Soundtrack

Quei bravi ragazzi: o tutto o niente.

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Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il presidente degli Stati Uniti.”

Ecco, poi certo niente ti impedisce di essere una persona di moralità dubbia e tranquillamente tenere in mano le redini di un paese (o del mondo..). No, non siamo qui per scrivere l’ennesima opinione sulle recenti elezioni di Trump, (non voleva esserci nessun riferimento, per l'appunto, perchè lo avete pensato?) infatti questa è una frase proveniente dal film Quei bravi ragazzi. Pellicola del 1990 di Martin Scorsese (tra i suoi lavori più famosi ricordiamo Taxi Driver, Casinò, Gangs of New York, The Departed) con un cast davvero stellare: Ray Liotta (Henry Hill), Robert De Niro (Jimmy Conway), Joe Pesci (Tommy De Vito), Paul Sorvino (Paulie Cicero), Lorraine Bracco (Kareen Hill) e tratto dal romanzo il delitto paga bene di Nicholas Pileggi. Ma cominciamo ad addentrarci in questa “losca” trama.

Siamo nel 1955 e Henry Hill è un adolescente di origini italiane cresciuto in un quartiere malfamato di Brooklyn che guarda ai gangster del luogo come a degli idoli, sognando anche lui un giorno di poter diventare uno di loro. Incomincia presto così la sua “carriera” nel mondo del crimine insieme agli amici James, Tommy e Paul. La storia si muove abbastanza in fretta, e dodici anni dopo Henry, che ancora è con i suoi vecchi amici (i cosiddetti bravi ragazzi) continua a godersi al vita tra vacanze, crimini, e spassandosela con le donne. I grandi guadagni arrivano però quando a metà degli anni 60 viene aperto l’aeroporto JFK, riescono infatti a rubare merci e creare un traffico da milioni di dollari.

Henry dà anche un’altra svolta alla sua vita: mette su famiglia. Si sposa infatti con una ragazza ebrea e diventa così, padre. Ma questo non serve certo a fargli mettere la testa apposto: infatti oltre alla famiglia ha anche un’amante “fissa” che lo tiene occupato, Janice, con la quale passa “allegre” giornate sniffando cocaina nell'appartamento che lui stesso le ha regalato. La moglie viene però a conoscenza della situazione e malgrado sia molto offesa (minimizzando sì..) non avrà il coraggio né di lasciarlo, né tanto meno di premere il grilletto della pistola con cui lo minaccia una sera. Le cose cominciano un po' a sfuggire di mano al nostro organizzato uomo “d'affari”. E non solo nell'ambiente casalingo.

Passa infatti 4 anni in gatta buia, ma quando esce torna presto a darsi da fare: si dedica infatti al traffico di droga stabilmente. Nel 1978 Henry e si suoi amici hanno finalmente l'opportunità di mettere a segno un colpo che li avrebbe sistemati per sempre: (eh già..) un furto da 6 milioni di dollari.

Dopo il colpaccio però i rapporti tra gli amici cominciano ad essere tesi: Conway è ormai paranoico, terrorizzato dall'idea che qualcuno canti, inizia ad uccidere i complici, tranne Henry e Tommy. Magra consolazione per quest'ultimo a cui faranno saltare la testa non troppo tempo dopo, a seguito di una vendetta. Henry continua così tranquillamente fino agli anni 80 ad occuparsi del traffico di droga, ma è ormai giunta la fine anche per lui ahimè: viene catturato e finisce di nuovo, in galera. Sua suocera però gli darà una mano pagando la cauzione.

Ormai in rovina, e dopo che anche Conway e Cicero vengono arrestati Henry decide di cantare, dovendo così cambiare città e vita. Trent'anni di omicidi, traffici vari, spaccio di droga, rapine, carcere ma anche di grandi divertimenti, feste, mogli e amanti, trovandosi poi, a finire i propri giorni nella mediocre normalità. Dall'avere tutto, all'avere “niente”. Niente che ormai possa accontentarti, per lo meno. Come dice il nostro protagonista ”sono diventato una normale nullità, vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi.” Eh, ci spiace Henry.

Beh passiamo ora alla nostra Soundtrack e concentriamoci sulla musica!

Il film si apre con le note di Rags to riches di Tony Bennett che accompagna le scene di un giovane Henry intento a spiegarci i suoi sogni da gangster.

Oltre a Bennet, per tutta la prima parte della pellicola siamo travolti dalle sonorità tipiche delle canzoni di quel periodo ovvero pezzi anni 50 / 60, come cant we be sweethearts dei Cleftones, ma anche Speedo dei the Cadillacs e Sincerely dei Moonglows.

Gli anni passano sullo schermo e cambiano anche le musiche: ci fanno compagnia infatti Derek and the Dominoes con la dolce-amara “Layla” (Piano Outro), pezzo diviso in due parti, la prima composta da Eric Clapton, la seconda da Jim Gordon. Ma anche altri grandi del rock hanno il loro spazio in questa colonna sonora: per le scene in cui Henry se la gode sniffando cocaina, sentiamo niente popò de meno che….le note vibranti di Gimme Sheltern dei Rolling Stones. Un altro brano degli Stones che abbiamo il piacere di sentire  è “Monkey man”. Non dimentichiamo inoltre le parole “I want it, i want it, i want it!” del brano..Magic Bus dei the Who!

Insomma 30 anni di storia ma anche 30 anni di musica! Un viaggio ricco di violenza (rappresentativa la famosa scena in cui Henry spacca letteralmente la faccia di un uomo con il calcio della sua pistola) droghe, soldi, e alla fine.. eh, la fine. Ognuno ha il suo prezzo da pagare, chi più chi meno.

Un film dedicato a chi non sa proprio accontentarsi e vuole tutto. Ma anche semplicemente, a chi come me, ama i gangster movie.

 

Giada Guerini – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

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