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Syd Barrett: ecco alcune curiosità sul fondatore interstellare dei Pink Floyd

Roger Keith “Syd” Barrett era compositore, cantautore, chitarrista e pittore. Syd fonda i Pink Floyd nel 1965 a Londra insieme a Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright, suoi compagni di studio.

La figura di Syd Barrett è leggendaria e iconica, nonostante abbia trascorso solo i primi anni (quelli più psichedelici) con la band. Precisamente dal 1965 al 1968. E’ stato lui ad inventare il nome di una delle band più influenti del panorama musicale di tutti i tempi, anche se il suo percorso musicale si è interrotto (troppo) presto a causa dell’abuso di droghe e della sua fragile condizione mentale.

Syd Barrett viene infatti prima affiancato e poi sostituito da un giovane David Gilmour (leggi l’articolo), amico del batterista Nick Mason, per poi scomparire totalmente fino alla sua morte, avvenuta il 7 luglio 2006 a causa di un tumore al pancreas e resa pubblica solo qualche giorno dopo.

L’abbandono del gruppo o, per meglio dire, il suo allontanamento forzato

Il suono dei primi Pink Floyd, con il psichedelico e visionario album d’esordio “The Pipers at the Gates of Dawn“, si deve in larga parte proprio a Syd Barrett. Ma il cantante e chitarrista mostra ben presto segni di squilibrio non presentandosi ai concerti oppure rimanendo fermo sul palco senza suonare con lo sguardo perso nel vuoto, chiudendosi sempre di più in se stesso. Un po’ alla volta viene affiancato e poi sostituito da Gilmour, fino all’abbandono definitivo del gruppo avvenuto (pare) nel seguente modo. La band aveva in programma un concerto e si stava recando con il furgone nel locale. Mancava però Syd e qualcuno disse: “non dobbiamo passare a prendere Syd a casa sua?“. La domanda rimase “sospesa nell’aria” e nessuno rispose. Ovviamente Syd ci rimase male e qualche tempo dopo si presentò ad un altro evento live dei Floyd al quale però non era stato (nemmeno questa volta) invitato. Gli altri lo allontanarono dal palco invitandolo ad andarsene. Probabilmente è in questo modo che la storia fra Syd Barrett e i Pink Floyd si interrompe. L’atteggiamento della band è tuttavia perfettamente comprensibile in quanto percepivano il comportamento di Syd come una minaccia per la sopravvivenza del gruppo.

L’uso massiccio di LSD

Syd Barrett faceva anche un uso massiccio di droghe, di vario genere, come acidi a base di LSD. Si trattava di una pratica molto usata da molti musicisti in quel periodo. Si racconta che Syd avesse l’abitudine di fare colazione con del caffè unitamente all’LSD. Pare che una volta lo abbia dato anche al suo gatto. E’ altresì piuttosto probabile, vista la sua situazione mentale particolare, che su di lui l’acido abbia causato maggiori danni rispetto ad altri.

Il primo crollo psicologico

Infatti, il suo primo “crollo” mentale (almeno degno di rilievo) viene notato da Joe Boyd, uno dei primi produttori dei Floyd. Nel dettaglio, i ragazzi si presentano all’UFO Club per promuovere il loro primo disco ma, mentre tutti sono allegri e festosi, Syd guarda fisso nel vuoto con aria smarrita e confusa. Barrett peggiora nei giorni successivi. I Floyd vengono invitati ad una trasmissione televisiva (Top of the Pops) e lui si presenta in pigiama. Non dimentichiamo che siamo negli anni 60 e, a differenza dei giorni nostri, non tutto era concesso. Un’altra volta, durante un concerto, volta le spalle al pubblico e suona sempre solo lo stesso accordo per tutta la serata. (pare fosse un Do maggiore)

Risposta ironica sul nome della band

Nonostante tutto, i Pink Floyd generano curiosità e piacciono. Sono richiesti da molti giornalisti ed uno di loro domanda chi avesse inventato il nome della band. Barrett risponde serio con queste parole: “Mi è stato suggerito dagli alieni”. (leggi l’articolo) In realtà, il nome deriva da quello dei suoi due bluesman americani preferiti: Pink Anderson e Floyd Council. Ma Pink e Floyd (pare) erano anche i nomi dei sue due gatti, animali da lui amatissimi. In un primo momento la band doveva chiamarsi “Pink Floyd Sound”, ma in seguito il nome fu abbreviato. Syd si occupa anche di personalizzare (personalmente) il furgone scrivendo con della vernice rosa e nera sulla fiancata il nome del gruppo. In seguito i Floyd utilizzeranno il loro celeberrimo Bedford nero con la striscia bianca trasversale.

L’incontro con i Floyd durante la registrazione di “Wish You Were Here

Nel giugno del 1975 i Pink Floyd si trovano negli Abbey Road Studios e stanno realizzando le registrazioni dell’album “Wish You Were Here“. Ad un certo punto ricevono la visita di un uomo grassottello e calvo che arriva in sala con delle buste della spesa in mano e si comporta in modo bizzarro. Alla fine è Roger Waters a riconoscerlo, scoppiando a piangere. Barrett chiede di suonare la chitarra e i ragazzi gli fanno ascoltare la title track (fra il resto dedicata proprio a lui) ma lui risponde: “Suona come una canzone vecchia….“. Vanno tutti e cinque a pranzo poi Syd scompare senza dire nulla.

Ecco le parole di Nick Mason alcuni anni dopo: “Scioccante è la parola giusta. Io stavo lavorando in studio e quando sono entrato nella sala di regia ho trovato questo strano ed enorme ragazzo. Non l’avevo riconosciuto. È dovuto intervenire David che mi ha detto ‘Nick, non sai chi è questo ragazzo? È Syd’. A quel punto lo riconobbi ma non so come spiegare, è stato davvero scioccante”.

La sua carriera solista

Come solista Syd Barrett realizza due dischi: “The Madcap Laughs” e “Barrett”. A queste due produzioni va aggiunta una raccolta dal titolo “Opel” del 1988. Nel primo disco contribuiscono anche Roger Waters e David Gilmour. La copertina ritrae Syd nella sua camera (priva di arredo) che egli stesso dipinse con strisce arancioni e viola. La ragazza (nuda) che si vede sullo sfondo è la sua fidanzata. Il fotografo raccontò che non era prevista la sua presenza e che la donna era per i fatti suoi, nuda, in cucina. Ad un certo punto passando, si soffermò e vennero scattate alcune foto. Per la serie “Carpe Diem“.

La sindrome di Asperger

Per molte persone i problemi di cui Syd Barrett soffriva in vita sono stati etichettati semplicemente come “malattia mentale”. In realtà sono  state avanzate molte ipotesi. Secondo una delle più credibili Barrett soffriva di una semplice forma di epilessia che provocava rari attacchi (tesi sostenuta anche da David Gilmour) e crisi parziali. E’ tuttavia molto probabile che l’epilessia si sia amplificata a causa del massiccio uso di droghe pesanti. Alcuni sostengono che Syd soffrisse di una forma di schizofrenia o bipolarità. Un’ultima ipotesi, di recente divenuta la più verosimile, sostiene che fosse affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che non compromette intelligenza e comprensione.

Il suo commento al documentario

Quando Syd vede il documentario a lui dedicato, “Syd Barrett: Crazy Diamond”, programmato dalla BBC nel novembre del 2001, commenta con tre semplici parole: “è troppo rumoroso”. In quel periodo Syd si era trasferito a casa di sua sorella Rosemary (alla quale era legatissimo) la quale si occupava di accudirlo.

Gli ultimi anni recluso con la madre

Nei successivi anni Syd Barrett vive nella sua casa di Cambridge insieme alla madre, dedicandosi alla pittura e al giardinaggio, ben lontano dal clamore, dalla musica e dalla confusione. Non vine mai accertato di che malattia mentale soffrisse (e quanto determinante fu l’eventuale ruolo delle droghe nel deteriorare la sua salute mentale).

La sua morte

Syd Barrett muore il 7 luglio del 2006 per un tumore al pancreas. La notizia viene pubblica il 9 luglio e, il giorno successivo, Roger Waters (che già nel 2005 aveva omaggiato il compagno dicendo “Comunque, stiamo facendo questo per tutti coloro che non sono qui. In particolare, naturalmente, per Syd.”), ricorda Barrett mostrando sue immagini (sul maxi schermo) durante un concerto.

Chi ha raccolto la sua eredità artistica?

Sono tanti coloro che (più o meno sfacciatamente) si sono ispirati a Syd come modello artistico musicale. Fra i tanti ricordiamo David Bowie, Brian EnoJimmy Page, Paul McCartney, Marc BolanTangerine DreamRobyn Hitchcock. E anche formazioni oggi amatissime come i Tame Impala e i Flaming Lips.

Docufilm e libri

Tra i video ricordiamo:

  • Syd Barrett: Crazy Diamond” programmato dalla BBC nel novembre del 2001
  • Pink Floyd & Syd Barrett Story” del 2014 e il documentario 
  • Have You Got It Yet?” diretto dal regista Roddy Bogawa, con materiale inedito e nuove interviste ai membri superstiti della band.

Tra i libri menzioniamo 

  • Syd Diamond, un genio chiamato Barrett“, in libreria per Arcana, scritto dal giornalista scientifico Mario Campanella
  • All The Madmen, Il lato oscuro del rock britannico” di Clinton Heylin,
  • “Syd Barrett, un pensiero irregolare” di Rob Chapman; 
  • Wish You Were Here – Syd Barrett e i Pink Floyd“, una graphic novel disegnata da Luca Lenci e scritta da Danilo Deninotti per le Edizioni BD.
L’ultima intervista

Nel 1982 due di giornalisti francesi riescono a scovare Syd Barrett, il quale era “scomparso” dalle scene dal 1971. I due  riescono a fargli qualche domanda e a realizzare quella che è considerata la sua ultima intervista. Tuttavia, quella che è divenuta “l’ultima intervista rilasciata da Syd”, in realtà non è esattamente un’intervista tradizionale, ma più una chiacchierata generica fatta sulla soglia di casa. (leggi l’articolo)

Il fumetto a lui dedicato

Il fumetto s’intitola Jugband Blues come un brano dei Pink Floyd incluso nell’album  “A Saucerful of Secrets“, scritto da Syd  Barrett e pubblicato nel 1968 (la cui copertina, tra l’altro, contiene immagini del fumetto Doctor Strange di Marvel Comics), ed è scritto e disegnato in bianco e nero da Matteo Regattin con la collaborazione ai testi di Simone Perazzone. (leggi l’articolo)

La targa in suo ricordo a Cambridge

La targa è stata realizzata nel 2017 da sua sorella Rosemary e recita:“Roger Keith ‘Syd’ Barrett 1946 – 2006. Musicista, cantautore, pittore e membro fondatore dei Pink Floyd ha studiato e si è esibito qui”. (leggi l’articolo)

Iggy Rose, sua compagna e musa ispiratrice

Syd la incontra per la prima volta nel marzo del 1969, presentatagli dalla sua ragazza dell’epoca ed inizia a frequentarla poco tempo dopo. (leggi l’articolo) E’ lei la ragazza che si aggira nuda per la cucina nel giorno degli scatti del suo disco solista “The Madcap Laughs” e che finisce per essere immortalata sulla copertina. La ragazza muore nel 2017.

Iggy Rose
Dopo i Pink Floyd ha suonato in un’altra band

Barrett viene chiamato dal batterista Twink Adler e dal bassista Jack Monck per formare un gruppo e l’ex – Pink Floyd accetta di buon grado la proposta. Purtroppo non si sa molto di questo periodo, ma quello che è certo sono state le due esibizioni dal vivo della band. Il gruppo infatti si esibisce al Cambridge Corn Exchange con la formazione proto punk MC5 e con il gruppo prog degli Skin Alley. Questo è il picco della carriera di questa band prima dell’esilio di Barrett nella natia Cambridge. (leggi l’articolo)

I disperati omaggi di David Gilmour

David Gilmour, in modo particolare, ha cercato di mantenere vivo il legame fra Syd e gli altri ragazzi della band, tanto da eseguire spesso nei suoi live canzoni di Barrett. Talvolta lo ha fatto con ospiti d’eccezione, come quando invitò David Bowie. Sembra che Gilmour si sia preso cura degli interessi economici di Syd fino alla sua morte (diritti, royalties, ecc).

La sua Cambridge gli ha dedicato un monumento

Un monumento e un concerto celebrativo. Così Cambridge ha scelto di celebrare, 27 ottobre del 2016, Roger Keith Barrett, per tutti Syd Barrett. L’associazione benefica Cambridge Live ha svelato un monumento a lui dedicato alla Cambridge Corn Exchange, una delle più popolari sedi britanniche che ospita musica e arte e gestita proprio dalla Cambridge Live. (leggi l’articolo)

L’ultima canzone che scrisse per i Pink Floyd era impossibile da suonare

Nel gennaio del ’68, quando i Pink Floyd erano un quintetto vista l’entrata di Gilmour, Barrett scrisse una nuova canzone intitolata Have You Got It Yet?” (letteralmente “ce l’hai?”) riferita alle note e gli accordi, ma proprio questi erano il problema. (leggi l’articolo)

27 gennaio 1972: il suo ultimo “live”

Il 20 gennaio del 1972 Syd Barrett fa la sua prima apparizione dal vivo, dopo quasi due anni di inattività, quando il musicista blues americano Eddie “Guitar” Burns suona al King’s College di Cambridge. (leggi l’articolo)

Un suo dipinto è finito in Italia

“Orange Dahlias in a Vase” – questo il titolo del dipinto – è stato aggiudicato ad un’asta quest’anno per 28.270 sterline da un collezionista italiano. L’acquirente ha partecipato all’asta in modalità online. (leggi l’articolo) Il dipinto ad acquerello e pastello è stato venduto per conto della famiglia dell’insegnante d’arte della scuola di BarrettGerald Harden. Firmato “R. Barrett. / Ott. 1961”, il quadro fu completato quando l’autore (cioeè Syd) aveva 15 anni.

“Ho qualcosa che non va nella testa.

E, comunque, non sono nulla di ciò che pensate io sia”.

(Syd Barrett)

— Onda Musicale

Tags: Tea Set, Pink Floyd, David Gilmour, Roger Waters, Sindrome di Asperger, Syd Barrett
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