In primo piano

“Everest”, l’album con cui i Beatles avrebbero voluto concludere la carriera

Nella storia dei Beatles vi sono molti progetti ipotizzati e poi scartati, che però sono rimasti nell'immaginario dei loro fans. Uno degli aneddoti più interessanti è quello relativo al fantomatico album "Everest".

Nel 1969 i Beatles erano stanchi dopo le lunghe e complicate sessions per il doppio album "bianco", stufi delle litigate e dello stress legato alla loro vita da stars. Paul McCartney ipotizzò che parte di questa loro disaffezione fosse da imputarsi al fatto che le loro registrazioni si fossero fatte complicate, sempre più frutto di montaggi tra nastri e strumenti incisi separatamente, e quindi di fatto i 4 ragazzi non suonavano più assieme. Propose quindi agli altri di realizzare un album "come una volta", suonando tutti assieme, per ottenere un disco che avesse un suono "in studio dal vivo", e che avrebbe dovuto intitolarsi "Get Back".

Il risultato delle sessions per l'album "Get Back" tuttavia non venne ritenuto soddisfacente dagli stessi Beatles, che decisero di accantonare il progetto (fu pubblicato solo l'anno successivo con il titolo di "Let it Be"). Avendo ormai capito che da lì a poco si sarebbero sciolti decisero di concludere la carriera con un nuovo disco che fosse il loro gran finale. Diversi furono i titoli proposti, tra cui "Four in the Bar" e "All Good Children Go to Heaven", ma alla fine i baronetti si misero d'accordo su "Everest", dalla marca di sigarette che fumava sempre in studio il loro tecnico del suono Geoff Emerick. Durante l'incisione del disco, "Everest" fu il titolo di lavoro dell'album, e i Beatles prospettavano l'immagine di copertina con loro davanti alla montagna che compariva sul pacchetto di sigarette.

Le registrazioni andavano bene, ma al momento di fare la foto per la copertina nessuno dei quattro aveva voglia di andare in Nepal, né intraprendere un viaggio così lungo e difficoltoso solo per una fotografia. Secondo le memorie del tecnico del suono John Kurlander, riportate nel libro The Beatles Recording Sessions, "era verso luglio, fuori faceva molto caldo, e qualcuno parlò della possibilità di prendere un volo privato fino ai piedi del Monte Everest per scattare la foto di copertina. Ma essendo entusiasti di finire l'LP qualcuno – non ricordo chi – ha suggerito: 'Guarda, non possiamo interromperci per andare fino all'Himalaya per una copertina, perché non andiamo qui fuori, scattiamo la foto, chiamiamo l'album 'Abbey Road' e abbiamo risolto?"

La versione più quotata è che quel "qualcuno" fosse Starr. Il batterista era famoso per le sue idee strampalate, che Lennon chiamava "ringoismi", e che la band frequentemente accettava.

Vi sono progetti studiati per mesi e che non portano a nessun risultato. E poi vi sono idee estemporanee, buttate lì come tappabuchi, o persino errori, che vengono considerati lampi di genio. La storia dei Beatles è piena di queste occasioni. L'origine della foto di copertina, che ha reso le strisce pedonali di Abbey Road uno dei posti più famosi di Londra, è una di queste.

Il progetto di un album intitolato "Everest" venne quindi abbandonato, ma a favore di un'idea e di una copertina che poi rimasero nella storia.

 

Gabriele Tomasi – Onda Musicale

 

 

 

PAGINA FACEBOOK DI ONDA MUSICALE

— Onda Musicale

Tags: The Beatles, copertina, Let It Be, Get back, Abbey Road
Sponsorizzato
Leggi anche
Un disco per il week end: “Zombi” dei Goblin
La chitarra sta davvero morendo?