Soundtrack

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino: un vortice di distruzione

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Siamo completamente soli in questa valle di follia.” E' una follia fatta di droga, prostituzione, morte e tanta solitudine quella che travolge la nostra protagonista del film di oggi.

Una storia vera, “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” pellicola del 1981 diretta da Uli Edel, che si ispira alle esperienze narrate nell'omonimo libro di Christiane Vera Felscherinow. La storia è raccontata in prima persona da Christiane (interpretata da Natja Brunckhorst) ragazza di 13 anni che vive in un quartiere popolare a Berlino. Sin dalle prime sequenze, la città ci appare fredda e buia, con squarci di una periferia in cui lo squallore fa da padrone, come ci spiega anche la nostra protagonista descrivendo il puzzo di piscio che in quei luoghi riempie l'aria.

Pochi sono gli svaghi che i ragazzi possono trovare per distrarsi: uno dei locali più frequentati è la discoteca "Sound", dove anche Christiane e la sua amica Kessy amano andare.

La situazione famigliare della nostra narratrice ci appare da subito difficile: vive con la madre che frequenta un nuovo compagno, e la sorella, che presto però la lascia per andare ad abitare proprio con il padre che le ha abbandonate.

Christiane è sostanzialmente sola, non ha un dialogo con sua madre, non riesce a condividere le sue vere emozioni e questo la condurrà presto verso l'autodistruzione.

Al Sound fa la conoscenza di Axel (Jens Kuphal) e Detlef ( Thomas Haustein), due ragazzi su per giù della sua età, ed è “grazie” a loro che la ragazza entra nel vortice della droga.

All'inizio forse è solo curiosa, o desiderosa di essere parte del gruppo, ed allora accetta di provare dapprima gli acidi, per passare poi durante il concerto del suo idolo, David Bowie alla sua prima dose di eroina, mossa dalla convinzione di poter smetter quando lo desidera. Ovviamente, niente di più sbagliato.

In mezzo a tutto questo degrado sociale ed emotivo, Detlef e Christiane intrecciano una storia d'amore, ma la giovane scopre ben presto che il ragazzo si prostituisce alla stazione per pagarsi la dose, cosa che comincia a fare anche lei.

La nostra giovane tossica fa inoltre la conoscenza di due ragazze che nel libro hanno una parte molto più rilevante rispetto al film, Stella (Kerstin Rrichter) e Babsi (Christiane Reichelt) con cui diventa molto amica. Anche loro cadono in fretta nel giro di prostituzione e droga.

Un giorno la madre di Christiane si rende però conto dei problemi della figlia e del suo ragazzo e li costringe così a forza a disintossicarsi chiudendoli in casa.

L'opera va a buon fine, ma non per molto. Tornando a frequentare i soliti posti ed i soliti amici si ritrovano presto a vendere ancora il loro corpo e a “farsi”.

Tornati alle vecchie abitudini trovano poi l'amico Axel morto di overdose, svolta che porta i giovani a precipitare sempre più nella disperazione. Segue poi lo stesso destino di Axel anche la giovane e gracile Babsi.

Detlef che divideva la casa con Axel, si trasferisce allora da un suo cliente, invitando anche Chrstiane che però dopo averlo sorpreso una notte a letto con l'uomo, decide di andarsene.

Le immagini ci lascian un po' in sospeso, ma la voce di Christiane alla fine ci spiega che lei grazie all'aiuto di sua madre, ce l'ha fatta. Quel vortice di distruzione è finito, fortunatamente per lei, senza pagare con la vita.

Le musiche che compongono la soundtrack e ci accompagnano per tutto il film sono realizzate da David Bowie, autore di tutte le tracce tranne delle parti in tedesco che sono di Maas, in Heroes/Helden.

All'inizio durante le prime sequenze descritte dalla nostra narratrice ci accompagna un brano strumentale, Schneider, mentre una volta entrati nelle sale del Sound è Look back in anger a travolgerci. Altri brani che compaiono sono la famosa Heroes/Helden (Bowie, Brian Eno,) la movimentata Boys Keep Swinging (Bowie, Eno), Sense of Doubt (strumentale), la distorta e pressante station to station sino ai ritmi coinvolgenti di Stay .

Le musiche di Bowie fanno da sfondo ai drammi di questa gioventù che si è persa, una storia che è drammatica perchè vera. Vera anche per tutti quelli che in quegli anni hanno visto morire figli, amici. Vite sprecate e spazzate via dall'eroina.

Questa è una pellicola che cerca di rappresentare il più realisticamente possibile le vicende narrate, raccontando la vita misera di chi si è ritrovato coinvolto nella tossicodipendenza.

Un film caratterizzato da toni cupi ed atmosfere opprimenti, luoghi squallidi e claustrofobici, che solo nel finale ci concede un bel paesaggio innevato, forse a rappresentare un piccolo barlume di speranza.

 

Giada Guerini – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

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