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Peter Hook: il bassista ribelle che ha reso il post-punk immortale

Peter Hook

Peter Hook, nato Peter Woodhead il 13 febbraio 1956 a Broughton, Salford (Manchester, Inghilterra), è una figura iconica del rock britannico, noto soprattutto come bassista e co-fondatore delle band Joy Division e New Order.

Con il suo stile innovativo al basso – melodico, alto sul manico e immerso in un chorus pesante – Peter Hook ha contribuito a definire il post-punk e l’electro-pop degli anni ’80. Cresciuto in un ambiente operaio, tra divorzi familiari e un’infanzia segnata da traslochi (inclusa una breve parentesi in Giamaica per il lavoro del patrigno), Peter Hook ha trasformato le difficoltà personali in energia creativa, diventando un simbolo di ribellione e resilienza.

La storia di Peter Hook è intrecciata con quella della scena punk di Manchester

Nel 1976, a soli 20 anni, Hook – allora operaio portuale – assiste a due concerti dei Sex Pistols al Lesser Free Trade Hall, un evento leggendario che segna l’inizio del post-punk britannico. Tra il pubblico ci sono anche futuri membri di band come gli Smiths e Simply Red. Colpito dall’energia caotica del punk, Petr Hook prende in prestito 35 sterline dalla madre per comprare il suo primo basso, una copia economica di un Gibson EB-0, senza nemmeno sapere come accordarlo.

Volevo urlare ‘fanculo’ al mondo“, ha raccontato in interviste successive, descrivendo quell’acquisto come un atto di ribellione pura

Insieme all’amico d’infanzia Bernard Sumner (futuro chitarrista e cantante), forma una band inizialmente chiamata Warsaw, con il batterista Terry Mason. Dopo aver visto un annuncio per un cantante, si unisce Ian Curtis, e nel 1978 nascono i Joy Division, con l’ingresso del batterista Stephen Morris. Il nome evoca i campi di concentramento nazisti, riflettendo il loro interesse per temi oscuri come alienazione e depressione. Peter Hook, autodidatta al basso, sviluppa uno stile unico per necessità: il suo amplificatore economico (acquistato per 10 sterline da un ex insegnante) era troppo debole per competere con la chitarra di Sumner, così inizia a suonare melodie alte sul manico, rendendo il basso un “strumento guida” anziché un semplice ritmo.

Questo approccio, unito a un chorus pesante, diventa la firma sonora di Joy Division

I Joy Division rappresentano l’essenza del post-punk: atmosfere cupe, testi introspettivi e un’energia cruda. Con due album seminali – Unknown Pleasures (1979) e Closer (1980) – la band conquista un seguito cult. Brani come “Love Will Tear Us Apart” e “She’s Lost Control” devono il loro impatto al basso di Hook, che snoda linee melodiche tra le vocals baritonali di Curtis e le chitarre angolari di Sumner. La tragedia colpisce il 18 maggio 1980: Ian Curtis, afflitto da epilessia e depressione, si suicida a 23 anni, sancendo la fine della band.

Hook, Sumner e Morris, più la tastierista Gillian Gilbert – rinascono come New Order nello stesso anno

Il passaggio al synth-pop è netto: da post-punk opprimente a electro-dance euforico, influenzato dalla scena club di Manchester. Peter Hook adatta il suo stile: il basso melodico lascia spazio a sequencer e tastiere per le linee di basso vere e proprie, mentre lui si concentra su riff alti. Successi come “Blue Monday” (1983, il singolo 12″ più venduto di sempre), “Bizarre Love Triangle” e “True Faith” mescolano punk, disco e elettronica, rendendo i New Order pionieri del “Madchester“.

La band dura fino al 1993, con reunion nel 1998 e scioglimenti nel 2007 e 2011

Peter Hook lascia nel 2007 per divergenze creative, in una rottura acrimoniosa che lo porta a cause legali con gli ex-compagni. Il genere di Peter Hook è radicato nel post-punk con i Joy Division – un’evoluzione del punk verso suoni più atmosferici e introspettivi – e si evolve in synth-pop ed electro-rock con i New Order, incorporando elementi dance e industriali. Il suo basso non è mai in secondo piano: è protagonista, con melodie che “guidano” i brani, ispirate da punk ma arricchite da chorus e distorsione sottile. Hook ha influenzato bassisti di Interpol, Fontaines D.C. e Future Islands, che emulano il suo approccio “alto e melodico“.

Per ottenere questo suono, Peter Hook ha usato una strumentazione eclettica, evoluta nel tempo:

  • Bassi principali: inizia con una copia Hondo di Rickenbacker (collo deformato che lo forza a suonare alto), passa a Fender Precision e Music Man StingRay negli anni ’80. Iconici sono gli Yamaha BB600 e BB1200 (acquistato a New York nel 1980 dopo un furto), con pickup splittati invertiti per un tono “cantante“. Dal 1980 usa anche Shergold Marathon a 6 corde per estensione armonica, e custom Eccleshall hollowbody (semi-acustici con elettronica Yamaha, inclusi 24 tasti). Nel 2020, Yamaha lancia la sua signature BBPH, ibrido di BB1200S e BB734A, con corpo in mogano e pickup Alnico V.
  • Effetti e amplificatori: Chorus Electro-Harmonix Clone Theory (usato su Closer e “Love Will Tear Us Apart”) per l’effetto “pesante e etereo”. Amplificatori Hiwatt Custom 100, Alembic F-2B preamp e Amcron DC-300A, con cabinet custom 2×15″ per un volume “da paura”. Nei tour recenti con Peter Hook & The Light (band formata nel 2010 con suo figlio Jack), usa pedali Joyo D-Seed per delay e distorsione.

La vita di Peter Hook è segnata da alti e bassi

Ha due figli dal primo matrimonio con Iris Bates: Jack (bassista degli Smashing Pumpkins, che suona con lui nei tour) e Heather. Nel 1994 sposa la comica Caroline Aherne (creatrice di The Royle Family e Mrs. Merton), in una cerimonia impulsiva a Las Vegas. Il matrimonio dura solo tre anni, terminando nel 1997 in un turbine di violenza e dipendenze: Hook ha rivelato in Substance: Inside New Order (2016) di aver subito abusi fisici (colpi con bottiglie, sedie e coltelli) e psicologici da Aherne, che lottava con alcolismo e depressione. “Ero un marito abusato, e mi vergognavo a dirlo“, ha confessato, scatenando polemiche post-mortem (Aherne muore di cancro nel 2016).

Nonostante il dolore, Peter Hook elogia il suo talento comico, ma ammette che l’esperienza lo ha portato a una depressione profonda

Oggi, sposato con Rebecca Jones dal 2001, ha una figlia e vive ad Alderley Edge, vicino Manchester. È nonno e ha ricevuto un Honorary Fellowship dall’Università del Lancashire Centrale nel 2012. Hook ha scritto autobiografie come Unknown Pleasures (2009) e The Hacienda (2009), sul leggendario club che co-gestì (perdendo milioni), e produce band come Inspiral Carpets e Stone Roses. La sua eredità include anche il progetto Peter Hook & The Light, che dal 2010 esegue integralmente album di Joy Division e New Order, con Hook alla voce – un’evoluzione da bassista a frontman.

— Onda Musicale

Tags: Sex Pistols, Joy Division, New Order
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