di scrivere la musica sul testo di Bob Geldof.

Il problema era trovare chi l’avrebbe cantata. E fu così che iniziò il giro di telefonate per cercare di portare tutti i più importanti musicisti britannici dell’epoca.

E in effetti furono chiamati proprio tutti: Bananarama, Spandau Ballet, Duran Duran, George Michael, U2, Kool & The Gang, Phil Collins, Boy George, Status Quo… non li metto tutti perché sono veramente tantissimi.

Ora veniva un altro problema: registrare nel minor tempo possibile per far uscire il singolo a Natale.

L’organizzazione è complicata. Con così tante celebrità è necessario disporre di più di un ufficio per connettere tutti e organizzare le sessioni di registrazione, ma non c’è nulla che vada male.

Do They Know It’s Christmas?

Ci si ritrova nei Sarm West Studios di Londra, il 25 novembre del 1984. Lo spazio è libero per 24 ore, giusto un mese prima di Natale.

Una follia, anche perché le prime sessioni (dedicate ai cori, quindi registrazioni d’insieme) sono aperte alla stampa che, presente, può dedicare il giusto spazio all’evento.

Dopo di che tocca a Tony Hadley (Spandau Ballet), il quale deve registrare la sua parte solista su una base musicale realizzata da niente meno che Phil Collins alla batteria, John Taylor (Duran Duran) al basso e Paul Weller alla chitarra – la parte di chitarra verrà poi esclusa il giorno dopo la registrazione perché mal si sposava con il resto – e la voce guida di Midge Ure, che ha prodotto il brano.

E così, uno dopo l’altro, i big della musica from U.K. danno il loro contributo, chi cantando, chi mettendosi a disposizione per registrare qualcosa da inserire nel lato B del disco. Come sir Paul McCartney e David Bowie, assenti eccellenti alle session di registrazione, ma che non volevano essere tagliati fuori del tutto.

Boy George venne svegliato di colpo da Bob Geldof e messo su un concorde per permettergli di registrare la sua parte. Lo fece alle 18, un’ora prima che scadessero le 24 ore di disponibilità della sala.

E poi?

E poi, buon Natale

Decisamente Bob Geldof e Midge Ure non si aspettavano il successo raggiunto dalla loro canzone. Il disco è stato il più veloce singolo a vendere almeno un milione di copie nel primo giorno di uscita, almeno fino al 1997 (sorpassato da Candle In The Wind di Elton John, nella versione dedicata alla morte di Lady D). Solo negli ultimi giorni del 1984, lo comprarono 3 milioni di inglesi.

Chiaramente un’idea geniale, il progetto Band Aid ha poi dato forma ad un altro progetto grandioso, il Live Aid dell’anno successivo, ma questa è un’altra storia.

Il progetto Band Aid fu davvero il capolavoro di Bob Geldof e Midge Ure. Non solo per la quantità di musicisti internazionali che vi hanno partecipato, ma anche per il risultato raggiunto.

— Onda Musicale

Tags: Ultravox, Bob Geldof, U2, Phil Collins, Elton John, George Harrison, Paul Weller
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