Tra le icone più eccentriche della musica italiana degli anni ’80, Alberto Camerini occupa un posto singolare, sospeso tra la sperimentazione elettronica e l’irriverenza teatrale.
Nato a San Paolo del Brasile nel 1951 da genitori italiani, Alberto Camerini si trasferisce presto a Milano, dove inizia a muovere i primi passi nel mondo musicale. Dopo le esperienze con il gruppo avant-prog Arti & Mestieri e la militanza nel panorama rock d’autore, Camerini evolve in una direzione completamente nuova all’inizio degli anni Ottanta, abbracciando sonorità synth-pop ispirate alla new wave europea e al movimento Neue Deutsche Welle. Il punto di svolta della sua carriera arriva nel 1981 con la pubblicazione di “Rock’n’Roll Robot”, una canzone che diventerà simbolo della sua estetica e del suo personaggio futuristico.
La genesi del brano: la nascita del robot italiano del pop
“Rock’n’Roll Robot” nasce nel 1981, periodo in cui Alberto Camerini si sta reinventando come performer elettronico e outsider della canzone italiana. Dopo aver lasciato temporaneamente la scena musicale a causa di una crisi personale e artistica, ritorna con un’immagine completamente rinnovata: vestiti sgargianti, trucco marcato e movenze meccaniche ispirate ai robot. L’idea della canzone prende forma durante la collaborazione con Roberto Colombo, musicista e produttore che gioca un ruolo chiave nell’evoluzione del suono di Camerini. Colombo porta con sé l’esperienza maturata nel campo della musica elettronica, e insieme danno vita a un brano che fonde il synth-pop di matrice tedesca con elementi teatrali e parodici.

Il singolo esce con l’etichetta CGD e segna una rottura radicale con le sonorità acustiche e cantautorali degli anni ’70. La base musicale si costruisce attorno a sintetizzatori analogici, sequencer e drum machine, creando un sound che ricorda i Kraftwerk, ma con un piglio più pop e ironico. Alberto Camerini incarna un personaggio: un robot umanoide programmato per cantare rock’n’roll, una macchina che scopre l’anima attraverso la musica.
Il significato del testo: tra satira, alienazione e voglia di libertà
Il testo di “Rock’n’Roll Robot” è giocato sull’ambiguità tra uomo e macchina. Camerini canta in prima persona, impersonando un androide che si esprime attraverso il rock, una musica nata per rompere schemi e convenzioni. Il robot del brano è al tempo stesso simbolo di modernità e prigione esistenziale: “Non ho emozioni, sono un rock’n’roll robot” diventa una dichiarazione ironica e malinconica.
Il significato si presta a molteplici interpretazioni. Da un lato, si può leggere come una critica al conformismo e all’omologazione dell’era tecnologica, dove anche le emozioni sembrano automatizzate. Dall’altro, è anche un inno alla libertà creativa e alla trasformazione dell’identità: Alberto Camerini, attraverso il robot, rivendica il diritto di reinventarsi e di esprimersi in modo non convenzionale. Il personaggio robotico è un alter ego che gli permette di sfuggire ai cliché della canzone d’autore italiana, aprendo le porte a un immaginario più vasto, internazionale, postmoderno.
Il videoclip è una piccola opera cyber-kitsch
Il videoclip di “Rock’n’Roll Robot”, trasmesso in rotazione su programmi musicali dell’epoca come Discoring e Superclassifica Show, è uno degli elementi più memorabili della canzone. Girato con uno stile volutamente kitsch e futuristico, vede Camerini muoversi come un automa all’interno di ambientazioni dai colori accesi, tra circuiti, luci al neon e costumi che sembrano usciti da un film di fantascienza low budget degli anni ’70. La coreografia è composta da movimenti robotici e passi sincopati, che contribuiscono a costruire l’identità visiva del personaggio.
Il videoclip, oggi considerato un cult, è stato fondamentale per rafforzare l’immaginario del brano. In un’epoca in cui il concetto di videoclip musicale era ancora agli albori in Italia, Alberto Camerini capì l’importanza dell’immagine come complemento narrativo e promozionale della musica. Il suo approccio pionieristico ha anticipato di qualche anno l’esplosione del videoclip come linguaggio dominante nella cultura pop.
L’eredità del “robot” nella musica italiana
“Rock’n’Roll Robot” ha segnato una pagina importante della musica pop italiana, non solo per il successo commerciale (il brano divenne un tormentone radiofonico), ma anche per la sua carica innovativa. Alberto Camerini ha aperto la strada a una visione più giocosa, teatrale e sperimentale della musica leggera, influenzando artisti successivi come Enrico Ruggeri (nella fase Decibel), Elio e le Storie Tese, ma anche performer più contemporanei come Cosmo o Achille Lauro.
Il robot di Alberto Camerini, lontano dalla freddezza di un automa, è diventato un simbolo di libertà espressiva, di ibridazione tra generi, di rottura con il passato
Una macchina che canta per sentirsi viva, proprio come un artista che, dietro la maschera, cerca sempre un nuovo modo per raccontare se stesso. “Rock’n’Roll Robot” è un manifesto culturale, una provocazione vestita da hit pop, un piccolo esperimento di teatro musicale elettronico. Alberto, con la sua genialità istrionica e la sua voglia di stupire, ha lasciato un’impronta profonda nella storia della musica italiana. E il suo robot continua a danzare, a metà tra uomo e macchina, ricordandoci che anche nel futuro più freddo c’è spazio per la poesia del rock.