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I progetti che i Beatles non sono mai riusciti a realizzare

Nei loro otto anni ufficiali di carriera assieme, i Beatles produssero una mole impressionante di materiale. Non stupisce, quindi, che abbiano lasciato molti progetti in sospeso, e mai realizzati.

Nel 1966 i Beatles ebbero l'idea di realizzare un concept album in cui tutte le canzoni fossero dedicate alla loro città e alla loro infanzia a Liverpool. Paul McCartney scrisse "Penny Lane", ispirata ad una vivace strada vicino a casa sua, mentre John Lennon dedicò il pezzo al giardino di un orfanotrofio nel quale lui e i suoi amici da bambini si introducevano per giocare, chiamato "Strawberry field". Quando questi presentarono i due brani al produttore, George Martin capì immediatamente la loro grandezza e decise di farli subito uscire come singolo, anche perché pressato dal mercato (specialmente quello americano) che continuava a chiedere nuovo materiale dei Fab Four.

Martin aveva visto giusto, il doppio lato A fu un successo, che però comportò una successiva difficoltà per i suoi autori. All'epoca 45 giri e album avevano lo stesso pubblico, pertanto i brani usciti come singoli non venivano poi inseriti nei 33 giri: sembrava di vendere due volte lo stesso prodotto alle medesime persone.

Privando il disco di due tra le canzoni più memorabili della loro carriera, Lennon e McCartney persero interesse nell'album su Liverpool, e ripresero a scrivere senza un tema prefissato. Il progetto di un album su Liverpool fu quindi abbandonato, ma a favore di un'idea che li porterà a realizzare il più famoso disco della storia: "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band".

Un progetto a cui i baronetti dovettero rinunciare fu quello della cosiddetta "Butcher cover". Mentre in madrepatria e nel resto del mondo gli album dei Beatles uscivano con 14 tracce, negli Stati Uniti la Capitol Records li faceva uscire con meno canzoni. Con i brani tolti da ogni album e i singoli che non vi erano compresi, venivano realizzati degli LP "in più" che uscivano solo sul mercato statunitense. Uno di questi si intitolava "Yesterday and today" e i Beatles scelsero come copertina una foto scattatagli dal fotografo Robert Whitaker, che vestì il quartetto con dei camici bianchi e gli mise in mano pezzi di bambole e brandelli di carne.

L'album uscì, ma fu subito ritirato dai negozi in seguito alle polemiche per la sua copertina. Su questa venne incollata un'immagine più classica, e le copie ri-immesse sul mercato. Il progetto della "Butcher cover" e di dare alla band un look più aggressivo fu quindi abbandonato. Vedi approfondimento e foto.

Nell'aprile 1966 i Rolling Stones fecero uscire un album intitolato "Aftermath" ("conseguenze"), e Ringo Starr propose di dare all'album a cui i Beatles stavano già lavorando il titolo di "After Geography". L'idea divertì la band per qualche tempo, ma poi non fu portata avanti e l'album uscì con il titolo "Revolver". Gli Stones dal canto loro non ricambiarono la cortesia, e nel dicembre 1969 fecero uscire l'album "Let It Bleed" il cui titolo è una chiara parodia del "Let It Be" beatlesiano. Attenzione: è vero che l'album "Let It Be" uscì solo nel 1970, ma gli Stones probabilmente avevano avuto modo di ascoltare il brano che era già stato inciso nel gennaio 1969.

È poco noto, ma ben prima del successo di Peter Jackson la United Artists pensò di realizzare un film tratto dal libro "Il Signore degli Anelli", per la regia di Stanley Kubrick e con i Beatles nelle vesti dei protagonisti! Successe tra il 1967 e il 1968: George Harrison avrebbe dovuto impersonare Gandalf, Paul McCartney e Ringo Starr gli hobbit Frodo e Sam, e Lennon sarebbe stato Gollum (ve lo immaginate John che dice "Il mio tessoro"?) ma l'idea fu abbandonata dopo poco tempo.

Durante il soggiorno dei Beatles in India del 1968, John Lennon scrisse una canzone molto dolce intitolata "Child of Nature". Il brano fu provinato e inciso durante le sessioni per il "White Album", ma non fu più completato e pertanto non vi venne inserito. Nel 1971 Lennon riprese in mano il brano per il suo album solista "Imagine", cambiandone il testo: è la canzone che tutti conosciamo con il titolo di "Jealous Guy". "Child of Nature" fu pubblicata solo su bootleg, ed è possiblie rintracciarla su YouTube. (Aggiornamento: è stata pubblicata tra gli "Esher Demos" della versione "50° anniversario" dell'album "The Beatles")

Molte altre canzoni concepite o abbozzate durante il "periodo Beatles" sono state sviluppate e pubblicate solo nei loro successivi album solisti. È evidente soprattutto nel caso di "All things must pass", triplo album di Harrison (il primo post-Beatles), che contiene tutte le canzoni scritte nell'ultimo periodo con la band, ma che l'ego di Lennon e McCartney non gli avevano permesso di sviluppare.

Nel 1969 i Beatles erano stanchi dopo le lunghe e complicate sessions per l'album "bianco", stufi delle litigate e dello stress legato alla loro vita da stars. Paul McCartney ipotizzò che parte di questa loro disaffezione fosse da imputarsi al fatto che le loro registrazioni si fossero fatte complicate, sempre più frutto di montaggi tra nastri e strumenti incisi separatamente, e quindi di fatto i 4 ragazzi non suonavano più assieme. Propose quindi agli altri di realizzare un album "come una volta", suonando tutti assieme, per ottenere un disco che avesse un suono "in studio dal vivo", e che avrebbe dovuto intitolarsi "Get Back".

Non solo: visto che da contratto dopo "A hard day's night" e "Help!" i Beatles avrebbero dovuto realizzare un terzo film ("Magical Mystery tour" fu un prodotto destinato solo alla trasmissione televisiva, e il cartone "Yellow Submarine" non fu considerato "film" dalla casa cinematografica), sempre McCartney propose di filmare le sessions per il nuovo album, per mostrare il metodo di lavoro dei Beatles, e ricavarne un documentario. Nelle intenzioni di Paul la presenza fissa delle telecamere avrebbe inoltre impedito ai ragazzi di litigare.

Nulla di questo avvenne: i loro screzi furono registrati e il materiale ottenuto non soddisfò i baronetti, che decisero di non proseguire lungo questa strada. Il progetto di un album e un film intitolati "Get Back" fu quindi abbandonato, ma il materiale audio registrato fu ripreso in mano l'anno successivo dal produttore Phil Spector, che ne ricavò uno dei loro album più famosi: "Let it be". Con lo stesso titolo uscì anche il film, che nel 1971 vinse sia un premio Oscar sia un Grammy, entrambi per la migliore colonna sonora. Vedi approfondimento su "Get Back".

Abbandonato il progetto "Get Back", i Beatles si misero al lavoro per un album che avrebbe dovuto intitolarsi "Everest" e che prevedeva una session fotografica da tenersi sulla cima himalayana. Le registrazioni andavano bene, ma al momento di fare la foto per la copertina nessuno dei quattro aveva voglia di intraprendere un viaggio così lungo e difficoltoso. La soluzione, come spesso accadeva, venne da Starr. Il batterista era famoso per le sue idee strampalate, che Lennon chiamava "ringoismi", e che la band frequentemente accettava.

Quella volta Starr propose: "Perché non facciamo la foto qua sotto, e intitoliamo l'album Abbey Road?" Il progetto di un album intitolato "Everest" venne quindi abbandonato, ma a favore di un'idea e di una copertina che poi rimasero nella storia.

Cosa sarebbe successo se questi progetti fossero andati in porto? Difficile a dirsi. Probabilmente non avremmo avuto "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", quindi è meglio che sia andata così, non trovate?

 
 
 
Gabriele Tomasi – Onda Musicale
 
 
 
 
 
 

— Onda Musicale

Tags: India, Il Signore degli Anelli, Liverpool, Get back, The Beatles
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