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Roger Waters sta scrivendo la sua autobiografia, che diventerà anche un audiolibro

Le memorie del vecchio Roger

“Sono circa a metà delle stesura delle mie memorie” ha affermato Roger Waters nel corso di una lunga conversazione, nell’episodio #84 dei podcast curati da PARC (Politics Art Roots Culture) Media, pubblicato il 2 marzo scorso sulla pagina YouTube dell’organizzazione statunitense.

E ancora: “Darò sicuramente la mia voce al libro al quale sto lavorando per la versione audiolibro.” Sono rivelazioni di non poco conto del musicista che rivendica l’invenzione del “rock teatrale”, che ha perfezionato la forma del “concept album”. E, last but not least, che ha contribuito a fondare i Pink Floyd.

Ne avrà da raccontare l’Autore di capolavori come The Dark Side of the Moon, Wish You Were Here, Animals, “The Wall”… Rivela, Roger Waters, che racconterà con le sue parole scritte ma anche con la sua voce. L’uso recitante della voce non è una novità per Waters.

L’album “The Wall” (1979) è intriso di suoi interventi che danno voce, appunto, a vari personaggi: dal procuratore al giudice, passando per il maestro.

Nel film documentario “The Occupation of the American Mind” (2016), che tratta il tema della manipolazione della comunicazione negli Stati Uniti sulle vicende israelo-palestinesi, la voce narrante è quella di Roger Waters.

In occasione del primo centenario della fine della Grande Guerra, nel 2018 Waters curò la traduzione e l’adattamento letterario dell’opera da camera “Histoire du soldat”, di Igor Stravinskij e Charles-Ferdinand Ramuz, fungendo anche da narratore nella versione discografica che uscì a suo nome con titolo “The Soldier’s Tale”, dando voci diverse a tutti i personaggi.

Ma già nel 2008 Roger Waters aveva narrato l’opera dal vivo a New York, nell’ambito del Chamber Music Festival di quell’anno. “Oltre ad essere un innovatore musicale, Roger ama le parole. Sapevo che la sua voce sarebbe stata fantastica e adatta per raccontare la storia”, dichiarò Marya Martin, fondatrice e direttore della prestigiosa rassegna.

“Un aspetto positivo del blocco causato dal CoViD è che ho passato molto più tempo in casa, senza un campo da golf dove andare, e niente da fare” ha, inoltre, dichiarato Waters a Vince Emanuele di PARC Media.

Ho tutto il giorno a disposizione, ho potuto ricominciare a scrivere; mi sdraio in biblioteca sul divano col portatile e comincio… ‘dov’ero rimasto?’. Ho scoperto di essere un magnifico scrittore, una bella scoperta. Ho scritto un bel po’ di racconti, quindi sapevo di poter scrivere ma non pensavo che sarei riuscito a scrivere migliaia di parole al giorno senza neppure fermarmi per prendere fiato!”, ha sostenuto ancora Waters a proposito della sua vita durante il lockdown, con una discreta dose di autoironia o, al contrario, di sbruffoneria quando si definisce un “magnifico scrittore”.

In effetti, è noto da anni che, oltre ai testi delle canzoni, Waters ha scritto tanto altro: racconti, poesie.

Come “One River”, la poesia dedicata al padre caduto ad Anzio durante lo sbarco alleato e che, nel 2013, Roger donò a Harry Shindler – il veterano inglese oggi quasi centenario che gli aveva appena comunicato il ritrovamento delle prove documentali del luogo preciso, al Fosso della Moletta di Aprilia, dove era morto il Sottotenente dei Fucilieri Reali Eric Fletcher Waters, il 18 febbraio 1944.

O anche Is This The Life We Really Want?, che nel 2017 ha dato il titolo all’ultimo album del compositore. Dichiarò l’Autore:

È una poesia che scrissi nel 2008. È una specie di sproloquio più che una poesia, ma fondamentalmente è in risposta a quelli che si sperava fossero i cattivi anni dell’amministrazione George W. Bush quando le nostre vite erano governate da Dick Cheney, il Principe Oscuro, e da Karl Rove, Paul Wolfowitz e Donald Rumsfeld. I pazzi avevano occupato il manicomio, sembrava.”

“Leaving Beirut”, invece, è un racconto lungo ben 12:29 che Waters musicò nel 2004; il brano uscì in digital download e su CD singolo in Giappone e narra di un viaggio di “formazione” realmente fatto in Medio Oriente da un giovanissimo Roger.“Sono a metà dell’opera” ha dichiarato il songwriter; l’auspicio è che il flusso di scrittura continui spedito con “migliaia di parole al giorno” per arrivare subito all’ultima pagina: così Roger Waters potrà raccontarsi in parole (con il libro) e voce (con l’audiolibro).

— Onda Musicale

Tags: Roger Waters, Animals, The Dark Side of the Moon, Cymbaline, Is This The Life We Really Want?
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